UDXV, APRILE. 100 Item, questa sera zonse domino Boriiti decano di Treviso, vieti di Roma a stafeta, parti a dì 3. Dice il Magnifico intrò Domenica in Roma con gran Iriunfi di archi Iriumphaìi eie. fali per dove passava; ù conduto la moglie. E la sera in palazo dii Papa si doveva far comedie etc. Item, che fo mandato contra uno elefante, fo quelli li mandò a donar il re di Portogallo, sopra el qual era uno castello con homeni armati dentro, et par per disastro sia cascalo il diio castello, adeo è sia tolto per mal augurio etc. Sier Hironimo Lipomano zonse a dì primo, alozato in caxa dii vescovo di Bergamo suo fratello. L’orator nostro, sier Mariti Zorzi dolor, era mirato a dì 2, il Lutti, con grandissimo Itotior; li andò conira fameglie di cardinali e dii Papa e fino di cardinali spagnoli, ita dicitur. Quello sarà, scriverò poi di soto. A dì 7, fu il Sabato Santo. Dito la messa a San Marco de more, con la Signoria et oratori do, Pranza e Ferara, e Colegio di Savii e solo sier Michiel Venier cao di X. Poi disnar Colegio di Savii, e ozi dapoi disnar ai Frari, per fra’ Zuan Maria di Arezo, in pulpito, fo monstrato in uno ta-bernaeulo il legno di la Croce li ha donato sier Marin Trivixan qu. sier Marchiò ; qual Pha fato lui honorifice meterlo in uno labernaculo, e voi portarlo in la sua patria di Arezo. Di questo fo molto biasimato diio sier Mariti, che tal reliquia santa lassi ussir di questa terra, unde li nostri progenitori levano ogni cossa di andar per il mondo zer-car reliquie sante e portarle in questa terra e darle in alcuna chiexia, che molle vi sono. E queste è quelle che mantien la cita nostra, eh’è senza muraglie. Vi sono iti questa cita, solamente corpi di Santi, numero . . , senza numero infinito di altre reliquie, e legno di 10 chiodi etc. JH Chiosa, fo aviso di sier Pangrati Justi-nianpodestà, di osi. Come era zonto lì domino Borlolomio da Villa Chiara, sialo a Roma col signor Renzo da Zere, ha dito il signor predito snria il dì sequente lì per venir a Venezia a continuar il stipendio con la Signoria nostra per capitanio di le fantarie; el qual vieti per la via di Ferara. 54 A dì 8, fo il zorno di Pasqua. La Signoria, vicedoxe sier Piero Lion vestito di veludo creme-sin, vene de more a messa in chiesia di San Marco, con li do oratori Pranza e Ferara et pochi patricii. Et da poi disnar, si predicò a San Marco per don Piero de Luca predica a la Caritade. Vi fu con la Signoria ut supra, lo episcopo di Brexa domino Paulo Zane, et pochi patricii, et non fu portato le cerimonie ducal di la umbrella, cussin, cariega, barela ducal et spada per non vi esser il Principe, qual è in palazo risenlido di la gamba, per la mutalion de’ tempi ; pur va in Colegio. Eravi solirn 4 veste di seda el zerca 20 patricii; cosa che biasimo assai, perchè, licet il Principe non vadi, vi va la Signoria che ripresenta il Stado, e li pa-tricii doveriano esser andati. Poi andono a vesporo a San Zacaria, dove è il perdon solito confìrmato per questo Pontifico; et tornati,Colegio si reduse con la Signoria a lezer letere. Non vi andò il Principe, et steteno alquanto, e fo letere di Padoa zerca dar una paga zeneral a le zente d’arme e fantarie tutte etc. Di sier Domenego Contarmi provedador zeneral, di eri, vidi letere, di Padoa. Come ha-veano certa relation, che a Trento erano stà mandali comandamenti a le ville circonvicine confinano con visentina, che quelli pono portar arme stiano in hordene a requisition di la Cesarea Maestà per tre zorni; il che inleso, il capitanio zeneral ha fato a saper a Bassan, Castelfranco et per tutto, cadaun stagi riguardosi per questo. Item, il capitanio zeneral questa setimana voi venir per tre zorni a la Signoria. Item, si provedi di più numero di fanti a la custodia di Padoa; sono solum 680 sotto questi contestabcli qui sottoscritti. In questo zorno, giorise qui, venuto di Roma, 54* el signor Renzo da Zere capitanio di le fantarie nostre, alozato in la sua casa tien a San Fantin; el si dice ha menato con lui, sopra la sua fede, Julio Manfron condulier nostro et Emilio Cavriana, quali in questi zorni per dubito dii capitanio zeneral fuzi-leno di loro alozamenti di Uderzo e fuziteuo a Ferara. Quello seguirà di loro, ne farò mentione. Di Corfù, vidi letere di sier Sebastian Ma-lipiero consier, di 2 Marzo. Come, per uno zudeo venuto di la Valona, ha inteso che uno galion di Spagna armato a Brandizo et una barza haveano preso una nave di fiorentini carga di pannine e altre merze, rica di ducati 60 milia, andava a Constanti-nopoli. Item, il provedador di l’armada era partido con do galie candiote, mal in bordine, per veder di trovar dito galion etc. ; el qual par andasse a Trani, e ivi non fo lassato vender ditte robe, ma poi andò a ... et à contraiate ivi. Item, scrive dii Turco, qual fu roto dal Sophì et è in Amasia, et li era venuti oratori dii Sophì, qual li ha retenuti et mandato uno suo orator al prelato Sophì. Di Cavarzere si ave, le barche andate a quella custodia hanno scarainuzato con i nimici etc.