101 MDXY, APRILE. 102 Et lo diio come il conte Guido Rangon, per nome dii P;ipa, con 200 lonze era zonto a Modena, et veniva a la volta dii Polesene per conzonzersi con spagnoli. La citò di Ferara, che, in questo tempo, dubitava il Ducha il Pontefice non li venisse a campo, con aiuto di Spagnoli atendeva a fortificarla et contìnue si fevano spalti: hora che il Papa non è aderito a’ voleri yspani, par il Ducha non teme, et cussi sarà Ferara liberata; qual è aderita a Franza, et monstra il Ducha grande amicitia con la Signoria noslra, pur non si discoverze ancora. Et questo saria il tempo di far qualche operatio-ne contra Spagna, che sono il viceré sopra il Polesene alozato; ne sono in lutto lanze ... e fanti. . . Spagnoli, dicono aspefar il marchese di Pescara di reame. A dì 9, Luni di Pasqua, vene prima, la note, letere di Roma, di do oratori nostri, di 3, 4 et 5. Prima, come il Magnifico introe a di ultimo, il Sabato di l’Olivo, con la moglie; fu molto liono-rato, ma niun Cardinal li andò contra. Item, come lui, sier Marin Zorzi dotor, introe in Roma, e li andò conira le fameglie di cardinali, etiam di spagnoli, e altri prelati et molti signori altri, per esser conosulo lì a Roma, dove è stato orator, e lutti li nostri prelati etc., adeo ave assaissima brigata contra e intrò con grandissimo honor. Poi scrive esso sier Piero Landò, come per honorar il successor mandoe a far intender che l’intraria il lai zorno a li reverendissimi cardinali per il suo secretano, e si li piaceva far il consueto di mandarlo a honorar; e cussi li cardinali mandono. Item, a dì 3, andono insieme el novo e’I vechio dal Pontefice, et ebbe audientia, el soli tirali, esso sier Marin espose la imbasata. Soa Santità disse l’amava summamente questa Repubblica, et desiderava ogni ben di quella e la integration dii suo Stalo; ma non poteva più, ni da lui non mancava, et eh’ el staria a veder come seguirla le cosse : unum est V ha bon voler contra di nui e desidera farne cossa agrata. E scrive sopra questi coloquii longo, e ch’el Papa disse lo vedeva volentieri, perchè cussi come erano stati insieme in li fastidii et presoni, cussi in queste soe felicità esso orator vi dovesse esser ; con al Ire parole. Et lui, sier Piero Landò, tolse la licenlia da Soa Beatitudine, et la matina, a dì i, monteria a cavallo per repatriar; e cussi fece. Item, scrive come era letere di Franza, di . ., che l’acordo con il duca di Borgogna era seguilo et Franza, et le noze; qual il Roy li dà soa cugnata madama Reniera per moglie, qual à anni.., e si è dillo li dà per dota il reame di Napoli ; e questo, dicono spagnoli, che sarà una liga di Cambrai ; lutti si unirano a la ruina noslra. Item, scrivono che monsignor di Solier orator di Pranza li andoe contra; e allre parlicularità. ma questo è il sumario. Questa nova di le noze di la cogna’ dii Roy in Parchiducha, fo divulgata per la terra, e tutti li piaceva, non intendendo altro. Vene l’orator di Franza in Colegio ; comunicò quanto havia di Roma, e di queste noze, e fo con li Cai di X. Vene il signor Renzo da Zere capilanio di le fan-(arie nostre, venuto di Roma e di soi castelli, per il qual fo mandato do Savii a terra ferma, sier Piero Trun e sier Hironimo Justinian, e altri soi assa’ erano con lui, et siete poeo; fece reverentia al Principe, dicendo era di fede e tornalo, e fo rimesso a redtir-si Colegio poi disnar et aldirlo. Di Cao d’Istria, di sier Alvixe Barbaro podestà et capitanio più letere, le ultime di. .. Come quel capilanio di Trieste, domino Zuan Rau-bel, zercando per ogni via di romper le Irieve, ma voi fenzer nostri siano stati primi, et havendo ordinato di far far un tratado dopio con certi villani di darli uno castello, fo nostro, chiamato ..., qual essi todeschi al presente posiedono; e cussi essi nostri subditi andati per averlo, esso capilanio con ... cavali et. . . pedoni se iinboscoe et asallono dilli villani, et ne preseno uno capo, qual conduto a Trieste li fece cavar tutti do li ochi e lo lassoe andar ; et scrisse a lui podestà, dolendosi che questi haveano voluto in tempo di trieva far novità ; per il che l’ha punito. Esso podeslà li rescrisse in bona forma, ut in litteris; tamen conclude, fa ogni cossa per poter far danni, però si lazi provisione in Golfo; etiam si dagi il modo dii viver a questo meschin, per esempio di altri. Di Padoa, dii provedador generai Contari-ni. Zerca danari; et come è uno aviso, per via di domino Mercurio Bua, che spagnoli è per levarsi, poi San Zorzi, dii Polesene et andar in Lombardia, lassando bona custodia a Verona. Di TJdene, di sier Limar do Emù luogotenente. Zerca quelle occorenze, nulla da conio; e solicila i danari, ch’è slà mandati. È zorni 80 non è stà pagati, e il governador e altri si voi partir. Di Crema, di sier Bortolomio Contarmi capilanio e provedador, di 5. Zerca danari per pagar le zente; et quelle cosse e in qualche disturbo, perchè crernaschi vendeno il suo, fino li ninzuoli, da povertà, e voleno partirsi. Scrive aver