G15 MDXIII, LUGLIO. C1G venuto li da Trento per andar a Milan dal fratello Duella, e cussi andoe. A dì 13, la matina, prima letere di Padoa, di eri sera. 1 nimici al solito ; hanno fato uno ponte a la Bataia per passar le vituarie vieneno di Ferara. Item, la bravano assai, dicendo aspetar socorso et voleno venir soto la terra : unum est, stanno streti. Di Bavetta fo letere di sier Alvise Diedo qu. sier Francesco, è lì. Come erano pasati molti fanti spagnoli mal conditionati, quali ritornavano in reame. Di Boma, di Vorator nostro, di 6 et 8. Prima, dii recever di le nostre letere col Senato in risposta di far di le trieve. Fo dal Papa e li lexe la de-liberation;scrive coloquii abuti con Soa Santità, qual voi esser tutto nostro, e non à voluto far le censure. Si scusa non aver potuto far di meno di liaver mandato quelle poche zente in campo di spagnoli, ma non ne manderà più. Dize parlerà con li oratori zer-cha l’acordo; e altri coloquii, come dirò di solo. Et etiam è stato, a di 7, in altri coloquii, ut in litteris. È letere di Pranza, da Paris, di 26. Come il re d’Ingallera era ritornato su la ixola, et che ’1 re di Scozia li havia roto con 15 milia persone, 332 et che francesi erano forti et azontoli il ducha di Ge-ler con 10 milia fanti; e altre parlicularilà ; sichè si spera di ben di Franza. Beni, manda una letera dii re di Portogaio, scrive al Papa, di ixole trovale in India; la qual si bulerà in stampa. È da saper, in letere di sier Vetor Lipomano, è di più questi avisi, pur di 8. Come è letere di primo, di Napoli, era fama l’armada nostra, vele 45, con alcune fuste di turchi erano verso Otranto per meter in terra in Puia. Bem, scrive coloquii abuti col the-sorier, qual li ha diio el Curzense di campo di spagnoli aver scrilo più non li scriverà che li scriverà esser mirati in Padoa. Li rispose polrà dir vero, ch’el sarà preso e conduto in Padoa, et scriverà al Papa per la sua liberalione. Il thesorier disse : « È bon si acordi queste cosse; la Signoria non voi far trieve ». Rispose : «La raxon voi tutto il suo Stado,altramente turchi torà di mezo». Li disse : « Non sarà, il Papa a-daterà le cosse; e si la Signoria vorà quello è il dover, le cosse sarano adulate. » Scrive come de lì, a dì 8, parlò col secretano dii Cardinal di Nantes. Disseli erano letere francesi aver roto englesi, unde lui Vetor a palazo parlò con domino Alvise di Rossi came-rier dii Papa. Li disse non saper, ma ben l’era in camera dii Papa li cardinali Ingaltera e Surento e li oratori di l’lmperador e Spagna e Milan, e li promise, si era vero, mandarli a dir per una sua poliza ; tamen fin hora 23 non li mandò a di nulla, l'amen l’orator lo mandò a dir al nostro, dimandando s’il sapeva alcuna cossa ; rispose di no, et non voi scriver ste zanze a la Signoria ; ma s’il sarà vero, spazerà doman uno corier. Noto. Vidi un’altra letera, come l’oralor di Franza episcopo di Marseia è spesso in strecti coloqui col magnifico Jitliano. Bem, spagnoli de lì si prometeno aver Padoa. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta gran-da, ut supra. Di Padoa, di ozi, hore 12. Come i nimici sono al solito loco, et ne son molti amatati nel campo. Dicono omnino è di brieve per levarsi; il Curzense è partito dii campo e andato non si sa dove. Par sia discordia tra lui e il viceré; qual vizerò dize l’Impe-rador mi ha promesso 10 milia fanti, 2000 guastatori et 100 milia raynes, et non mi vien dato nulla, e voi si vadi soto Padoa. Bem, ogni dì si fa scara-muze etc. Et mandono una letera aula di Montagna-na di uno suo amico, di sier Andrea Griti, li scrive si fa assa’ pan. Si dize il campo omnino inercore, a dì 17, si leverà per andar a la volta di Trevixo. A dì 14, domenega matina. Io partii per veder Treviso e le fortifieation. Nulla di conto. Fu so-lutn letere di Padoa di eri sera. Come i nimici, al solito più presto per levarsi di brieve che star lì, nè venir sotto la terra. Item, come Pontevigo si havia reso a li nimici salvo l’aver e le persone, a dì..., et questo perchè nostri non poteva più tenirse per non aver vituarie, et era intrato il morbo dentro; e come i nimici ha-veano aceptati e mandati obstasi iti Crema fino questi di Pontevigo fosseno salvi, qual sono: sier Francesco Lipomano castelan, sier Lodovico Querini, era provedador in li Orzi, Ilironimo Fateinanzi conte-stabile et Schiaveto dal Dedo, con fanti .... Di TJdene, di sier Jaconio Badoer luogotenente di la Patria di Friul. Di certa adunation di zente si facea, et quelli di Vilacho atendevano a scuoder li danari, come termenono pagar in la Dieta fu fata ; per la qual cosa dubitano etc. Fo scrito eri a Trevixo, per Colegio, che haven-do la Signoria nostra terminà far bon numero di fanti per Trevixo, che si mandi in nota e de qui li caporali di contestabeli sono lì, a li qual se li darà danari et anderano a far li fanti etc. Noto. A Chioza eri zonse fanti 300 fati per Marco Grosso da Ravena, e fo mandato danari e a farli la monstra, et messi a camino a la volta di Padoa. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulen-dutn.