203 MDXYj GIUGNO. 204 barò, et par spagnoli habino licentià tutte le done italiane haveano in campo, et questo per rimanir più lezieri, et voriano venir ad asaltar il nostro campo et esser a la zornata. Sopra il Polesene, niun vi è restato di spagnoli etc. I nimici coreno fino a Monta-gnana ogni zorno. Vene sier Dona da Leze in camera dii Principe, dicendo esser vernilo ozi uno suo fiol naturai di Fe-rara, qual à parlato con Zuan Alberto di la Pigna da Corbole, et li ha ditto che spagnoli non è levati per altro dii Polesene se non per venir a la zornata con li nostri ; però si stagi riguardosi. El qual aviso auto, il Principe lo mandò a dir a li Savii, perchè la cossa importava assai. Et per Colegio fo scrito al capilanio zeneral et mandatoli questo aviso, aricordandoli il star cauto et con ogni bona provisione. Di Treviso, clil secretano nostro andò, non vi era letere, che li padri di Colegio si mcraveglia-va non saper quello havia risposto il capilanio di le fantarie etc. 156* Adì 6, la matina, fo letere di Vicenza, dii capitanio zeneral, di eri. Come ringratiava la Signoria nostra per do conti : l’uno per il sumario di le letere di Franza li fo mandato; l’altra per la de-liberation dii Senato facta di sfar saldo in Vicenza e non si partir, qual lauda sommamente. I nimici sono al solito a Manerbe, nè si rnoveno. Vene Hironimo Dedo secretano nostro stato a Trevixo dal capitanio di le fantarie, et referì con li Cai di X il tutto. In conclusion, con gran stento esso capitanio cavalcharà a Padoa, et ha fanti 1500 lutti, come el dice, boni fanti, et voi ducati 600 per pagar certi caporali, el si leverà doman ; et altre parole disse, ut in relatione. E fo terminato mandar li ditti ducali 600, et cussi fo remandato esso secretano con li ditti danari et ordinato omnino el si lievi. Quello farà scriverò. Di Roma, fo letere di l’orator nostro, di 2 le ultime. Prima, come il Papa è in gran timor; non sa quello si habbi a far, perchè un zorno vi va li o-ratori francesi e il nostro per tirarlo a la sua banda; l’altro vi va li oratori cesarei et yspani, quali li dicono non è da creder Franza vengi in Italia questo anno, et loro hanno le zente adunate, sì ch’el Papa vogli esser con loro, et sguizari vanno a Zenoa, e à auto quel dominio a la voglia di la soa liga, non te-meno di Franza ; unde il Papa non sa che far. Non è cerio di la venuta di Franza, licet si dica, ma non vi è letere zà assa’ zorni di Franza lì a Roma ; pur Soa Santità, per intertenir sguizari non vadino con- tra Zenoa, rimanda domino Ilironimo Moron ora-tor duchesco per stafeta a Milan con letere di cambio, volendo sguizari star contenti, li debbi dar ducali 11 milia e non fazino altro. Il Magnifico non è ancor partito; aspeta letere di Franza, over la resolulion di sguizari. Il Papa à mandato danari a Fiorenza al magnifico Lorenzino, fazi 250 lanze. Item, par il Papa habbi armato 4 galie et voi armarne do altre ; tamen non è ancora armate. Item, sguizari, da 8000, sono tra Valenza e Mortara alozali. Copia di una letera di Nicolò Sagudino secretano di sier Sebastian Justinian el cavalier, orator in Ingaì ter a, data in Londra a dì 3 Mazo 1515, drizata a sier Alvise loscari qu. sier Nicolò, et recevuta in questa terra adì. .. Zugno 1515. Magnifico signor mio! Da Paris scrissi a sufficientia a vostra magnifì-centia, dal qual loco se partissemo a dì 30 del passato et a dì 4 zonzessemo ad una terra del re di Franza posta sopra il mare Oceano, se dimanda Bologna, nel qual loco dimorassemo li giorni sancti attendendo a la salute de le anime. Il Marti di Pasqua, montati sopra una nave, se partissemo dal ditto loco in aurora credendo passar in hore 6 per esser il purizo de miglia 40, ma altramente ne in-tervene, imperochè dimorassemo nel mare hore 23, con grandissimo nostro commune affanno el disturbo, per rispeto de questi mari che veramente sono et fastidiosi et periculosi. Il Merchore sequen-le jongessemo ad uno loco se dimanda Dobla, tutti mezi morti, sì per rispeto del mare, che ne havea mezi rumati, come etiam perchè eramo stà do note et uno giorno senza mangiar, uè bevere; tamen del tutto sia ringratiato il Nostro Signor Idio. 11 Mer-core veramente intrassemo in questa terra, incontrali però miglia 12 luntano de qui da uno cavalier et uno doctor ambi signori englesi mandati da questa Serenissima Maestà per honorar li cla-rissimi oratori, quali venero con cavali 50 tutti ad una livrea. Fussemo poi incontrati da li merchadanti et il resto de la natione veneta se ritrova qui, et etiam dal magnifico domino Andrea Badoer orator, per modo che a Fintrar facessemo in questa terra eramo più de cavali 200, et certamente fu una in-trata molto solenne et con bon ordene, et fussemo scompagnali fino allo alogiamento nostro da tutti li sopranominati. El jonto qui, avi le lelere di 18