419 MDXV, LUGLIO. 420 zerchn uno pesador di Camerlengo di commi, poslo per sier Zuan Emo camerlengo, et sier Francesco di Garzoni, come cassier (HI Consejo di X, ha posto uno altro, dicendo è soa juridition, et dito sier Francesco è Cao et voleva fusse il suo. A l’incontro, sier Zorzi Emo parloe per cèrta composition haveano fato insieme, e strazò el scrito; sichè lutto ozi si stele su questo. Fo fato Cìiì di X, per Avosto, sier Nicolò di Prioli, sier Alvise Griinani et sier Francesco Fo-scari el cavalier. Fo manda a Padoa, per pagar le zelile d’arnie, altri ducati 4000 da esser mandali poi in campo a Este. In questa malina, havendo sier Francesco Bolani l’avogador fato comandar sier Leonardo Bembo a la Qu .rutilia criminal per menar la intromission fata per lui l’ultimo Gran Consejo, come ho scriplo, et citarli li Consieri, el dito Avogadw andò in Cole-gio et dimandò licenlia al Principe di plaeilar i Consieri; sier Francesco Fosca ri el consier disse che è cosse di Gran Conscio. El Principe persuase a l’A-vogador a menarla a Gran Consejo, el cussi fu contento. 251 * A dì 29, Domenega. Vene in Colegio domino Pietro Antonio Bataia conterai zeneral, vien di campo, et parloe zercha le cosse dii campo; et fo espe-dito, et ritorna in campo. In questa matina, el capilanio Renier lodesco, qual era in Toreselle con il conte Cristoforo e il ca-pitanio Rizan, per parole bestiai usale, la cura di qual presoni à sier Zuan Antonio Dandolo, parlò a li Cai di X con il consulto dii Colegio di levarlo de li, e fé far uno altro cabion in Terra nuova dove è li altri; et cussi ozi il capilanio dii Consejo di X andò in Toreselle, lo cavoe de li el lo nieiioe dentro el ditto cabion dove el starà. Di campo, fo Mere, di Este, dii capitanio menerai, di eri sera. Come el viceré era zotito in campo quel zorno con poche zente, et la bravavano molto; diceva voler venir col campo a Monlagnana; altri di levar il campo tutto, passar l’Adexe e andar in Lombardia; de che esso capilanio vorrà andar ad alozar sul Polcsene, per li respeti in le lelere scrile. Et questa letera fo leda con li Cai di X, el per Colegio consultalo, d’acordo li fo scrito è boli non si muova soa excellenlia per adesso, ma si stagi a veder quello farano i minici, perché il tutto è conservar l’esercito. Di Crema, di sier Bortolo Contarmi capitanio e provedador, di 25, in si fra. Come, hes- sendo a di 24 i ninnici venuti a do ville dii cremasco, nominate Palazo el......... a far danno, parse* al signor capilanio di le fa.itarie aver licita causa di romperli la trieva ; et ricevuto etiam le lelere dii Senato che li collideva rompesse; unde mandò alcune zelile in Geradada, a Castel Lion, e con il favor di for.mssjti introe in el castello e lo prese a nome dii Christianissimo Ite, ponendoli l’insegne di Pranza, el preseno dentro uno Gergeto capo duchesco di 50 cavali a la slradiola, i qual cavali tulli erano li a caso venuti, che altrove haveano i soi alozatnenli; sichè fono presi, el do ci la dini Salerni cremonesi, che hanno possession lì con 10 cavali; sichè arano vituarie assa’. Et havea mandato a dimandar Pandin, mia ... di Crema; spera averlo, e cussi torà li altri lochi; esequirà le letere; el Castel Lion è lonzi di lì mia .... Di Milan, scrive, le cosse sono ut supra; di sguizari non sa con verità alcuna cossa, ma pur si diceva; et de’ sguizari a Milan se dicevano erano 252 reirati a Novara, el francesi a pe’ di monti; tamen per non aver la cossa cerla, non scrive. Aspela soi messi mandati, di qual haverasse il reporlo. Scrive, il viceré partì di Marlinengo per Bresa; (ieu ritorni in campo, el à cavato di la Capeila di Bergamo li spagnoli erano lì a custodia, et consiglialo quel loco a uno duchesco............ Vene 1’ orator di Pranza, et li fo comunicato quauto si havea di Crema, el come haveamo roto la trieva. Siete pur con li Cai di X in Colegio su va rii discorsi, e tulli si mera vegli a va non vi l'usse alcun a ’iso certo, el disse non poteva lardar ozi non vi lusse letere. Vene, subito partido di Colegio dito orator, Vi-cenzo corier, vien di Lion, qual el vene lì a dì !U di questo con sier Piero Pasqualigo venuto orator di Fiandra di l’Archiducha, el portò letere di tutti do oratori, di 17 et 18 in zifra, et una dii Dandolo solo, da Lion, di 13, qual avisa il zonzer di la Christiaiiissima Maestà a dì 12, et lui orator a dì 13. Poi, per quella di 17. avisa che haveano concluso nel Consejo regio di iuor l’impresa di la soa dueea de Milan, el venir in persona con l’esercito di qua da’ monti e non star più a temporizar. Et scriveno dii zonzer li dii ducha vii Geler et .¡il numero di le zelile de.; e come era sta falò crida publica di questa impresa, et il Re si partiria a dì 24 per Garuo-nopoli, dove za era andato missier Zuan Jacomo Triulzi e Piero Navaro con bona parte di fanti e ar* telarie. Scrive poi aver inteso il mandar dii signor Renzo a Crema per romper et sublevar popoli.