579 MDXV, ACOSTO. 580 da per la inala saxon si lamentano haver abulo, e de qui ognun si lien di non voler vender, non ostante ne era bona quantità. Quanto se intenderà, e cussi d’ogni altra cosa, Vostre Excellentie ne haverà per me adviso, pregando lo Altissimo esalti il suo Stato. E mii fradeli e mi a Vostra Serenità mi ricomando. È zonta con ... 13 gaiioni per cargar tormenti per Zenoa. Letcra dii dito, data a dì 29 Luio in Palermo, et eonta da poi le altre. A dì 25 de l’instante, Serenissime et Excellen-tissime Princeps etc. Domine, Domine, fu l’ultima mia. Da poi si ha le 9 galie et galion, et barza dii Zenturion et altri brigantini, con G fuste di Marcala, Trapano, esser partite de la Panthaleria a dì 23, e tutti dicono vanno per meler a sacho Susa in la Goleta de Tunis. Era G fusto in el collo, 3 galie di Rugio, over Barbarossa, il qual ha preso la galia di Majoricha, che era ben a ordene, et tre altre barze, et altri gaiioni ; niuna altra particularità non sanno dir. Sopra Lamploxa, una barza, veniva da Napoli, è stà veduta circumdata da più luste : molti judicano sia il corsaro Cortoldo che da Syo era partito con fuste 9 et do galie per questi mari. Et lo governador de Tripoli è venuto con uno briganti« de tal nove ; (juel più si sentirà, Vostra Sublimità no averà adviso. Li fermenti, per la dimanda dii reame, sono montati a tari 1G a Zirzenta et per altri cargadori molto più. Si judica la corte melerà nove imposte, et si dubita più montino, el è stà incogitata tal dimanda nel regno in bona summa; imperò la opinion, non obslante lo mancamento dii danaro, è granda. Per letere da Rodi, di 24 dii passalo, quel signor Gran maislro havea fato armar una grosa nave, perchè li fu presa una soa e morto il capitanio e zente assae da do barze armò quelli di Syo persiquitando don Pietro di Bovodiglia. Et scrivono era molto indignati ; Idio interponi quiete. A Zenoa, era retenulo li navilii in Provenza. Da Saona, scriveno si faceva armada ; fuste di turchi e mori sono in Sardegna e a queste ixole ; fin bora non si sa fazino danno : Nostro Siguor provedi al bisogno. 349 Sumario di avisi auti per via di campo, per letere didi successi de i nimici Come francesi sono passati tutti cum l’artelaria et ogni altra cosa, el tulli sono al piano nel paese de Monferrà et de Salucio. La persona del Re è ad uno passo, che non se recorda el nome, et con una grandissima banda de artelarie ; el numero del campo suoèprima 14 milialancinech, 9000altri fanti de Pietro Navaro, et G000 con el ducha de Geler, guastatori 3000 con li sui pedi et piche, lanze 2000 et più, cavalli lezieri 4000, et 60 pezi de artelaria grossa, munitione tra carde cavalli et muli assaissimi et da portar grandissime vidualie. Li sguizari sono retradi più adrieto de loro 14 miglia, et stanno expedando nui con le zente del Papa , le quale sono per unirse cum nui per andar a la volta de’sguizari. Et come dicono, saranno tulli 2000 lanze et più, et che in Alexandria et Tortona è el signor Zuan Jacomo con Piero Navaro con una banda de gente d’arme, cavali lezieri et fanlaria, et grandissima quantità do paesani. Et perchè lutto el paese crida «Franza» et ctiam tutta la nocte per Milano non si sente altro che cridar «Franza», il Ducha ha facto 1500 fanti el 200 cavalli lezieri, li quali dì et nocte vano con el capitanio de justitia per Milano, per modo che pur se è acquietato tal cridare ; et che da Milano assai zenlilhomcni se ne vano con robe et done. De li sguizari, sono 25 milia et patiscono assai de vicluaria. lo ho leda questa letera de tal tenore mandata al viceré per el su#ambasador, quale è in Milano, ne la qual assai solicita l’andata nostra. Et in questo zonzer de le letere, è zonto ctiam uno capitanio spagnolo da Milano, quale dice el medesmo a boca, et più che ogni cosa da quelle bande è in grandissimo timore et fuga. Quello medesmo è in nui; et dov’è aviso come in questa sera, ch’è Sabato de nocte, è stà coricato et mandato ogni cosa a la volta de Verona, et da malina el campo se leva a la volta de l’isola de la Scala, et li alo-giamenti da poi a la volta de Valezo, per andarse 349* ad unirse con le zente del Papa. La qual levata è molto tacita et timorosa, a quello posso intender, non per altra causa se non per la zente poca, et dico pochissima et assai malcontenta, sì per tal andata, come del mal pagamento; et se lo vedesti, come lo vedo io, vi teneresli in grandissima vergogna a non haver facto più de quello havele facto, benché son certissimo non è mancalo da vui. Ma chi cussi vole s’habia; tutto è una salala. Il vostro servitor. Da poi scripto questa, questa matina, ch’é Domenica, a dì... Avosto, è venuto uno mio da Verona, ne la qual ha visto intrar do altre bandiere. Le zente del signor Marco Antonio Colona sono an-