511 MDXV, AGOSTO. 512 homo del Ducha, el quale al signor Theodoro et a 308* me ha fatto tanto amorevole et humile risposta quanto dir se possi, ma non però resolula ; unde li habiamo cum parole acomodatissime replicato che la excellentia sua voglia ogni modo dechiarir-se o francese o non, et levar ogni pratica et commercio ch’el ha cum lo Imperator et cum spagnoli, et che per tutto dimane expetamo la resolutione soa ; et cosi se ne è ritornato a Ferara. Dal marchese de Mantua, non è ancor venuta risposta. De quanto se haverà et de ogni altra occorentia degna de adviso, la Maestà Vostra Christianissima ne haverà per zor-nata noticia; et noi, come è preditto, havendo intelli-gentia cum le genti de Genua et de Crema, non mancaremo de far qualche honorevole effecto a laude et gloria la Vostra Maestà et a comune beneficio. Et a la bona gratia de quella genibus flexis me ricomando. Ex castris Vcnetis ad Abbatiam, 13 Augusti 1515. 309 In questa matina, in Quarantia criminal, absente, fo spazado sier Anzolo Bragadin qu. sier Piero, che amazò sier Bernardo Juslinian qu. sier Lorenzo. Et parlò sier Francesco Orio l’avogador, e messe, insieme con sier Ferigo di Renier l’avogador, eh’ el fusse bandizà di terre e luogi di la Signoria nostra da terra e da mar, con taia etc. Et li Consieri e vice Cai di XL messeno fusse bandito da terra dal Men-zo in là, e da mar dal Quarner in là, con taia lire 1000 ch’il prenderà in li confini, e preso el sia, li sia taià la lesta in mezo le do Colone, sichè ’1 muora, et il suo sia ubligato a la taia. Andò le parte : 8 di Avo-gadori et 24 questa, e fu presa. Item, quel sier Piero Dandolo qu. sier Andrea presentato a le pre-xon fu asolto, et li Avogadori messeno di relassar quel Etor Zon, qual si apresentò come homo dii Pa-triarcha. Etiam lui meseno di relasar, e fu presa. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consulen-dum. Di campo, dii provedador generai, da VAbazia, fo letere, di ozi, ìiore 11. Come i nimici erano a Angiari, nè è mossi; et par non mandi più li cavali lizieri il capitanio in brexana, come scrisse voler far, per le raxon in le lelere alegate etc. Di Zcnoa, fo letere di sier Mafio Bernardo qu. sier Francesco, patritio nostro, andato lì per andar in Fiandra, e di missier Bonin degan di Treviso, di 6, particulur. Come erano zonte parte di le lanze francese lì ; et il capitanio Tarlatino, qual feva fanti a nome dii Christianissimo, era verso Ser- zana e quelli lochi ; et arano 10 milia fanti, et voleno disender a tuor Alexandria ; et sguizari par veglino venir a la zornala con Franza; et come il Doxe ha mandato a tuor Gavio, ch’è uno castello vicino ad Alexandria mia .. . , tenuto a obedientia di Milan e di missier Nicola e missier Bernardin Guasco signori de lì et zenlilhomeni di Alexandria di la Paia. Item, il resto di le lanze francese erano 10 mia lontan ; le arme vien per mar. Et par, le letere di campo erano drezate a li Cai di X. Fo mandalo per sier Francesco Foscari el ca-valier cao di X per aprir dite letere, et fo lecte con li Savii et Cai. Da Fiorenza, si ave aviso, per letere di Roma, di 11, come il Christianissimo havia scrito una letera a’ fiorentini, volesseno atender a la promessa feno al qu. Re suo socero di darli lanze 600 et fanti 3000, perchè el vien in Italia a recuperar la soa ducea de Milan. Et fiorentini hanno mandato la copia di la letera al Papa a Roma, a dir non poleno far di manco di non servar la promessa, perchè Fiorenza è molto connexa con la caxa di Franza per li trafegi i fano e mercadanlie ne la Franza ; tamen di questo aviso in le letere di Roma in la Signoria nulla era. Ozi, sul tardi, fo una grandissima pioza e stranio tempo; ma durò poco. A dì 15, fo il zorno di la Madona. La Signoria fo a messa in chiexia de more, vicedoxe sier Marco da Molin el consier, et l’orator di Franza, ma non vi fu quel di Ferara per risentirsi un poco, et altri palricii. Et poi messa, il Colegio con la Signoria si reduse, dove vene, con li Savii, il Principe etiam a lezer letere. Di campo, fo letere dii capitanio zeneral et provedador zeneral Contarmi in consonantia, di la Badia, eri, hore 2. Come à letere di Pelegrin di la Riva, qual è a la guarda dii passo a ... Aviso che Zuan di Naldo, con alcuni cavali lizieri, andato lì intorno passò a Figaruol il Po, e di là verso la Slellà trovoe uno secretario, over maiordomo, dii viceré, over marchese di Pescara, con 15 cavali, do muli et 16 fanti, et fono presi da li nostri con molte letere ch’el ditto portava in reame dii viceré e di altri scrite in spagnol. Et si dize à preso danari ch’el viceré mandava a far fanti 1000. Et di queste letere è stato assa’ a lezerle, et ne mandano 10 di qui, per le qual se intenderà molte cosse de i nimici, e come si levo-rono di Albaré et passono l’Adexe per andar verso Zenoa, poi hanno terminato soprastar lì dove i sono a li contorni de Lignago; et francesi par siino a Susa, e sguizari retrati, e li voleno aspetar a la campagna