49 MDXV, MARZO. 50 grandissima gente per venir contra el Gran Turco, el quale, inteso questo, chiamò li soi visiri, domandogli conseglio de quello l’havea ad far. Li fu resposto : « Signor, meglio è relirarsi indrieto in qualunque bon locho. » Ditto Signor Turco per lor con-sejo se retirò indrieto Ira due montagne, in le qual stele parecchi zorni. Poi ancora domandò a li soi 25 ‘ conseglieri quello el dovesse far; li dixeno ch’el campo era molto affamato, et che non era altro remedio che tornar a Constantinopoli. Et questo molto dispiacque al Gran Signor, et dixeli : « Adunque questo è l’honor che me volete far; che io ho scritto a tulle le potentic che era rimasto vincitore e havute le chiave de tulle le terre etforteze; et, tornando parerà il contrario ; » el per questo tolse in desgra-tia lutti li sui conseglieri, a li quali fece gran vituperio, che seria longo. Poi chiamò il prelato Sinan bassà albanese et domandoli eonsejo. Lui respose : « Signor, veramente saria gran vergogna che la Maestà Vostra tornasse a Conslantinopoli al presente; et a voler anche tornar in Persia non mi par tempo, perchè semo grandemente affamati. Tandem io la conforto, andiamo in Amasia al nostro confin et pigliamo fiado, poi faremo come ne parerà. » El molto piacele il consiglio de Sinan bassà al Gran Turco, et cussi fece. Et come arivò in l’Amasia, volse far morir Duca Ginogli suo conseglier, de la qual cossa intesa la corte, zoè ianizari, fono mollo turbati el parliti parechi, et vene a Constantinopoli ; et ditto Gran Turco è romaso con pocha gente in l’Amasia. Al presente l’ha fatto comandamento per tutto el suo paese, che luti quelli li quali sono obli-gali andar a lo bisogno de lo Signor, che li debano andar. Ulterius, che ogni quatro case dovesseno dar uno homo ; poi lutti quelli che sono obligali dar qualche tributo, che lo daga duplo. lìagusii, die 10 Februarii 1513. 27 A dì 8. La matina, nulla fu da conto, solum le-tere di Padoa, dii provedador zeneral Contari-ni. Nulla da conto, solum dii partir dii capitanio ze-neral per Trevixo con sier Zorzi Emo, et è andato per slafela ; tornerà doman. È andato a veder le fa-briche. È da saper, in questa terra si ritrova domino Mercurio Bua capo di stratioti, qual è in grafia dii capitanio zeneral, et è zonti a Lio stratioti 50 venuti di Napoli di Romania, quali è mexi do parlino, et sarano in la compagnia di ditto domino Mercurio; si farano la mostra et se li darano danari. El qual Mercurio v’oria esser capo di tutti stratioti. Et inteso J Diarii di M. Sanuto. — Tom. XX. questo, li altri capi che sono a Padoa, zoè Pietro Re- nesi, Zorzi Busichio.....el altri, al numero di.., veneno in questa terra et fono in Colegio, suplican-do che fosse fato uno provedador di stratioti sotto il qual starano volentieri. Unde, fo terminato in Colegio di elezer, per Pregadi, uno provedador di stra-tioti con ducali 60 al mexe, et fo notà la parte. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria per dar audientia, e li Savii si reduseno a consultar insieme. In questa sera, hessendo falto la zercha a sier Bernardo Contarmi qu. sier Teodosio sopracomito di galia sotil, si levò e la note fe’ vela, andò in Dalmata a interzarsi. Et si anderà armando sier Domene-go Lion l'altro soracomito, qual ha zà posto bancho. A dì 9. La matina nulla fu da conio, però nulla scrivo. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta in materia di expedir l’orator di Hongaria, videlice.t far ubligation a chi darà panni di seda etc. Etiam parlato zercha il safil à Anseimo di carati 128, bellissimo etc. Di Crema, di sier JBortolomio Contarmi capitanio e provedador fo letere, di 28 Fevrer et 3 Marzo. Di quelle occorentie, et come Pavia messo in la terra some 900 fermenti ; et si provedi di danari, e l'homo mandoe a Mjlan per recuperation di quelli fo presi in tempo di trieva siano restituiti, ancora non sono ritornato. Item, à aviso il signor Prospero Colona con quelle zente duchesche erano andate verso Aste, si dice per acompagnar il magnifico Juliano qual ritorna di Savoia con la moglie a Fiorenza et poi a Roma; ergo non va in Franza, come fo divulgato andava. A dì 10, la matina, fo letere di Treviso, di sier Jacomo Trevisan podestà e capitanio, di eri. Come il signor capitanio zeneral zonse li in quela matina venuto da Padoa con pochi cavalli, e cavalcò atorno la terra ; vete le fabriche, ordinò alcune aos-se, ut in litteris. Et fato colatione, si partì per ritornar a Padoa. Di Udene, di sier Leonardo Emo luogotenente, di 8. Come i nimici, sono in Gradiscila, vo-leano ussir fuora et venir a far certi danni in la Patria ; il che inteso il governador cavalier di la Volpe, mandoe alcuni cavalli lizieri a imboscarsi ; non veneno et non seguì altro. Scrive altre occorentie, ut in litteris. Di Padoa, di sier Domenego Contarmi provedador zeneral, di eri sera. Qual manda avisi auti da domino Troylo Pignatello, è con li cavalli lizieri in vicentina. Scrive che spagnoli, sono sul Polesene, 4