443 MDXV, AGOSTO. 444 era cresude certe aque fra Parma et Sesfri che non se podeva passar, et fo bisogno mandar ¡1 corier, qual per ogni mulo ne conduseva do per medios hostes, eh’ è miracolo le pasasse. Scrive, a dì 14 de Zugno, di ritorno, zonse in Anversa. L’orator ave au-dienlia Dorncnega pasata in Aja. Fece una oration acomodatissima ; la risposta li fece el canzelier nomine omnium, qual fo che non senza grande admi-ratione 1’ havea aldito, et se meraveiava molto, che senza salvoconduto la Signoria havesse hauto animo mandar ambasador al Prìncipe, cum sit che lui sia una medema cosa con la Cesarea Maestà, con la qual nui havemo grande guerra etc. ; et che quando lui fece a saper la sua venula al Principe fo admesso, existimando lui dovesse esser venuto lì perchè cer-casseino pace con la Cesarea Maestà, e che volesse-' no sua excellentìa se interponesse con suo avo etc. L’orator, ex tempore, latine li rispose acomodala-mente, videlicet che la Signoria non dovea essere imputa de temerità, cum sit che con la caxa de Borgogna mai la Signoria ave se non grandissima beni-volentia ; et essendo questo Stato ad partem et separato, nè non depende da algun, il che fu sum-mamente grato udirai Principe, non acadeva dimandar salvoconduto se dimandava, a’ ni mici, e nui re-putemo la caxa di Borgogna esser in amicìtia con la Signoria nostra. Quantum pertinet ad Cesaream Maiestatem, nui non fevamo altra guera se non repetemo el noslro; e si haveverno defeso el defen-dessemo fino che potremo; e che mai havemo abo-rido de far pace ancora che la non fusse ben equa. Et hoc facto, dimandò licentia a sua excellentìa, che havendo fato P oficio suo impostoli da la Signoria, 268 non achadeva altro; el qual la dete. Poi il zorno driedo, vene uno di primi dii Principe a visitar esso oralor, et fece scusa di quella sinistra risposta dii zorno avanti, e questo era lato per far apiacer a li alemani che erano in corte el spagnoli, ma eh’ el Principe P havea visto volentieri el aldito, el li era stà summamente gralo; e se li paresse di seguitar il Ducha, saria molto ben visto. L’orator ringratiò; et il zorno driedo parlino de lì et in do zornì ve-gnisseino qui in Anversa. Sumario di letere di sier Piero Pasqualigo do-tor et cavalier, orator nostro, stato a I ar-chiducha di Borgogna, data in Anversa a dì.. . Luio 1515. Come a dì 7 si partì di Anversa per andar a trovar in Olanda el Principe, et intrò a di 9 sopra dila ixola; nel qual zorno etiani intrò esso Principe in una terra nominata la llaya, el latine Aga Comi-tis, et fu honoratamente alozato. El dì sequente, la matina, fo conduto a la sua presentia in una hono-rata sala tanto piena di persone che non si potea passar, per parer miranda cossa ad ogniun, che a’ tempi di guerra con il Re di Romani suo avo, la Signoria havesse mandato orator suo li. Et presentato le letere credentiale, hehbe una latina oration al proposito con grande atention di ogni uno ; niuno si mosse, ni sputoe. Li fo risposto, per iì gran canzelier, latine, come ho scrito di sopra. Poi fue acompa-gnato a lo alozamenlo, e demum visilato da trom-beti e altri musici, che li convene far bona man etc.; e fu contento per li todeschi et spagnoli che vi sono numero infinito, li senlino che Venitiani non siano ancosa extinli ni exausti ; poi fo visitato da molti etc. E volendosi partir l’Archiducha per andar a tuor Pu-bidientia di altri lochi e terre sue di la ditta insula, prese licentia da soa exeellentia, qual ge la dete grata, e si partì seguendo il suo camin verso Anversa. E per barca e per cari, chè lì non si va a cavalo, giorno e note.....a dì 16 gionse lì in Anversa molto straco, e trovò maestro Liberal da Treviso medico lì etc. Et per le publice, scrive trovò lì a la 268 corte di l’Archìduca monsignor di la Boxa, eh’ è di prìneipal consieri l’habbi, el qual fo preson a Venecia in questa guerra ; el qual si duol molto di la Signoria e di tutta Veniexia per esser stà mal tratlado e tenuto preson in una torre, imo a lui orator, per esser per nome di venitiani, non li volse locar la man; ma ben dice si lauda di domino Francesco Contarmi, fo dii magnifico domino Zacaria el cavalier, al quai li è ubligato per la optima compagnia li lece quando Pera qui prexon, di presenti el quello li acadeva eie. Sumario di una letera dii ditto sier Piero Pa-squaligo dotor et cavalier, orator, data a Vituerpie, zoè in Anversa, a dì 19 Zugno 1515, drisata a sier Loremo Barbarigo fo di sier Hironimo. Come, poi ch’é ritornato lì in Anversa da la corte di P illustrissimo Archiduca aviserà il successo. Hor andato a la sua presentia, fato l’oratione, li fu risposto opportunamente per il canzelier grando, e molli si meravegliava ch’el fusse intralo in questo paese senza dimandar salvoconduto, el ch’el Duca lo babbi admesso a la corte et audientia, credendo che lui havesse altra comissione di quello P havea. Al che li rispose, che se lui havesse richiestosalvo conduto