373 MDXV, LUGLIO. 374 Signoria li vogli far una patente, che il suo Stado da li nostri cavali lizieri non sia molestatilo, oferendo ogni passo et comodità a’ nostri sì in andar a Crema et venir; imde consultato con li Savii, fo terminato compiacerli, et li fo fato uno ampio salvoconduto, over patente, come el volse. Vene l’orator di Pranza solicitando P exercito nostro; disse alcune nove di Lombardia, che non a-spelano ¡»Uro le terre che la venula dii Roy, tulle si darano; et poi mandalo fuora chi non era dii Con-sejo di X, parloe di altre cose. Vene domino Antonio da Marlinengo, fo fiol di domino Bernardin, citadin di Brexa e zentilhomo nostro, qual è stato fin hora a Piasenza, hora è venuto qui. Era con lui sier Gabriel Moro el cavalier; à una sua cugnata per moglie, et parlò pian al Doxe. Di campo, fo 1etere. di eri sera. 1 nimici, ut supra, non hanno fato la cavalcata fo dito doveano far. Item, zercha fanti. Di Trevixo, dii podestà e sier lìortolomio da Mosto provedador. Come lutto il trivixan è in fuga; (ulti fuzeno per comandamenti ha fato il capitatilo zeneral. Dà poi disnar, fo Colegio dii Principe, Signoria e Savii in materia pecuniaria e sopra li ducali 5000 di molini di Trevixo. De Ingolferà, fo 1 etere dii Badoer e Zu-stignan oratori nostri, di 29 Ma so. Nulla da conto. 224 A dì 11 Luio. La malina, in Colegio fo terminalo, ita consulente et volente sier Nicolò Venier governador di P inlrade, solo, perchè sier Lorenzo Ca • pello è amalato et sier... Landò non si voi impazar, per far la mercadantia di le malvasie, et è contra la deliberation fata per i 7 Savii quali hanno auclorità sopra il dazio di la spina, per più parte prese et senza meter altra parie, ma cussi volendo sier Alvise da Molin savio dii Conseio, de incantar. Iterum, li magazeni di malvasie, li quali hanno aulo do incanti el non trovalo di afilarli, di numero 20, zerca 8 a durati 600 vel zircha ; e il dazio dii vili, qual à auto (re incanti, era a ducati 6130 a Panno; e cussi va le cosse dii Stado nostro, a danno di la terra, dii dazio a spina, eh’è pur di San Marco, e di le hostarie. lo Marin Saiiudo ho fatto quello ho potuto; son solo, non posso più. Et cussi ozi fono incanladi do soli che trovono chi li volesse, li altri no. Di Chiosa, di sier Pangrati Justinianpodestà fo letere, di eri. Dii zonzer molli fanti fin qui, da numerò'300, di la compagnia di Zuan Corado Orsini, et ne vera di altri, e cussi come i vieneno, li manda sul Piova per passar in campo. Etiam è zonto qualche cavalo di homo d’arme; et dili fanti fo retenuti che non pasasseno dal ducha di Urbin, et poi li ha lassati venir et son venuti. Di campo, dii provedador zeneral, di eri sera. Prima dize i nimici sono a Vizenza, ut supra, e la cavalcata doveano far non è mossa, ma ben si dize tulio il campo è per levarsi, et hanno preparalo 40 cara di pan et di l’altro per tre zorni; chi dize anderano a Montagnana et chi altrove. Item, li nomi di alcuni presoni veronesi sono questi : Nicolò Trivella, Jacomo Drago, Nicolò di Tapi et Lodovico da Brola citadini veronesi. Dii capitanio zeneral fo letere. Zerclia le oc-curentie dii campo e di ajutanli; voi fachini di questa terra 100 et luor 100 dii padoan et 100 dii tri-vixan, e scrive sopra questo. Fo terminato mandar ducali 2000 in campo in questa sera, el cussi i fono mandati eie. Di Roma, vene letere di V orator nostro, di 3 fin 7 di questo. 11 sumario è questo: Prima, co-loquii col Papa zercha questa venula di Franza in Italia, el Soa Santità è certa adesso che ’I vien e si voria adalar con Soa Maestà; dubita non li vengi inimico e voria li lasasse Parma e Piasenza. Et par- 224* landò con esso orator, disse: « Che vi par? Il Roy à voluto dar d’intrada al Magnifico nostro fratello franchi 6000 a Panno, che la Signoria li daria di più». A questo Porator li rispose: « Quando Soa Maestà fusse in acordo con la Soa Sanlilà, P è da creder Parìa quello che la volesse ». Poi parlò zercha il reame di Napoli etc Conclusive, voria la Signoria nostra ronzasse le cosse. Item, a dì 5, el Magnifico parli per Bologna ; monsignor di Mormori e lui nostro fono per volerlo acompagnar; non volse niuno; è parlilo con poche persone. À falò grande instanzia el signor Frachasso vadi con lui ; el qual recusava, pur à contenta, el va come suo consier senza allro titolo. El signor Antonio Maria Palavi-sino è pur lì a Roma, partirà fin do zorni. Zuan Paulo Baion è venuto dal Papa, et oferto farli 6000 fanti ogni fiata voy Soa Santità, et il Papa l’ha ex-pedito lazi 150 homeni d’arme et 3000 fanti per adesso. Item, parlando con monsignor di Momort orator di Franza, disse aver letere, di 28, di Ambo-sia, come do cantoni di sguizari «rano acordati col Papa, ma certo quel di Lucera, et ne era 6 nontii in corte dii Re di dilli cantoni per acordarsi, et che il Re alende a la impresa, et a dì 15 doveva esser a j Lion ; si havia fato taiar il manto bianco da Ducha