145 MDXV, APRILE. 14G dicendo era zà maridata in uno citadin padoan di caxa di San Bonifazio. Et lui pur instando di averla; dubitando non fusse tolta per forza, la messe nel monasterio di Santa Anna in salvo. Et inteso questo dal capitariio zollerai, qual voleva Basilio l’havesse, mandò a dir a sua madre li venisse parlar, exorlan-dola a queste noze, e lei scusandosi non poteva, li disse gran vilania, e volendo averla ad ogni modo, mandò fino a la porta dii monasterio alcuni soi alabardieri, et fece tanto clic, volendo butarzosole porte dii monasterio, l’abadessa dote questa dona l'uora. E cussi esso Basilio l’ave e la menò a caxa sua ; et lei recusando sempre non voler lui per marito, pur usò con lei, et l’altro eri la sposoe contro il voler suo; la qual cossa è grandissima che il capitanio zeneral usi questi modi; ma la Signoria non fo avisala di questo ; tamen la è cussi, et niun osa scriver. La madre, e Boroinea, sta in questa terra a Santa Maria Formoxa, e si lamenta con tutti dii forzo li vien fato; tamen a la Signoria niun è sta a lamentarsi, per dubito il capitanio zeneral non li fazmo amazar o brusar in caxa per esser tanto imperioso; et quelli di Collegio lo sano, ma non voleno dir nulla, imo dicono non saper niente. In questo zorno, qui a Venecia fu fato un male-Dzio, cavato li ochi a do e tajà una man per delibe-ration di Zudexi di proprio ; quali havevano alcuni manofati, ut in processu. È da saper, Jacob hebreo fìol di Anselmo, chiamato per la bararia fata a sier Piero Bragadin ; qual non si à presentado; volendo li Avogadori conda-narlo in Quarantia, par che li altri Avogadori pasadi, videlicet sier Piero Contarmi, sier Zuan Capelo e sier Francesco Donado el cavalier, liabino intromesso el prefato Jacob per una quarela data contra di lui per zuogo eie., eh’è questa, et però voleano etiam loro intrar in questa condanation se dia far, el an-dono in Colegio questa matina a la Signoria et fono in contrasto. Parlò sier Nicolò Doltin l’avogador; li rispose sier Francesco Donado el cavalier olim avogador, e cussi la malina sequente, iter uni alditi, la Signoria terminono andasseno in Quarantia a decider questo articolo. 80 * Adì 57. Vene in Colegio il capitanio zeneral nostro acompagnalo da alcuni patricii che andono a levarlo di caxa, dotori e altri, et eravi etiam apresso di lui sier Zorzi Corner el cavalier procurator, che andò a caxa a visitarlo et lo acompagnoe a palazo; era vestito zipoli d’oro et sajo di veludo cremexin e ha-reta rossa. Et poi mandali fuora quelli non erano di Colegio, disse come era venuto qui per dir la condi- I Diarti di M. Sanuto — Tom. XX. tion di le fabriche havia fato far a Padoa, et narò quale, dicendo per lutto Mazo dal bastion Impossibile fino al Portello la cilà di Padoa sarà tanto forte che le femene potrà vardarla, e a queslo ha usalo gran solicitudine. Disse di le zente havemo, si con-dulieri, homeni d’arme, cavali lizieri et fanlarie, et li mal pagamenti faloli, e si hanno fato qualche disordine, che non esser slà pagali l’à causato; tamen dove lui ha inteso, li bau puniti etc. Disse bisogna dar danari chi voi venir questo zente, et consultar quello si babbi a far per queste arcolle. Et i minici sono pochi e si dieno levar dii Polesenc, e lien, inteso arano l’acordo d’ingaltera, prenderano parlalo; con altri soi discorsi; et poi a una altra audientiu secreta diria allro. Fo carezalo mollo dal Principe el altri dii Colegio, et si partì, et ozi da poi disnar andò a l’Arsenal a veder certo artelarie. Et li fo parlalo questa matina in Colegio zercha far nobeli homeni d’arme; e disse che laudava cominziar a meter la militia in nui allri, ma bisognava zoveni e non al primo Irato farli homeni d’arme, e col tempo sariano poi boni. Di Padoa, di sier Domenego Contarmiprò-vedador generai, di cri sera. Come ha aviso a Trento si feva adunalion di zenle alemane per venir a conzonzersi con spagnoli, e allri avisi, et devano denari. Tamen il capitanio zeneral, lotoli questo aviso, disse: «Non lo erodiate se io non vi scrivo, perchè lo saperò ben ». Di Trevixo, di sier Jacomo Trivixan podestà et capitanio. Di grandissimi danni fanno quelli soldati dii capitanio di le fanlarie alozali sopra quel teritorio, eh’è insuportabeli, ut in littcris. Et scrive che ’1 suo cavalier fo morto, et ne fanno tante che non sa il modo di repararli; pur à fato cerio capo con fanti a cavalle, al qual à dato ogni libertà a prender li delinquenti, di voler dii signor Bonzo, el presi do di questi tali li hanno fato apicar. Fo parlato in questa matina, di scriver una le-lera a l’archiduca di Borgogna, ralegrandosi di l’a-cordo fato con Franza, et volemo esser uniti con sua excellentia; el altri di Colegio voleno olezer uno orator vadi a far questo oficio oltra la letera se li scriverà; allri voriano mandar uno di do, o il Dandolo o il Pasqualigo tornalo sarà d’ Ingaltera in Franza ; e sopra questo fo ordinato far Pregadi. Da poi disnar aduncha, fo Pregadi et lelo letere solum di Padoa e Treviso e Udene. Zerca danari bisogna per quelle zente. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii, su-spender li debiti à con la Signoria nostra, per do 10