53 MDXV, MARZO. parte, e la prima volta balolada non fu intesa, perchè Hironimo Negro secretano, che leze tal parte, non se intende bene. Ave non sinciere 15, di no 155, di la parte 286. Et iterum diclo la continentia di essa, ave non sinciere 9, di non 141, di la parte 611, et fu presa. Et a di 5 in Quarantia : 28, 6, 4. Noto. In questo mexe, di bordine di la Signoria, per li provedadori a l’Arsenal sier Hironimo Contarmi e sier Luca Trun, fo posto et ordinato di trar al bresaio di la Tana di archibuso et schiopeto. Et .cussi ogni festa si drestano quelli lavora a l’Arsenal a questo exercitio, et ne voleno aver bon numero per molli respeti, et si li provederà, a quelli sapera-no, e di schiopeto et altro. A di 12, Luni, fo San Gregorio. Li officj non sentano, ma per la terra si lavora. La matina in Colegio sier Zorzi Emo venuto di Padoa dal capitario zeneral con li Cai di X, mandati tutti fuora, fe’ la sua relatione, et stete assai. Vene etiam l’orator di Franza et comunicò alcune cosse. E da saper: è in questa terra venuto al principio di questo mexe, come ho scriplo, uno novo orator dii ducha di Ferara, chiamato domino Obizo di Remin, di primi secretarii dii Ducha, e il vechio, era qui, ritornò a Ferara, questo con letere credenlial, intervenendo i Cai di X, etiam l’orator di Franza, qual mai si parte da lui. Vedendo il Papa cignar voler Ferara e aver dato Modena et Rezo al magnifico Juliano suo fradello, el Ducha voria ligarsi con la Signoria nostra et il Christia-nissimo re; dal qual però non à potuto aver ancora la protectione, licet vi sia soi oratori lì in Franza a questo eliecto; et ogni dì insta con questo, prometendo mandar la moglie e figlioli habi-tar in questa terra et esser pronto a ogni utele di questo Slado. Et vien in Colegio con li Cai di X; et tal materia si trata nel Consejo di X con la zonta. È da saper ; la selimana passata, di bordine di Cai di X, vislo li banchi di Gran Consejo slreli per il sesto azonto, adeo molli non voleano andar a sentar a li banchi di mezo, linde terminono levar quel bancho sesto e redur come prima cinque banchi dopii, ma strenzer el tribunal di la Signoria di ver Broio, et levar via il tribunal era dal Paradiso a l’incontro e la cariega d’oro dii Principe, e redur come era prima za anni.., et azonzer a li banchi altri banchi, ita che si potrà sentar tulli, e li banchi saranno largi come prima; e cussi fo fato et eri fo compito. Di Padoa, letere dii capitanio generai. Come è stato a Treviso et quello l’ha visto di le fabriche, et l’opinion sua eie. Di TJdene, di sier Lunardo Emo luogotenente, di... Come la cavalchata di nostri ussi fuora per veder di prender alcuni che vanno innanzi e indrio da Maran a Gradisca et ritornano; et andati in arguaito posti li nostri, veteno i rimici, et si non era un stratioto che si mostrò, lutti erano presi ; ma solimi per nostri fu preso tre di i rimici, tra li qual uno prete e do corvali. Scrive altre occorentie de lì, ut in litteris. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et Savii sopra le becharie, et expediteno il lutto per questo anno futuro. Poi restalo il Colegio, lexeno la parte voi meter sier Chrislofal Moro savio dii Consejo in materia di danari, et voi far una decima nuova, ut palet; e sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma fe’ lezer la sua, star su el preso; sichè doman sarà Prcgadi per questa materia. Etiam li Savii ai ordeni voleno meter do galie a Baruto et do in Alexandria el altre parte. In questo zorno, fo il perdon a Santa Justina, qual comenzò eri matina e dura per ozi a vesporo, di colpa e di pena, ottenuto noviter da questo Papa. A dì 13. La matina, in Colegio veneno li cinque capi stratioti è in.questa terra, videlicet Todaro Re-nesi, Zorzi Busichio, Condo Cheimi, et Condo Tra-chagnoti, et Zuan Delricho zaratin, suplicando la Signoria non vov mandarli a Padoa a star solo Mercurio Bua, perchè più presto voleno licentia di partirsi. El Principe li fece un gran rebufi'o, dicendo si voleano andar via andaseno ai loro piaceri ; sichè per niun modo voleno andar a Padoa, ma voriario aver uno provedador. Quello seguirà di loro, scriverò poi. Di Padoa, dii capitanio generai, di eri sera. 29 Come ha i nimici voleno far una cavalchala su el padoan, non si sa dove; unde à mandalo a far avi-sar per tutto, li villani si asecurano. Poi scrive zerca i stratioti, che li saria gran vergogna far provedador a loro requisition ; saria tuorli l’ubidienlia; ma si pur si voi far, non se lo mandi al presente, aziò non si dica a complacentia di essi capi è slà fato dito pro-veditor. Poi scrive zercha Zuan di Naldo, qual merita gran punilion, et è stato do mexi fuora di qui, et li soi hanno fati tanti disordeni; pur a requisition di la Signoria nostra è contento perdonarli e vengi al governo di la sua compagnia ; et manda una letera, che lui capitario scrive a Babon di Naldo.