365 mdxih, gì UGNO. 366 ducali con far zivanze con danno 13 per 100 e starano 30 mesi aver li soi danari, ma voleno dila di bancho, et voi meter apresso uno quarto di lansa, che poco luti pagerà volentiera. Poi parlò sier Do-menego Trivixan cavalier, procurator, savio dii Consejo per la opinion di savii, che voi le do decime. Poi andò su sier Antonio Trun procurator, qual messe meza tansa et voi le parte di sier Alvise da Molili pur a restituir. Parlò poi sier Zorzi Emo, fo savio dii Consejo, dicendo e decime e tanse luto el voi, e tanto li è danno una cossa come l’altra, paga 100 ducali per tansa et 100 per decime do ; ma laudò l’opinion dii Molin e il bisogno di danari etc. Poi li rispose sier Piero Balbi savio dii Consejo, che voi le decime ; et poi andò cinque parte. Sier Marco Antonio Boi), Cao di XL, messe una decima a restituir et le parte dii Molin; sier Antonio Grimani procurator, sier Domenego Trivixan pro-curalor e sier Piero Balbi savii dii Consejo messeno do decime et meza lansa, la qual tansa siano ubligati pagar come parerà a questo Consejo et quando; sier Antonio Trun procurator voi */* lansa e la parie dii Molin ; i savii di terra ferma soli voleno do decime. Andò le parie numero cinque: 9 di savii dii Consejo, 12 di savii a tera ferma, 27 dii Cao di XL Bon, 57 dii Trun, 62 dii Molin. Et iterum balotade queste do, 66 dii Trun, 97 dii Molin, e fu presa. In questo zorno, la terra si ralegrò un pocho per le letere di Crema, et fo mandala a dir per uno secretano a 1’ oralor dii Papa. A dì 12, domenega. Da matina vene per tempo letere di campo. Vene sier Polo Antonio Miani, venuto ducha di Candia, vestito di veludo cremexin, et referi justa il solito. Vene domino Petro Bibiena orator dii Papa, ra-legrandosi di le bone nove li mandò a dir la Signoria ; tamen il Principe li disse non era cussi, e francesi haveano auto sinistro. Di campo, da Caxal Moro, di 10, hore 24. Come erano lì ancora, et die domino Sagramoro Visconte era zonto a Ponte Oio et veniva di longo quel zorno in campo con 1500 cavali. Avisa la rota di francesi esser stà grande, fo a dì 6, et narano il modo come i 1’ hanno ; et che spagnoli non se hanno impazato. Iter», patiscono assa’ di vituarie dove i sono, e un pan di danari 4 vai soldi 5. Item, manda la letera li scrive Sagramoro Visconte, et come si leverano per venir a Valezo e poi tuor la impresa di * Lignago et non paserano di qua dì l’Adexe. Item, di Manloa hanno aviso di la rota seguila, e la fanno a suo modo, francesi esser stà roli. Item, dimandano si provedi di pan, pan, e non dimanda più danari. Di Vicenza, di sier Nicolò Pasqualigo podestà et capitanio, di eri. Come, havendo meglio consultato, lui restarà in la terra et ussirà il conte Bernardin con il resto di le zenle e sier Nicolò Ven-draniin, quali anderano per ajutar far il ponte sopra 1’ Adexe. 1 nimici di Verona ussiti ritornorono con il butin fato. Resta in Vicenza il Manfron per la inimi-cilia 1’ ha falò con domino Agustin da Brignan. Da poi disnar, fo Gran Consejo, et avanti fusse nona, vene letere di campo et di Crema; il suma-rio è questo : Di Crema, di sier Bortolamio Contarmi capitario, di 9, hore . . . Manda una letera da Milan, di quel zorno, scrive uno nominato in le letere a quel lui à 1’ abatia di Zeredo a filo, et li nara la bataglia fala fra sguizari e francesi, quali erano fu-zili et sguizari li perseguitavano driedo; li qual etiam hanno gran cuor contra il campo di venitia-ni ; et come in Milan intrò el vescovo di Lodi a nome dii Ducha, el quelli francesi, erano in la terra, fono taiali a pezi etc., ut in ea. Scrive poi esso capitanio lì iu Crema ritrovarsi zonto il capitanio di le fanta-rie, et l’artelarie, pezi 4 grossi, erano zonte a Orzi Nuovi, e lì lassate per inlrar più tosto, e volendole far condur, quelli di Sonzin è renilenti ; qual loco è redulo solo il Ducha. Item, ha aviso il campo spa-gnol non esser mosso, ma si dicea voler andar a sa* chizar Cremona et poi venir a veder di haver quella terra di Crema. Scrive forlification et provision si fa lì in la terra. Di Milan, dii vescovo di Lodi, di 7, al podestà di Crema. Li avisa esser intrato lì in Milan, poi la rota di franzesi, insieme con domino Andrea dal Borgo et domino.........., quali luti tre erano a Como. Avisa il modo fo la bataia con sguizari, el par fusse falò gran strage; et dize saria la Illustrissima Signoria et quel Ducha si unisse insieme et non più voler francesi ; con altre particularilà, si* come in le letere si contien. Di Orzi Nuovi, di sier Lodovico Querini provedador, e di Pontevico, di sier Francesco Lipomano castelan, fo letere. Di quelli successi. Fu falò ozi in Gran Consejo consolo a Damasco sier Andrea Contarini, fo governador a la Zefalonia, qu. sier Ambraoxo, et altre vose. Fu poslo, per i consieri e Cai di XL, una parte, dar a le done di San Joseph, acciò fazi il monasterio, cussi, come li fo concesso il teren, una galia grossa