109 MDXV, APRILE. 110 rator, si ha da Trento esser sia fato una dieia, et as- , spelavano 8000 sguizari per venir uno capitanio cesareo verso spagnoli, quali si leverano dii Polesene et verano alozar in viseulina; et altri avisi. El de i nimici di Verona ussiti, à fato certi danni verso San Martin, et quel capo di slratioti andò di là, Constan-tin Greco, è ussito, e fato certa incursion, ut in lit-teris; poco à trovato. Vene Porator di Franza in Golegio et li fo comunicalo quanto si havia. Etiam lui comunicò, e di la bona mente dii Roy, qual à gran fantasia a la impresa de Italia, expedito che sia l’acordo con Ingal-tera. Et è sta bone queste noze fate di la cugnata in l’Archiducha: lutto a ruina di Spagna. Di Constantinopoli, di sier Nicolò Justi-nian baylo, fo letere, di IO, 13 Fevrer et 6 Marzo, di grandissima importantia, et fono lede ozi in Pregadi; il suinario scriverò di solo. Da poi disnar, fo Pregadi e con grandissima pioza. Ldo letere di Roma, Franza, Constantino-puli, Padoa, Vicenza el Udene ; di Hongaria non fo lede le lelere: fo bel Pregadi, e assà avisi. Di Gonstantinopoli, il sumario di queste Ire ultime lelere fu, come' il Signor, eh’ era in A-masia, havia mandato olachi a Conslantinopoli a tuor 2000 janizari, e cussi erano partiti e andati su l’Anatolia con il suo capitanio agà ; e di questo, chi dice voi andar a tuor impresa contra Allì Dulli; chi dice perchè à poca zente con lui e dubita dii Sophi. Item, à mandato comandamento, che tulli li sanzachi e altre zente debano passar a PAna-59* tolia; et come Pera andato uno oralor al Signor Turco fino in Amasia dii signor Soldan, a dirli non debbi far guerra ad Allì Dulli ; el qual Signor li à risposto volea far quello li piace conira i soi nemici ; sichè Pà licentiato, acZeo si va locando inimicizia à con lutti, per esser homo di soa voia, et sarano Sophì, il Soldan e Allì Dulli conira di lui. Item, à mandato a dir si fazi altre 80 galie bastarde, allre -20 bastarde, et voi farne sotil 100; sichè in do anni voi aver 200 galie, et le fa large in... come palandarie, per poter meter cavali suso, e voi venir a luor la Puia. Item, il Signor à fato comandamento, niun navilio tur-chesco vadi più in Soria, nè in Alexandria. Item, scrive P oralor fo qui........... Et di queste lelere e quelle di 22 Zener, venule per avanti, fo comanda grandissima credenza et sagramentà il Consejo. Di Roma, olirà quelle ho scripto di sopra di 3, 4 et 5, è queste particularità. Olirà la bona mente monstra il Papa contra la Signoria nostra e coloquii auli insieme, per do volte è stato con Soa Beatitudine, e non potè andar la terza per esser zorno di capella, il Zuoba Santo, a dì 5. Item, scrive coloquii col Cardinal Bibiena, Sanla Maria in Portico, che li à iurato il Papa non esser in la liga di Plmperador e Spagna etc., benché monslrasse poi certa lelcra, pareva il Papa saria con loro; ma tien fusse arte. Conclude : s’il Papa vederà francesi ve-gnir in Italia, sarà con Franza; e dize non poi fardi meno di non monslrar altramente a li altri oratori; tamen è nostro amico. Item, il Papa à mandato dal ducha di Milan per voler le do terre, Parma e Pia-senza, per il Magnifico; par il Ducha non babbi voluto asentir. Item, il Magnifico sta con più corte e pompa lì in Roma, che non steva il ducha Valentino al tempo di papa Alessandro. Scrive, andarà visitando poi li reverendissimi cardinali, facendo il debito oficio. Item, monsignor di Soglier, oralor di Pranza li vene contra, el poi è siali insieme in diversi colo-qui, et atenderano a tirar il Papa con Pranza e la Signoria nostra, juxta la sua commissione. 11 suo an-tecessor, sier Piero Landò, quel zorno, a dì i, parti in sbara per ripatriar. Et nota. La lelera ch’el car- CO dinal Bibiena lexe a li oratori nostri, vidélicet a sier Marin Zorzi, pareva fusse di Pranza a li oratori yspani è a Roma, che diceva si feva la liga di Cam-brai, e il principio è stà queste noze fade in l’Archi-duca, e tutto saria a ruina nostra. Di Franza, di tre oratori nostri, sier Marco Dandolo dotor et cavalier, sier Sebastian Ju-stinian el cavalier, sier Piero Pasqualigo dotor et cavalier, di 30 Marzo et avanti. Comenzando a dì 17, scrive, olirà la loro intrata e audientia aula, sicome ho serilo il lutto per letere parlicular, cussi è le publice: questo è di più secreto. Prima, come, poi intrati li do in Paris, e instando haver audientia dal Re, Soa Maestà mandò a visitarli excusando di darla per certa facenda li acha-deva di far, ch’era l’apontamento con Borgogna, et vi andò el gran scudier signor Galeazo di San Severino. Item, come missier Jacomo Triulzi era partito di la corte a dì 23, per venir a Lion, poi a Um-brum; qual ha lanze 1000 lì d fanti 10 milia in bordine. Scrivono poi di P audientia aula, e come in la risposta li fece il gran canzelier per nome dii Re a essi nostri novi oratori, era di la bona amicitia e lianza voleva aver questo Christianissimo Re a la Signoria nostra, qual sempre l’ha amata, e li vedeva molto volentieri come oratori di so’ grandi amici. Et poi il Re li feno intender, si voleano aver audientia secreta, et loro li dissello de sì: il Re si levò suso,