215 MDXV, MAGGIO. 216 Savii poi in Colegio la proposta dii ditto capitanio, che al presente non la so. È da saper, intesi li fanti a Padoa, cussi come erano pagati, molti di loro fuzivano por andar via havendo auto danari, dicendo voler altri danari si dieno servir la Signoria nostra, et erano molti reduti a Monte Alban ; unde il capitanio zeneral fe’ uno edito, che diti fanti andando in qualunque villa si sia senza il suo boletino, fosseno amazati; ita che ditti fanti reslono. Vene l’orator di Franza episcopo di Aste in Colegio, quale molti zorni none stalo per esser sta indisposto, et ancora à mala ciera, dicendo aver aviso certissimo la Christianissima Maestà vieti in Italia con grosso esercito, per tanto la Signoria metti il suo exercito a hordine; et prega sapi avisar il He quanto el sarà, acciò fazi miglior animo a Soa Maestà a seguir P impresa, et voi mandar lui uno suo inesco in Franza. Il Principe li disse haveremo un bon exercito, ita che Soa Maestà ci lauderà, et ozi per il Senato scriveremo; sicbè il Re vieti in Italia, el questo è certissimo, come li padri de Colegio credeno. Ta-tiifli lo non lo credo; ma tutte queste demonslration fa per intertenir la Signoria nostra non prendi parlilo non polendo ajularla di danari ; tamen à gran fantasia al ducato di Mila». Etiam voria il reame di Napoli, ma il Papa il voria lui per so’ fradello. Di Padoa, ìetere dii provedador zeneral. Zerca pagamenti fati eie., el si mandi altri danari volendo compir di far le mostre. Et il capitanio zeneral scrive sopra questo non si manchi di danari; voi ussir al fin dii mexe col campo in campagna, et questo per far i nimici non li veglia voja di moversi dii Polesene, dove i sono, el venir in vicentina a luor le sede si Irà di le galete, ch’è per ducali 100 milia ; etiam aziò si possi far lo arcolto, perchè spagnoli sono pochi e si slann > a guazar. 128* Da poi disnar, fo Pregadi et leto le Ìetere di Roma et di Franza, di 23, de Vorator nostro, et quello aviso di 3. Item, di Hongaria, di Fadoa e Udene, di la cosa seguita. Item, di Corfù, el una letera à aula maestro Lazaro hebreo zercha le nove dii Turco, la copia di la qual scriverò di soto. Et lezendo le Ìetere, intrò Consejo di X con la zonta. Scriseno in Franza in risposta di Ìetere drizatc al Consejo di X, et a Roma, et poi ussito fuora, fu posto le infrascripte parte. Fu posto, per li Savii, una letera in Franza a li oratori nostri, laudando la deliberalion di la Christianissima Maestà di tuor la impresa de Italia ; è questo el mior tempo possi haver, et nui haveremo uno validissimo exercito di homeni d’arme 1000, cavali lizieri 2000, et fanti 10 milia, et una banda di artellarie ; sichè Soa Maestà vengi di longo che l’impresa sarà facile; con altre parole, ut inlitteris. Et fu presa senza altra disputation. Fu posto, per li dilli, una letera a Roma a l’ora-lor nostro, in risposta di soe, et debbi exortar la Beatitudine Pontificia a voler ultimar una volta et esser in la liga nostra, qual tornerà utele a Santa Chiesia, Soa Beatitudine e tutta la caxa sua, et sarà una voita la qui: te de Italia. Fu posto, per li ditti, condula al conte Paris Scoto piacentino, fidelissimo nostro, qual è in questa (erra: aleuto le operation di la sua fameja fate in questa guerra, cessando la provision li fu dato men-sual, li sia dato conduta di 100 cavali lizieri, et al presente ne fazi solamente 50. Fu presa : 4 di no, 145 di si. Fu posto, per li ditti, dar di provision ducati 20 per paga a page coreuti a l’anno a uno Gabriel da Marlinengo citadin . . , essendo sta molto richiesta la Signoria nostra a farlo per il signor capitanio di le fantarie, per aversi ben portato in Crema et a Bergamo, con questo servi con do cavali ; fu presa. Ave 2 non sinciere, 48 di no, 115 di si. Tulli li Sa- vii la messe, excepto sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma, tamen non contradise; la qual parie posta do altre volle per avanti, fu persa et fu messa ozi, perchè il capitanio di le fantarie instò questa matina mollo in Colegio la fusse posta a soa compiacenza. Fu posto, per li Consieri, che sier Domenego Capello qu. sier Carlo, ch’è ai Dieci Savii a tansar, qual havendo compito provedador al sai non poi venir in Pregadi, per tanto possi venir fino tutto Septembrio non metando balota. Ave 15 di no, 157 di si, sicome fu fato a sier Zuan Zantani, sier Andrea Foscolo, el sier Agustin da Mula. Fu posto, per sier Alexandro Pixani, sier Alvixe Bon e sier Alvixe Foscari provedadori di cornun, una parte zèrcha i panni et ordeni a le tenture, ut in ea, videlicet far 4 soprastanti, quali siano con tre altri tenlori, et insieme debano veder li colori con i quali si lenzeno dilli pani, ut in ea. Ave 4 non sincere, 8 di no, 126 di si, el fu presa. Fu posto, per li Savii dii Consejo; ma fo fata notar per sier Antonio Trun procurator, savio dii Consejo, una parte, di dar conlumalia a li Savii di Colegio, stagino tanto fuora di Colegio Savii quanto sarano stali, ut in parte ; la qual si habbi a meter a Gran Consejo. A l’incontro, li Consieri messeno di