175 MDXIir, APRILE. 17G e di primi di la rcligion, sfava a Udene, venuto in questa terra in questi zorni per causa di ordinar il capitolo, li vene la ponta e mori eri ; era doctissimo e di primi. Fo sepulto honoratamente de more ministrarmi e l'atoli oratione funebre. Di Pranza, vene ¡etere di sier Andrea Grifi procurator, di 11, da liles. Certifica l’acordo e trieva fata per uno anno con il re di Spagna e dii bon voler dii Re verso la Signoria nostra, e vuol sempre esso sier Andrea sia in ogni consulto con lui per l’impresa de Italia; et scrive eoloquii auti insieme. Et come 1’ ha inteso la Signoria voi far oratori al Papa a darli ubidientia, et non è da mandarli cussi presto, perchè anderano insieme con li soi, s’il Papa vorà esser quello Soa Santità dia esser con nui. Et come partì, a dì 5, el signor Bortolo d’ Alviano per andar a trovar missier Zuan Jacomo Triulzi a Ors e consultar la impresa, et etiam partì domino Tlico-doro Triulzi, qual vien a Venecia con lui. Scrive altre particularità, ut in litteris; et aspeta con desiderio il zonzer di la relification di capitoli fata per la Signoria nostra. Le zente si preparavano e parte si aviava a passar i monti. Di missier Zuan Jacomo Triulzi, date a Ors, a dì 17. Come il zorno seguente aspelava lì el signor Bortolo d’ Alviano, et che mandava lelere di domino Andrea Grifi da la corte, et lui era lì per far la expedilion presla per l’impresa de Italia, et meteva a ordine le zente tutte; però confortava la Signoria nostra a esser in ordine di le zente, fun-tarie e quello bisognava, perchè in celerilà consisteva la victoria, nè era da perder tempo; con tal parole etc. Di Zuan Piero Stella secretano nostro a-presso sguizan, date a Zuricli, a dì.. . Come la dieta era risolta ; et quanto a Franza aveano licen-tiati li oratori slando su le petizion prime, et questo perchè haveano li populi auto a mal li capi avesseno auti danari ; et di i oratori, do erano parliti e do restati, dicendo scriveriano al Roy. Etiam l’Impera-tor volevano 12 milia sguizari, poi calono a 6000 per le cosse di Geler; etiam li hanno risposto non li voler dar; et il ducha di Milan ne voleva 3000 per andar, diceva, a tuor il castello di Milan, et li mandono ducali 25 milia. Li danari è slà aceplati e diteli hano fato ben a mandarli a conto di loro credilo ; ma che non li voleno dar altri fanli per adesso. Scrive, che pur si dize seguirà l’acordo tra Franza e la Signoria nostra, la qual cossa sguizari l’arebeno a mal ; e dubita, inleso la conclusione, non fazino qualche movesta furiosa etc. Di Lendenara, dii provedador fo Teiere, di 92 20. Dii zonzer lì el signor Zuan Paulo Baion gover-nador nostro, vien di Perosa, et partirà per campo ozi. Desidera summarnenle far riverentia a la Signoria nostra. Et domino Petro di Bibiena orator dii Papa et olim suo nontio qui, etiam ave letere di esso go.ver-nador, qual le mandò a lczer ai savii, come el desiderava venir ad ogni modo a la Signoria. Fo consultato tra li savii e scritoli subito andasse in campo, perchè acadeva presteza, et meler il campo a ordine; al qual effecto haveano mandato danari per far le mostre e pagarli, e però tal venuta qui rime-tesse in altro tempo. Et etiam poi fo mandato in campo Francesco Duodo rasonato per esser a dite mostro, et ozi fo manda lì ducati 15 milia. Eri sera parti etiam el capilanio di le fantarie, qual va a Crema ben satisfato di la Signoria noslra, e à auto li danari voleva. A dì 22. La matina fo leto, pieno Collegio, le lelere di Franza e sguizari. Fo etiam letere di con-testabeli, di 4 marzo; il sumario dirò poi, ma sono in zifra parte, et non fono lede. Vene I’ orator dii Papa, et per nome dii gover-nador richiese voleva venir a far reverentia al Principe e consultar qui de la impresa, et li fo dito la de-liberation fata, che ’1 vadi in campo. Vene il conte di Chariati orator yspano juxta il solito; nescio ad quid. Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta di presoni, et spazono alcuni non da conto. Fo dito una cossa, incerto autore, che domino Antonio da Martinengo, fo fiol di missier Bernardin, el qual in questi zorni era qui in camino da Crema, a certo suo castello fo asaltato da 15 fanti nostri de Fateinanzi contestabile per tuorli danari, et fu morto; tamen per brexani poi si ave nulla esser. Vene in questa terra domino Alexandrodi Campo Fregoso, zovene di anni . ., fiol di missier Janus doxe di Zenoa, el qual è condutier nostro ; ha la compagnia dii padre, et fo in Collegio etc. Noto. Eri fo gran fredo et vento, et a Meslre ne-vegò un poco, et per li orli si trova jazà; sichè è gran fredi a questi tempi, e vidi ruose. A dì 23. Vene in Colegio 1’ orator dii Papa, ave andientia con li Cai. Da Constantinopoli, di sier Nicolò Zusti-gnan baylo, data in Pur sa a dì 16, 22 Fevrer et 4 marzo. 11 sumario è questo. Come il Signor turco è lì con li bassa, el qual si à meraviglialo la Signoria non li mandi orator, et à dito a li bassà, et che