317 MDXI1I, GIUGNO. 318 di domino Antonio condulier nostro, con liomeni d’arme 11. Era in Soave capitanio sier Michiel Que-rini electo per Gran Consejo, et aspetava Griso da Pisa dovea venir con certi fanti li. Or i nimici ussino di Verona con boche 8 di fuogo, zoè do colubrine, 4 sacri, do falconeti, et il capitanio di Soave fuzite a li monti ; et venendo i nimici a San Bonifazio, nostri scaramuzono e si veniva reculando. Dito Vetor di Pii fu preso a Villa Nova, perchè li cascò il cavalo adosso. Era oon dilli nostri cavali lizicri provedador executor siepSigismondo di Cavalli; et veneno a Bai-daria e de li in Cologna, dove era sier Hironimo Malipiero provedador con fanli 70; domino Leonardo Grassi era lì a Cologna, e fuzite, per salvarsi, verso Padoa. Or Zuan Forle e il provedador Cavalli Gn al ponte di Cologna scaramuzava con i nimici, e visto non potersi lenir, si tirono in la roca, dove era il ponte nostro disialo di sora l’Adexejor in dita roca era Zuan Forte e lui provedador di Cavali e sier Se-bastian Vituri di sier Alvixe, qual era lanza spezada di Manoli Giada capo di stralioti, Beneto dal Pele-grin, 3 homeni d’arme dii Pii, et Francesco Zon-ca canzelier dii provedador Cavali. Ora i nimici, venuti in la terra, fenno il tutto di haver la rocha, et a ore 21 Antonio da Tiene, era col campo inimico, chiamò Zuan Forle su le mure a parlamento per Iratar di rendersi ; el qual havia zi aula una ferita in uno brazo di uno schiopeto et una ave il Vituri. Uncìe andoe, e nel parlar li fo Irato uno schiopeto nel pedo ; el qual cascò in terra, fo confessalo credendo el morisse. Or i nimici con l’artellarie poste a la torre treteno fin ore una di note, et ficono fuogo a la porta, adco vedendo nostri non potersi lenir, la matina, a ore 15, si deteno mediante il conte Ce-saro da Serego, qual era etimi lui in dita rocha, e uno dotor, et si deteno salvo li homeni e li prove-dadori Malipiero e Cavalli presoni senza taia a cambiar. E intrati dentro, i nimici subito brusoe il ponte che si feva su l’Adexe, qual era lì in rocha, e preseno etiani sier Marin Malipiero fradello dii provedador, et subito rilornono con li presoni e bolini fati in la roca, e il resto, che era in roca, li lassono. E nota. Il Cavalli poi fo mandato prexon a Bolzan da uno episcopo, et li do Malipieri fono lenuli prexoni, e uno fio di sier Sigismondo di Cavalli. Item, inlesi li cavali ussiti di Verona fono numero 700, computa alcuni fo diio di Mantoa e di signori di Bozolo. Dii vicxe di Zngno 1513. A dì primo. Introno Capi di X sier Piero Lion, Sier Nicolò di Prioli et sier Andrea Magno stati altre fiate. Introno i consieri da basso, sier Zacaria Cabrici, sier Alvise Grimani et sier Luca Trun. In questa matina non fu lelere alcuna da conto ; solum avisa che si dubita quelli di Verona non ven-gino verso Vicenza. El perchè lo mi ritrovava a Citadela andato a piacer con sier Zorzi Emo e altri palricii da sier Zacaria Contarmi podestà suo nepole, el qual ave in questa malina letere di Vizenzu, ¡di sier Nicolò Pa-squaligo podestà et capitanio, de ozi, scrive a iiore 9 aver auto letere di Lonigo, come i nimici erano venuti a San Bonifazio, fanli 6000, cavali 800 et pezi 13 di arlelarie, et erano per venir lì a Vicenza a veder di averla ; però lo exorla mandi subito quelle zente vene eri, et quel più presidio el poi mandar et sia preslo, perchèpericulum est in mora ; et vengi domino Alexandro Bigolin de. In consonantia scrisse a la Signoria nostra, e zonse le letere questa sera. Di Vicenza aduncha, questa matina fo le-tere, di eri sera. Come l’era intrà in Verona 7 bandiere di todesehi, et come erano ussiti fuora e re-duti a San Martin, et di le provision havia falò e fa-zeva tuia via. Et la sera poi zonse l’aviso sopradilo di San Bonifazio. Era tane capitanio e vize podestà a Padoa sier Alvixe Emo, el qual si operava, facendo le provision debite per Vicenza. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulcn-dum. Di Salò, fo letere di sier Daniel Dandolo provedador, di 27. Come, da poi l’aquislo di Mal-sesene e di la roca, e falò quelli presoni per Scypion di Ugoni eonteslabele nostro, el dito introe in Val de Vesti jurisditione di quelli conti di Lodron con la sua compagnia et homeni di questi comuni di la Riviera, et per tre volle è intrato in dilta Valle e fato assa’ bulini el svalizalo ogni cossa e morto qualche uno ; e quel tradilor rebello dii vechio di Gardon è scapolato di poco che non sia stà preso. Ozi doveva andar a Lodron missier Valerio Paylon citadin bre-xan con zercha 500 fanti per recuperar l’onor suo, e voleva meter a foco e fiama ogni cossa. Scrive l’aquisto di Peschiera a pati, e ch’el capitanio zene-ral non volse darli più termine di una ora a rendersi ; era dentro da zerca 50 fanti todesehi et borgognoni, di qual 30 erano uteli, il resto inuteli, e assai artelarie. A posto dentro Francesco Culson con fanti 300 e sier Alvixe Bembo provedador, e quella ora medema dito capitanio zeneral si parli e andò, chi dize ad Asola, e chi a Gambara. A Verona è rimasto cavali lizieri G00 et certi fanti, sicome ha per 164* suo explorator tornalo di Verona e zouto questa