441 MI)XV, AGOSTO. 442 sione vanno li religiosi, et sono gran numero, richa- | mente vestili con cari triumpali et similibus; poi li oficiali de la terra, idest baylio, sentali, schavin etc. con alabardieri, schiopetieri, arzieri et balestrieri armati tulli d’arme bianche, in tutto 200. Poi driedo con molti el governadorde la terra, et (ulta quasi la terra ordinatamente ; ultimo portano el.....con tanta venpration che nihil supra etc. Scrive il suo viazo da Montroillo a Beluna, a Lilla, la qual è la più bella terra e più aliegra e zenlil che mai vedesse; da Lilla a Coltrai, poi Guanto, qual è un Caiaro de chri-stiani; mai vide la simel terra. E da Guanto veneno a cena in Anversa, la qual è bellissima terra e tutta-nova, e tutta se rela, che non sarà 10 anni che la supererà di fabriche Bruza, come la la supera de mer-chadantie. Et scrive con lacrymis, veli vobis! solum ex hoc capite de la mercadantia, che qui è tante spi-ziarie e gran copia, che vedendole tulli si rnerave-glieria, et a veder le nave nel canal carge di quelle; et novamente è ritornala una di Ilerusalem con pe-legrini, et un’altra s’aparechia per andar in Ilieru-salern, e cusì li parliti che soleano vegnir a Venecia li sono tolti ; e quando la mercadantia piglia novo corer, con dificultà poi torna. Scrive, tutti con chi el parla, li dimanda si la Signoria fa ancora guera con l’Imperador, dicendo la fa mal, se fida de’ francesi, i qual senza dubio vi trompano; e tutti li tien di tal natura, eh’è cosa meravegliosa, e dicono che francesi non fanno se non quello i torna a proposito loro; et questo è universal opinion, e quasi bora mai sono in rola con . . . . , che apena è sulo l’inchio-slro de l’acordo fato fra loro eie. La Signoria ha serilo a l’oralor vadi in Fiandra e il Dandolo resti in Franza; et poi tornato il Pasqualigo predilo, ancora il Dandolo non si parti senza altra licenlia ; e saria mal tenirli tutti do in Franza, perchè certo non si acorderano in cosa alguna, poi con spexa di ducati 40 al mexe per uno; sichè spera il Dandolo averà licenlia, e voi con lui, o solo, voi oni-nino questo autunno esser a Venecia. Scrive esser zonto in Olanda a dì... ; a mezozorno, con il se- 267 cretario Rosso, et volse andar con lui per la causa sopradita. Et in quella medema bora el Principe si partiva per andar a Rolradam patria di Erasmo, lige tre distante da questa cilà chiamata Dordreeh, la quale è una bellissima terra mercadantesca al possibile, con uno bellissimo porlo, à infinite nave; mi par uno altro mondo : è terra richissima. È cosa miranda la moltitudine di le terre richissime in sì poco spazio di terra, et la libertà dii terren ; done belle al possibile et polite. S’el sapesse la lingua, overo ave- se qualche guida, si sforzeria Jolanda far qualche ci* larin, ma el mazor contrario l’ha in questa peregrinatici!, è la lengua ; tamen desidera sopra modo el tornar in Italia. Scrive, steleno do bore grosse su la strada cercando alozamento, e non lo sapeano domandar. Rispelo a la corte, non trovavano buso non fusse pieno; tamen trovono uno vestito di longo che intendeva francese, e quelli di Olanda non li voleva alozar, dicendo non lo intenderemo nui, nè lui nui ; pur Irovono uno che intendeva latino, e cussi alo-zono. Queste cose fanno che li liomeui rincresse l’andar atorno. Scrive, hanno trovato gran carestia de ogni cosa, ch’è maior non se poiria. In Franza è gran carestia de cavalli ; in Londra tanta carestia di lane, panni et carne quanta sia stà da 100 anni inanzi, respeto a una neve de l’anno passalo, che amazò la mità di le pecore, et la guerra. Similiter, in questo paese è tanta carestia di ogni cosa. Conclude et aferma, che di ogni cosa è miglior mercato a Venecia, salvo chi non comprasse in grosso. Dor-drecli è cità principal de Olanda ; et scrive aspetar l’oralor zonzi di bora in bora, el zonto, a drelura anderano a trovar il Principe. Questa terra è più bella e più grande di Vicenza; tutta lapidea, prceter consuctndìnem Gallice. Ila uno porlo che li staria 1000 e più nave senza quasi ligarse; bellissime cliie-sie; bellissima zente et devota. Non è in luto el mondo meglio oficiate el ornale le chiesie de quello sono in queste parte, prcescrtìm ne le terre di l’Ar-chiducha. El mar piscosissimo; tanta copia di salumi quanta apresso de nui, et maxime vi è un pesse ditto Salmon. Oplimo pan, oplimo vin, qual vien portato; carne et polli li miglior dii mondo ; carne di porcho in tutta perfelion, la qual in Franza nul-lius est predi. Belissime done; chi sapesse la lengua, saria felice in omnibus. Ila l’aqua, et per 267 * mezo la terra et da una banda; tulta la qual è dolce e salala segondo el fluxo el refiuxo, ma crede senza dubio ramo de . . . Ha visto con comodità tutta la terra; et a quel tempo ancora è principio di primavera de lì, vel potius fin de l’inverno. F.I si ben per grafia di Oclaviano Grimaldo non hanno potuto aver le so’ robe a le do corte, a questa terza le tornerà a proposito, maxime le robe d’inverno. Et miraculosamente, scrive, hanno recuperalo le robe, che quanto a lui le erano spazate : sono state in Parma ben mesi tre, e tulta Parma sapea erano robe de’ ambasadori venitiani ; e tamen lui fe’ condur le sue robe in Zenoa soto nome di robe di ambasador per non pagar dazio, e le nostre lassò in Parma, scusandose i forzieri pesavano troppo, et