289 MDXV, GIUGNO. 290 hoc Consilium juxla formam legum nostrarum et antiquam ac inveterata™ consueludinem hactenus observatarn, quodque electio ipsa ita cunlinuare liceat usque quo, per vacationem ducatus, dieta pro-visio facta fuerit. In reliquis autem parlibus, pars ipsa firma remaneat ut suam habeant executionem. De la parte .... 415 f De noli..... 954 Non sincere ... 27 173 A dì 11. È da saper, che li dacieri di l’Insida, over caraladori, inleso l’aspra parte contra di loro posta, fono contenti di pagar; et cussi pagerano et vanno exborsando li danari. Dì Padoa, di rectori, di eri sera, drízate ai Cai di X. Zercha la guardia di la terra et il signor Renzo, et di fanti 800 zonti di la dita compagnia ; e altre occorentie etc. Di campo, al tardi, vene letere, di Vicenza, dii capitanio generai et provedador generai. Come i nimici erano alozati quel zorno a Cologna fermi, et li piace si vadino slontanando da l’Adexe dove polriano patir di vituarie assai; et non lasserà che li nostri cavalli lizieri ponto stiano, ma sempre vedino di molestarli, et li hanno mandati ad Olmo ad alozar. I nimici fanno ogni cossa per far esso capitanio si lieva di Vicenza ; la qual cossa non li pai-di farlo per le raxon dite, et replicha et non li stima; pur si mandi danari da contentar le zenle soe, li fanti. Da poi disnar, fo Colegio di savii a consultar. Di Crema, di sier Bortolamio Contarmi capitanio e provedador, di 9. Come sguizari 15 rnilia sono za calati e sono sul milanese e intrerano in Milan, et li hanno prepara, per il loro alozamento, el borgo di la porta Comaseha, e danno fama aspe-tarne altri 15 rnilia. Item, tutto Milan è sotosopra, perchè dicono francesi vien zoso con grande exer-cito ; e altre particularità et occorentie de 11; et quel- lo fanno li agenti dii Papa a Piasenza, che non si ven-gi a’ stipendii di la Signoria nostra etc. Di Vicenza, dii capitanio generai, di ozi, hore 13. Come i nimici sono pur a Cologna alozati. Si dice dieno venir a Lonigo, eh’è apropinquarsi a Vicenza, e tutto fanno per far vergogna a’ nostri e farlo mover esso capitanio di Vicenza, e depredar il visentin e tuto il teritorio e contado, e tuor le galete, etiam ruinar il padoan ; per il che, rispondendo a quanto li è sta scrito, non li par di levarsi ma star fermo, prometendo non venir a zornata. Ben ari-I Diarii di M. Sanoto. — Tom. XX. corda il mandar danari, perchè le zente d’arme non voleno tuor do page. Et consultato in Colegio, fo terminato darli do page in danari et una in panni, et cussi fo scrito per Colegio a ditto capitanio zeneral et provedador ze-neral nostro questa nostra intentione; et cussi saranno satisfati. A dì 12. La matina se intese, eri sera, per 173* messo a posta zonto a hore do di note di Padoa, come eri lì a Padoa era seguito un grandissimo rumor a hore 19: che essendo sier Zacaria di Prioli qu. sier Lunardo el sier Polo Nani qu. sier Zorzi in caxa di sier Toma Morexini qu. sier Nicolò a la Sara-sineseha, videi ieri per mczo il Castello grando, o zugavano a tavole, vene uno ni gazo di Savasto____ contestabile dii signor Renzo con uno boletin per alozar ivi, et essi zentilhomeni risposeno non si alo-zava lì per esser caxa di zentilhomeni di Veniexia ; e lui pur bravando volea alozar, sier Zacaria di Prioli, eh’ è zenero dii Doxe, si levò e strazoli il boletin. Sopravene uno altro ragazo pur instando voler alozar; per il che vedendo essi zentilhomeni non voler, uno di loro andono per la compagnia, qual in ordinanza vene, et esso sier Zacaria volendo farli quie-scere et esserli a l’incontro, questi fanti si messeno conira, e lui fuzendo in alcune fosse li fanti driedo lo feriteno di cinque feride, una su la testa, una sul brazo, una su la man et le altre do.......; per la qual cosa non sohm lo feriteno, nè valse dir « son zenero dii Doxe e zenlilhoirio di Veniexia ». Sier Thomà Morexini si serò in caxa ; el qual fo a pericolo di esser morto. Bulono con furia ditti fanti tre porle zoso et lo bastonono : chi dice ferito. Sier Polo Nani se serò in caxa e non bave mal. Et subito sier Alvixe Loredan fiol dii Serenissimo, con sua so-rela moglie di sier Zacaria di Prioli predilo, mon-tono in barcha et andono suso a Padoa, et la matina, eh’ è ozi, sono lì. Et cussi il Principe in Colegio venuto, fo ledo le letere di reclori, che scrive di questa cossa il modo, ut supra; e come il signor capitanio di le fantarie, inleso questo, monslrò averlo mollo a mal et vene da loro redori, dicendo voler far gran demonstra-tione. Il conlestabele non era lì al lempo seguite la cosa. Et dito capitanio cavalchò per la terra per trovar li malfadori et ne farà provisione granda, et si scusa et duol assai; la qual letera leda in Colegio, il Doxe lacrimoe che soldati ne fazino queste cosse contra li zentilhomeni nostri. Vene in Colegio Francesco da Fiano canzelier dii 174 dito capitanio di le fantarie, eh’è sia in questa terra, 19