315 MDXV, GIUGNO. 316 pue ne la Patria de Friul, Feltre, Cividal da l’Ilislria et altri lochi circonstanti ; le qual cosse molte volte son sia cussi perpetrate et commesse, etiam da pochissimo numero de’ nemici, per non haver voluto la Serenità Vostra, et sapienter, smembrar lo e-xercito suo, nè quello remover da li lochi de più importanza. Le qual cosse considerando io Carlo Contarmi, fo di missier Jacomo, come zeloso et afficiona* tissimo de questo inclito Stato, et considerando etiam quanto da ogni lato Vostra Celsitudine si trova carica de spexe grandissime, me à parso, per debito ad laudem Dei et honor et gloria de Vostra Serenità, exprimer el concepto mio a quella, dando modo et forma che, senza alcuna spesa de essa Serenità Vostra, et con pocho angarizar li populi et subditi soi, solurn quelli che lavorano con uno par de boi pa-gino lire una al mese, et sii questo tanto per un anno; el qual pagamento serà de volontà e consentimento de tutto el lerilorio, che serà per certe spese necessarie. Li qual danari vogli stagino apresso di massari de le ville; con li qual voglio far cavali da sei in se-tecento in poco spacio de tempo; li qual cavali starano in servizio al continuo ne la Patria de Friul, Ilistria, Feltre e.Cividal et altri lochi circumstanti per loro defension; e tal ordine per mi sarà posto cussi in tempo de paze come di guerra, che senza alcuna spesa de la Illustrissima Signoria Vostra li servirà. Li qual homeni et cavali, quando fosseno al soldo de Vostre Excellentie, ogni anno voriano ducati 25 mi-lia ; el in questo modo Vostra Serenità, senza premio alcuno serà al continuo servita, et sohm che quella li absolva da ogni angaria reai et personal, excep-tuando l’ordene de la bancha ; li qual serano benissimo a cavalo et ben armati et lidelissimi, nè sa-chizerano li subditi de Vostra Serenità, imo con ogni fede et carità se exerciterano ad ogni voler 188 * et comando de quella, e starano continuamente preparati, et da ogni tempo prohiberano a le inva-sion predite, che spesse fiale se fanno ne li prediti lochi per corvati et lodeschi el altre barbarice natimi; cosa che serà tanto grata et accepta a lo Eterno Dio, et a la Serenità Vostra quanto dir et ima-ginar se possi et a li subditi soi saluberima, in modo che securamente porano star securi ne le proprie habitation sue, ed intrepidi atenderano a le cosse sue, galdendo in tranquililà et paze li beni soi senza più dubio de esser vexati e sachisati et malmenati con le fameglie et beni soi. El modo veramente et forma de trovar li cavali et homeni predicli, non voglio altramente prò mine dechiarir a Vostre Excellentie ; ma quando a quelle parerà, con ogni debita reverentia li sarà dechiarito. Le qual cosse, Principe Serenissimo, è bisogno che da Vostra Celsitudine habino resolulo et prestissimo ordene, aziò che se possi dar modo et forma al viver de li homeni e de li cavali senza danno alcuno et spesa ut supra. Et cussi humelmente supplico quella li piacqui, per el ben publico et salute di populi et lochi, exequir el saluberimo pensier et recordo mio, come non dubito la Serenità Vostra per sua integerima bontà con ogni celerità procurerà di far. Cujus gratice humiliter me commende. A dì 21, la matina, in Colegio, fo ledo le• 189 tere venute questa note, a hore 4, da Vicenza, dii capitanio generai, date eri a hore 22. Come, intendendo i nimici apropinquarsi a Vicenza et esser venuti a Longara, e voler butar uno ponte a le Torete per passar il Bachaion; per il che terminato partirsi di Vicenza con tuto il campo el venir per la via dreta in questa note in ordinanza a le Brentele et ivi alozar. È da saper: i nimici di Barbaran veneno a Longara, eh’è mia 5 lontan di Vizenza. Di la ca-valchala mandò verso Verona, non fe’ nulla. Nostri erano in Vicenza 730 lanze, fanti 2500, cavali li-zieri 1200. Et inteso li padri di Colegio questa deliberation, piacque molto a la più parte, et molli dubitava nel venir-non havesse impedimento da i nimici, dicendo il capitanio tuo pur i partidi streli di salvarsi, sicome fece quando si levò da Li-gnago; altri diceva saria bon fosse restato a Vizenza. Di Padoa, di sier Piero Querini podestà et sier Andrea Trivixan el cavalier, capitanio, di eri, hore 3 di note. Come haveano auto letere di Vicenza, dii capitanio zeneral, di hore 22, con aviso el si voleva levar con l’exercito a venir a le Bren-telle, et debbi prepararli vituarie etc. Item scri-veno, Troylo Pignatello con li cavalli lizieri, sca-ramuzando con i nimici, che erano grossi, fono a le man, fo presi 5 di nostri cavali e alcuni feriti, et convene passar il Bachaion et salvarsi etc. Di Vdene, fo letere di sier Lunardo Emo luogotenente, di 10. Come era zonto uno capitanio todescho novo a Gorizia, et in Maran era slà portato danari per pagar quelli fanti, et pur risonava qualche adunation a le parte di sopra ; et di altre occorenze. Da poi terza......gionse letere dii capitanio generai, date a le Brentelle, a hore 0. Avisa il suo zonzer li incolumen con tutto lo eser-