103 11DXV, APRILE. 104 aulo COOO ducali, ducati 2000 per biave et 4000 per pagar le zenle, dandoli da Mazo in là. Scrive voi, per pagar, ducati 4000 e più, e non sa come partirli in 4 page; siché è disperalo, e suplica si mandi il suo successor electo eie. ^ Et sopravene Zuan Gobo corier, vien di Pranza, con le ter e di oratori nostri, numero .... in gifra, qual, per esser cifra nova, non fo lede, ma rimesso a ozi, poi disnar, ad aldirle; solum di l’in-trada di do oratori a Paris nostri e di P audienlia aula dal Re e ben visti, questo se intese : et Co-legio stete assa’ suso fin pasà nona. Di Roma, vidi una letera di sier Francesco Justinian qu. sier Onfredo, di 4, drizata a sier Alvise suo fradello. Come l’orator nostro novo à fato una honorata inlrada, perchè domino Pelro Landò orator vechio à mandato a pregar tutti li cardinali ìi mandino conira le fameglie, e cussi vi hanno mandato tutti: solum tre, Cibo, Siena et Hadriano, et tien sia stato per domenticarsi. È venuto etiam il Magnifico con la sposa, qual Sabato, a di ultimo Marzo, introe lì. Tutta Roma li andono conira; non vi fu alcun Cardinal, sclum Santa Maria in Portico, ch’è il Bibiena, Medici et Cibo: sci parenti zermani andono a Hostia a visitarli; è sta bel spectaculo a veder intrar di 1000 cavali. Alozò in caxa Orsina in Monte Jordano; poi andò di longo a palazo dal Papa, et la sera lornono a caxa. E-rano con lei donne ben vestide di panno d’ oro et di seda, cussini, cariege, tapezarie per famegii, sa-ioui, calze e tutte le galantarie dii mondo. JZerca a cosse di guerra, qui non si parla altro. 11 Magnifico è dii tutto diventa francese poi che andò in Savoia, e si parla per una altra forma di quello si parlava per avanti; si tien in Savoia li sia sta falò di partidi; sichè le.cose va per altra via. Tegno il Magnifico farà che Nostro Signor seguirà il voler suo, et il Magnifico si lieva dii voler di costoro nemici nostri ; per il che ne sequirà qualche bon esito. E letere di Pranza, di 27, afermano l’acordo con In-galtera sarà, e il Re solicita la impresa de Italia; el signor Zuan Jacomo Triulzi esser a Lion con 1500 lanze et 10 milia fanti, e tiense per certo che per lutto Zugno francesi serano in Italia. Si haveva per fermo le noze di FArciduclia ne la cugnata dii Re ; et le noze dii magnifico Lorenzo in la neza dii re di Spagna son ite in fumo, perchè hanno a far con ta-chagni, e, si dize, la madre di dito Magnifico non 5G* aver voluto si fazi. La dota dii Magnifico è sta ducali 100 milia, zoè 30 milia di vestimenti e zoie, il reslo in danari; è per andar con la moglie a Fio- renza. Domino llironimo Lipomano è zonto qui; non è ussido di caxa per non esser zonte ancora le soe veste; tegno farà poco frulo, per esser venuto in mala saxon. Ozi si parte domino Petro Laudo per Venelia. Si ha ozi sguizari aver dimandato danari al Slado di Milan per conservar la liga loro; non li è sia risposto a loro modo, come speravano, linde si doleno aver perso danari e miglior confedera-tion. Il Papa tien sia opera spagnola, e comenza a cognosser sue insidie. In questa malina, fra’ Zuan Maria di Arezo pre-dicator a li Frari Menori predicò sentando per esser venule le gote da eri in qua; et eri disse messa a l’aitar dii Crocefixo, et ozi tolse combialo, con gran carilà. Era assa’ gente, e trovò in la zerca in tulio ducati 18. Doman si parte, va a dormir a San Spirilo et poi di longo a smontar a Pexaro, e va a Roma dal zeneral. il capitolo è stà rimesso a farlo a ... Et ozi, poi disnar, predicò a San Polo il fratino nominalo di sopra. Da poi disnar, redulo il Colegio, il Principe e la Signoria e Savi, fonno lecte le letere di Pranza, di tre oratori nostri, numero ..., da Paris, di 17 fino ultimo Marzo: il sumario è questo. Et perchè non voglio perder tempo in replicar, qui avanti sarà nolado una letera di Pranza copiosa, et poi il zorno sarà Pregadi sarà qualcossa di più notanda ; sichè ozi, venuto zoso Colegio a hore 23 tulli di bona voglia, dicendo andè a cena che havemo le mior nove che in questa guerra si habbino aulì; et fono ordinato mandar li sumarii a Padoa al capitanio zeneral. Copia di una letera dì Nicolò Sagndino secre- 57 tario con li oratori andati in Pranza, scritta a sier Alvise Foscari, fo di missier Nicolò, data a Paris a dì 23 Marzo 1515. Narra la intrata di oratori nostri ivi, et l’audientia anta da la Christianissima Ma-jestà. Come, a dì 5 de Marzo, parlino li oratori di Lion et hanno cavalcato zorni 11. Sono passati per molle belle cità et lochi e ritrovato belissimi paesi et ri-chissimi e boni et perfecti alogiamenli, e il paese di la Pranza è bellissimo e si poria equipararlo a la Italia. Et a dì 16 gionseno mia 4 lontano di Paris, e posto ordine di far la intrata per il giorno sequenle. E cussi, a dì 17, a hore zerca 20, si parlino di lo alo-giamento preditto, e poco distante fono incontrali dal clarissimo domino Marco Dandolo oralor nostro c da doi fratelli dii reverendissimo episcopo di