219 MDXVj maggio. 220 qual lo mi levai et vulsi andar a parlar; sichè il Consejo li piacque fusse conlradilto a la parie. Fo tollo di la zonla sier Nicolò Vendramin, Co di Pregadi, qu. sier Borlolomio con titolo, fo a l’impresa di Maran con homeni 200 a sue spexe, tamen cazele, da sier Ilironimo Quirini, fo di la zonta, qu. sier Andrea, et non passò. Ave 725 di si, 757 di no; sichè non si remerita più quelli si hanno fatigato. In questo Consejo fo publicalo, per il Canzelier grando, tutti debano advertir a non contrafar a la leze dii Gran Consejo, et vengano ordinatamente con li soi banchi a capelo et non vadino a procurar, perchè a caso si alcun sarà trovato, sarà con-tra di loro processo juxla la forma di le leze. Et accidit che sier Velor Soranzo qu. sier Mafio, qu. sier Vetor el cavalier, procurator, fo tollo al tormento in Rialto, el andoe a procurar per li banchi, e visto per sier Francesco Falier e sier Francesco di Garzoni Cai di X, questi andono a la Signoria e lo feno mandar zoso a la leze, perchè li Cai sono creti ; et cussi quando fo stridalo tolto, non fu provato per aver conlrafalo a- la leze; la qual cossa fe’ che in l’ultima niun si mosseno di soi lochi fino al publicar di romaxi, secondo che le leze dispone; el tulli sleteno sentali, che prima non si observava. 128* Fu posto, per li Consieri, una parte presa in Pregadi a di.. di questo, zerca la contumalia di Savii, qual è nolata di sopra, e pochi l’à balolà : ave 148 di no, 653 di si, e fo presa. Eramo a Consejo 1550 e più, sicome a la balolation di una altra gratia posta di asolver uno di bando a requisition di l’oralor di Pranza, qual per causa di esso oralor fu bandito, bora se li fa gratia, et ave 1400 di si et 154 di no; fo presa. Et era passata per tutti i Consegii. A dì 21, la matina, in Colegio, fo letere, di Padoa, dii capitanio generai e dì retori e prò-vedador zeneral, di eri sera, in consonanza. Come il marchese di Pescara era zonlo sopra il Polese-ne, vien di reame con 30 cavali, senza danari però, per il che spagnoli erano malcontenti; et 70 sguizari, erano a la guarda dii viceré, si erano partiti el vanno a Milan molto malcontenti di spagnoli. Item il capitanio zeueral siegue le monstre, e si mandi danari per dar a le zentc d’arme. Di Udene, di sier Lunardo Emo luogotenente. Come, essendo venuto quella zente d’arme e fan-tarie fino lì, non havendo potuto reussir la cosa di Gradisca, saria meglio farle corer in suso a far boli-ni. Malatesla Bajon è lì in Udene con le sue zente, et Antonio da Castello con li fanti à scrito di quello al signor capitanio zeueral, e desidera aver risposta. Etiam diio capitanio zeneral scrive di questo, si la Signoria li par et debbi risponderli, aliter farà ritornar dite zente; et per Colegio li fo risposto non era di far altra movesla. Di Boma, di l’orator nostro, di lo, 10, 17. Come il Papa era ritornato in Roma, stalo a la Ma-gnana, con quelli cardinali scrisse, a piacer, et scrive coloquii insieme zerca la venuta dii re di Franza, exortando Soa Beatitudine a voler esser con la Chri-stianissima Maestà e la Signoria nostra, tamen non voi, imo è in slreti coloquii col signor Alberto da Carpi orator di l’Imperador e domino Ilironimo Vich orator yspano, inlervendo il cardinal Bibiena, ch’è luto nostro contrario; sichè il Papa è più presto spa-gnol. El voi meter a ordine le sue zente d’arme insieme con quelle di fiorentini, et barano 1000 lanze, e Lorenzin è zà ito a Fiorenza. Item, di Zenoa, di sguizari andono, par il Papa liabi scrito el voi man-lenir quel domino Octavian di Campo Fregoso, ch’è Doxe e governa, ma ben voria el non fusse francese. Di Franza, da Paris, dii Dandolo orator 129 nostro, di 28 Aprii. Come, a dì 25, il Re e la Raina erano parliti per Bles con la corte soa, et vanno per acqua, e li aìri oratori, dii Papa eie. è parlili avanti ; 10 yspano fo licenliato e tornò dal suo I^f, et cussi 11 cesareo; lui nostro è restalo lì p r andar col gran canzelier et Rubertet, quali immediate si partivano. Li preparamenti per la guerra si fanno, et li capitani deputati è andati via et mandato danari a li 18 milia lanzinech, come scrisse, et il Re ha posto una laia di 800 milia franchi, ch’è scudi 400 milia, e sarano presti, perchè lutti pagerano volentiera per esser in grafia dii Ite; sichè tutti de lì lien questi preparamenti siano per Italia, et verà molto grosso, et a dì 8 Zugno li lanzinech dieno esser dove se li farà la mostra, et se li darà il resto dii quarliron ch’è le tre page; à mandato prima un raynes per uno. Et noia. Uno prete che vien da Lion con dite lelere, disse a boca che a Lion era zonto Pietro Na-varo, qual havia 10 milia fanti ben disposti fati, e non si feva altro a Lion e lì vicino che mesedar arme. Item, che a Novara erano idrati 2000 sguizari, et bufavano zoso il borgo di la terra, aziò la terra fusse più forte, et quella fortificava per ostar a’ francesi; sichè certo Franza vien in Italia. El nota. Fo letere al Conseio di X di Franza, credo fusse di missier Zuan Iacomo Triulzi, da Lion, qual fo lede inColegio con li Cai di X. Etiam di Roma altre lelere driza te a’ ditti Cai di X.