585 J1DXV, AGOSTO. 58G 352 * Da poi disnar, fo ordinato Pregadi per scriver al capitanio zercha quello voi far, et prima ordinato Consejo di X con la zonta, e cussi reduto stete il Consejo di X alquanto; poi ussito, lexeno alcune le- tere al Consejo dii capitanio zeneral et......... .........; et fo comanda gran credenza et sa- gramentà il Consejo. Di Vicenza, fo letere di sier Nicolò Pasqua-Ugo podestà et capitanio, di ozi. Dii partir certo de i ninnici per Ixola di la Scala, ltem, che vano poi a Villa Franca, e de li la miti di le zente intrcrano in Verona, l’altra miti in Brexa; et di Verona ha si fortificha molto quella terra, ni Marco Antonio Cotona alende ad altro. Item, il viceré era lì, e di le parte di sopra si sente gran preparamenti di tedeschi, quali dieno venir immediate a inlrar in Verona, ltem, spagnoli par si voglino conzonzer con le zente dii Papa è in Bologna, et poi far la di-vision dita di sopra. Fu poi posto una savia letera al capitanio zeneral in risposta di soe zerca levar il campo, che inteso quanto soa excellentia ne ha scripto di passar Po et andar verso Bologna, e far motion etc., a nui non par questo di far per non iritar il Papa ; ma ben volendo seguir il campo nimico, vadi soa excellentia come li par. Et fo licenlià Pregadi zercha hore 24, con gran credenza. In questa matina, l’orator dii Turco fo per Marzaria con altri patricii, et era ben coniata, et a veder le arme dii Consejo di X in Palazo: è homo molto discrete, è zaus dii Signor, non come fó l’altro, et ha la febre quartana. Ozi, in Consejo di X, fo fati Cai, per il mexe di Septembrio, quelli Ire fono il mexe di Luio: Sicr Francesco Falier, sier Marco Orio et sicr Francesco di Garzoni. 353 A dì ultimo Avosto, la matina, non fo letere di campo, et fo in Colegio ledo la letera si manda al Signor turco in risposta di la sua, scrila per Borlolamio Comin in oplima forma, la copia di la qual sarà notada qui avanti, et terminalo doman vengi a la Signoria vestito, et se li dà una vesta di veludo cremcxin et altre veste, et ducati 400 d’oro, e li altri soi di scartato etc. Vene l’orator di Franza per saper di novo, et nulla era. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et fo fato la grazia a domino......Calergi di Can- dia, qual è poco amazò suo zenero, videlicet dona a la Signoria ducali 1500 et è asolto dii bando. È parente di sicr Ilironimo Corner di sier Zorzi ca- valier procurator, ch’é maridà in Candia, et sicr Zorzi Corner li à dà gran favor. È da saper, quelli hanno promesso l’impresiedo a Gran Consejo, con gran dificultà danno li danari fuora, et di ducati Gl milia in lutto è stà promesso in questo impresiedo, si resta a scuoder più di ducati 25 milia ; sichè bisognerà far provisione, e fo solicilà sier Zacaria Dolfin e sier Luca Tran a scuo-derli, quali sono cassieri, et ordinato mandar ducali 10 milia in campo, aziò, levandosi il campo, habino danari con toro. Di campo, vene letere, a vespero, avanti intrar nel Consejo di X, di provedadori zenc-rali e dii capitanio, di eri, hore do di note. Come, in questa matina, per tempo, col nome dii Spirito Santo si Icveriano di l’Abadia et andariano a Villa Marzana per andar a Figaruol e far la via su le rive di Po a Hostìa et intrar sul veronese, et anderà temporizando, aspetando le letere di la Signoria nostra. À lassato a custodia dii padoan zerca 250 cavalli lizieri, zoé Troylo Pignatello, Chiapin Ursino, Julio Scìpion et Farfarello. Item, se li mandi danari, et i nimici alozati la note a Ixola di la Scala è levati, tiravano a la volta di Valezo. In questo Consejo di X fo fato molte gratie, videlicet al cavalier dii Doxe una porta a Verona, a Seraphin di Trevi, operalo in queste cose francese, capitanio dii devedo di Ruigo, et Branditi di Fiorio gastaldo di le barche di Padoa in loco dii padre benemerito nostro, qual é andato in Lombardia a li nostri servicii, et non si sa quello sia de lui ; et altre gralie. • Di Roma, vene letere di l'orator nostro, di 25, 27 et 28, il sumarìo è: Come vene nova de lì che sguizari e franzesi erano stati a le mano, et rimasti vicloriosì francesi, et morti 20 milia sguizari et 12 milia lanzinech dii re di Franza, unde assaissimo persone si reduse da lui per saper la verità. Tamcn mandò dal Papa, et dice non bavia nulla Soa Santità, ni dal Cardinal San Severino, Cornelio et Bi-biena, che sono quelli sanno le nove, quali li afir-mono nulla aver, e questo fo a dì 27. Poi a dì 28 fo dal Papa. Soa Santità li fé varii coloquii, dicendo aver letere di 24, di Turili, di quel agente dii Magnifico, come il Christianissimo re era lì, et francesi retrati a Navara ; et esser letere di Zurich, di...., come quelli sguizari havèano termina venir grossi in socorso, di altri capitani, da numero 20 milia, contra Franza, dicendo Soa Santità il Re averà da far assai. Spagnoli si redurà con le zente di Soa Santità, eh’ è a Bologna, et in questo mezo tornerà il