351 UDXV, LUGLIO. 352 solo Piero Navaro el 5000 bertoni, in ludo 35 rnilia fanti, lanze 2500, computa 500 zentilhomeni vien con il Re, 400 arzieri a cavalo et 400 cavali levantini, artelarie grosse peze 40, il resto fin numero 200 da campo e menude. E che per mczo questo 211* mexe di Luio, la Maestà dii Re certissimo sarà in Italia di qua da’ monti con el dito exercito ; et che sguizari 20 milia è levali et andati a tuor i passi, et sono tre zornate di Milan, videìicet zà intrali nel paese dii marchese di Salucia, et che aspetavano 10 milia fanti li dovea mandar il ducila di Milan, li qual si convien far con li danari di la laia posla a Milan, che ancora non è comenzà a scuoder. Item, come è slà diio era concluso trieva tra Pranza e Spagna, per le cosse di là da’ monti. Scrive poi esso pro-vedador chè i nimici hanno mandato una caval-chata di 200 cavali con fonti in gropa a pasar la Brenta per dannizar sul trevixan. Di Treviso, di sier Jacomo Trivixan podestà et capitanio, di ozi, hore 17. Come era zonto il cavalaro ch’el lieti a li passi di la Brenta, re-lerisse questa mane, per tempo, 200 cavalli de i nimici con fanti in gropa esser passà la Brenta a Fonlaniva e vanno facendo danni, et par siano calali su quel di Campo San Piero. Lui podestà non resta di far ogni provision; li villani con li animali stiano riguardosi etc. A dì do, fo il zorno di la Nostra Donna, che si guarda per la terra. A San Zane Polo fu fato la festa di 10 milia Martiri. Vene in Colegio l’oralor di Pranza e siete lonzamente, et li fo lete le lelere si have eri di avisi di Pranza e sguizari ; qual solicita il meter a ordene l’esercito nostro. Di campo, di le Brentelle, dii provedador zeneral, letere. Al solito i nimici, e come il capitanio zeneral, inteso la cavalchata di essi inimici, havea mandato 400 cavalli nostri lizieri con Mercurio Bua a veder di trovarli di là di la Brenta ; e altre occorentie. Di Padoa, di procuratori. Come i nimici e-rano corsi fino a Praia & tollo molti animali di lavoradori di frati, credendo ivi star securi, et hanno fato gran danni. Item, scriveno dii caso o-corso di fonti di Tristan Corso, quali havendo i-nimicitia con alcuni di Malalesta Baion, trovati di quelli dii signor Chiapin fo fio dii conte di Pitiano, ne amazò uno, et uno si buio a l’aqua, e venuto lì Cliiapin predito fu ferito in una gamba ; sichè è stà gran rumor de lì eri. Di Crema, di sier Bortolamio Contarmi capitanio e provedador, di 28. Prima, zercha da- nari e altre occorentie. Poi avisa di le cosse dt Milan, qual è in arme, e tolte le porte in sì et fanno fanti; et che il cavalier di Pusterla, volendo ch’el popolo acetasse il redopiar il sai, sicome vo-lea il Ducha, fo manezato dal popolo e lo fenno taser. Item, manda alcune letere intercepte per nostri tra Bergamo e Brexa, che si mandava in campo a Vicenza dal viceré, per le qual se intenderà molle cosse di loro. Dii duca di Milan, date a Milan a dì 26, 212 in Castello, drizate al viceré in campo. Come hanno terminato di far lesta contra francesi ; qual 10 milia erano in Aste, et partiti per andar a tuor i passi a Susa, et però subito si spenzino avanli. El Cardinal Sguizaro era partito per sguizari con ra-ynes 30 milia per farli andar avanti ; et altre parti-cularità, ut in eis. Di uno orator yspano è a Milan, nominato don Diego da Chaguali, scrita in spagnol, qual fo trata di zifra e traduta per Zulian atende a le letere di presoni. Scrive come uno altro spagnol era con sguizari, nominato Lopis de Luxoria, è andato a la Dieta fanno sguizari in le soe terre a ......... et che il viceré sii per dì 3 Luio a Cassali, dove sarà il Cardinal, il Ducha e quelli signori, e si farà uno consulto, et bisogna 1’ exercito spagnol el cesareo si spingi avanti per obstar a’ francesi ; et che le zente dii Papa e fiorentini che vengono, starano a guarda di Verona. Item, che non bisogna, venendo, meni li fanti lanzinech é in campo, perché venendo il re di Pranza con bon numero di lanzinech, questi polriano lazilmente andar da Pranza; e altri avisi. Item, alcuni capitani sguizari scrive, di 24, di Aste, e altri secretarii sono da 6 in 7 letere, et avisano calono altri sguizari. Item, che sarano af numero di. . . milia et voleno omni-no obstar. Vene il conte Paris Scoto, vien di piasentina ; à condulo la sua compagnia, dice é bon servilor di questo Stado, non à stimato mandali di comissarii ponlifieii di confiscarli li beni etc. Et il Pricipe Io charezoe molto, el si parte, va a Padoa. Di lìoma, gionse imo corier tardi con letere di sier Marin Zorzi dotor, nostro orator, di 26, 27, 28. Nulla da conto. Solum coloquii auti col Papa, qual per niun modo voi si trazi zenle sul suo, nè vai parole alcune se li dica. Item, parlato di questa venuta di Franza in Italia, e come l’à mandalo a dir al Re si li voi lassar Parma e Piasen-za e non impazarsi dii regno di Napoli altramente, si scoprirà francese. Item, avisa Venere, il dì di San