571 MDXV, AGOSTO. 572 ltem, è uno aviso, che lo Irieve tra Franza c Spagna è seguite per le cose di là da’ monti. Item, che tien spagnoli verano a unirse con le zente dii Papa. Il Papa e molto di mala voia ; zerca star in jochi e feste per star aliegro, ma queste cose francese lo preme assai, poi le nove dii magnifico Juliano, qual a Fiorenza sta malissimo, e, judicio omnium, brie-vc sarà la sua vita; altre particularità scrive. Item, come il prothonotario Bentivoy era venuto a dirli che il Pontifice li havia dato licentia che lui e tutti li soi ritornaseno in Bologna, e fatoli far patente di questo; el qual dove si troverà, sarà bon servitor di 3^4 la Signoria nostra. Et il nontio portò le lelere, disse a bocca che, venendo le zente dii ducha di Urbin, che venivano a nome dii Papa, l’à viste tornar a Urbino a li alozamenli, e il Ducha è andato a Ugubio. Dice prcetcrea come eri a Ravena fo dito esser nova che Milan havia levà le insegne di Franza. Di campo etiam vene letere dii capitanio venerai e di provedadori venerali, di eri, hore 2 di note. Come i Mimici è per levarsi ozi o doman certissimo, et chi dice passerano Po, chi dice ande-rano a Verona, et zà è preparati li burchii a Lignago per cargar le artcllarie loro per mandarle a Verona, et haveano principiato a cargar; et Marco Antonio Colona, è in Verona, par babbi dito non voi star s’il non ha ancora lì fanti 8000. Scrive il capitanio zeneral, come li cavalli per li clarissimi oratori an-derano al Christianissimo Re, sono in ordene et ne darà di più do de li soi; ma molti zentilhomeni hanno scrito a’ condutieri per aver ditti cavali, i quali havendo, il campo si smenueria molto, tanti i sono ; per tanto à fato uno edito, niun servi di cavalli dii campo ad alcuno solo pena di cassatione. Fo divulgato esser venuto uno di Milan, partì a dì 24, come il Ducha era in Castello, et si diceva sguizari se ritrazerà verso Milan per levar il Ducha et altri soi seguazi et condurli salvi in loro terre. Tamen questa nova fo dita per le piaze. Di Constantinopoli, fo letere di sier Nicolò Justinian baylo nostro, di 12 Luio. Come il Signor era zonto lì a dì 11 ditto con do bassà. Com’è per stafeta venuto, et si dize starà poco e torna in Andernopoli, dove arà il suo exercito in ordene, e voi tuor l’impresa conira Ilongaria. El qual Signor però non era ancóra intrato in Constanlinopoli, ma zonto su la Natòlia e lì è stà, mandò navilii a levarlo etc. Scrive di l’armada el fa, come .... Sumario e copia di una letera dii capitanio 345 venerai, data ad Abatia in campo, a dì 26, hore do di note. Serenissime etc. Havendo inteso che la Sublimità Vostra voria dar de preesenti la paga de panni a le gente d’arme et scorer per tuto Setembrio a darli danari, io me sono molto maravigliato, et parendomi ch’el saper spender a tempo sia doppio sapere, ho voluto per queste reverenlemenle exortar la Celsitudine Vostra a non voler rendersi difìcile in darli al presente aut panni, aut denari, aziò che, se sono poche lanze, non siano almanco malvestite et malcontente. Se Vostra Excellentia li dà li panni et una paga in danari de presenti, comparirono al doppio, et non solum saranno ad ordine de cavalli, et arme et ben vestite, ma ancora sarano allegre et jocunde, con maximo honor de Vostra Illustrissima Signoria apresso francesi. Per lo amore de Dio, non voglia quella sparagnar una paga et desperar le genti d’arme, eo ma-gis che tutte sono a provisione, e tanto è a Vostra Sublimità darli adesso come a la line de l’anno; ma pregola bene non voglia tardar a darli li panni et così el denaro, aziò possino metersi ad ordene in tempo. Et praeterea, la Sublimità Vostro sa lo expediente per me trovato zercha li bovi de le ar-tellarie cimi maximo avantagio de li poveri sudili, li quali pagavano ducati 20 et 29 al mese per caro che serviva in campo, et hora non pagano altro che li bovi et ducati 3 per bovaro ogni 40 giorni. Et perchè intendo che molti para de bovi tolti sì l’hanno preterito come presente, et nel Friul et nel trivisano non sono stà ancor pagati cum grande jactura et danno de li poveri patroni, prego la Celsitudine Vostra, cum instantia, voglia scriver in efficacissima forma che siano ogni modo pagali con presleza, scrivendo ancora a’dicti rectori de Friul et de Treviso, et etiam dar severissima puni-tione a li fanti de ordinanza et bovari fuzitivi, et non li haver rispecto alcuno. Demum, vedendo io, Serenissimo Principe, che meza Venezia se mette ad ordene per andar con li clarissimi oratori a Milano quando andarono a far reverentia al Re Chrislianis-simo, et che cadauno incapara cavalli da questi magnifici condutieri et capi de cavalli, li quali non ponilo negarli, adeo clic lassando correr tal desordeni se leveriano de questo exercilo da 200 et più cavalli de 345 * li megliori che siano ; il che saria de grandissimo danno et vergogna, mi ha parso aduncha non solum