147 MOX II, APRItE. 148 savio dii Consejo, qual voria si principiasse da quella dii Molin, e poi meter decimo e tansc. Andò la parte di savii, et sier Alvise da Moliti messe si principiasse prima da le soc: 83 di savii, 100 dii Molin, e questa fu presa ; et volendo comenzar la parte di dadi, fo impedito da li Cai di X et rimessa a doman. Di campo, fo loto 1etere dii provedador Contarmi. Nulla da conio. Di Ponte Vico, di sier Francesco Lipoma-no castelan e provedador. Come bisogneria a quella forteza 100 altri fanti, e scrive avisi aulì di sopra zcrca francesi et di Brcxa. Di Piasenza, di 8 et 0, dii Guidoto. Come levano il viceré e duca di Milan e altri signori consulti di andar ad expugnar il castello de Milan, e par voleva mandar capitanio el signor Prospero Colona e darli (itolo di capitanio et dii Ducha; ma lui non voi perchè li par el Ducha non esser vero Ducha. Poi dimanda molli danari per far dita impresa, tra li qual ducati 30 milia per polvere e addane. Item, che milanesi hanno speso in questa guera ducati 400 milia ____ 75* In questa matina, in le do quarantie, parlò sier Marin Morexini in materia dii contrabando di le sede; li rispose Rigo Antonio. Andò la parte di taiar el consejo che fu liberate dite sede, atento li 40 erano sta Pregadi. Fo 21 di no, 30 de si, et fo presa. Morite ozi Francesco da la Zuecha secretano durai, atendeva a la quaranlia criminal ; et per il can-zelier grando fu dato el predilo officio a Ilironimo Dedo, fo fiol dii canzelier grando missier Zuan Dedo, el qual ctiarn lui è secretano di Colegio et era prima deputato a la quaranlia novissima. A dì 13. La matina vene in Colegio sier Francesco Falier, venuto podestà et capitanio di Vicenza, vestito di scadalo, in loco dii qual andò domenega sier Nicolò Pasqualigo. Questo referì jusla il solito. Yien con bona fama; à fato justicia grande; fo laudalo dal Principe. Vene l’orator dii Papa Bibiena et conferì con la Signoria zerca le ldere aule di Poma, di 8, venute questa note. Fo aldito con li Cai di X, zerca pratiche trata tra il Papa et la Signoria nostra intervenendo etiam suo fratello domino Bernardo Bibiena, eh’ è il tulio apresso il Papa. Vene il conte di Chariali orator yspano in materia solicila di le Irieve che si perlongi etc; li fo dato bone parole. Di Poma, di V orator nostro, di 8 di V instante le ultime. Come luni fu concistorio et fu deputalo 7 cardinali ad aldir il ducha di Ferara, el qual Duca zonse in questo instesso zorno venuto per le poste, lntrò in Roma a dì .., a hore 16, alozato in caxa dii cardinal Ragona. Li qual cardinali sono questi : San Zorzi,......, Strigonia, Adriano, Farnese, Ragona el Mantoa ; si lien si adaterà le cosse : era solum diferentia zerca la cita di Rezo. Etiam era venuto domino Ilannibal Bentivov, et Hermes era per avanti, ai qual etiam è stà deputati 7 altri cardinali, tra li qual Grimani e Corner nostri; etiam si adatará. 11 Papa li voi dar le sue intrade ; ma voi diti Benlivoy non stagino in Bologna, nè nel teritorio. Eri etiam zonse lì il signor.........di Camarín venuto con belissima compagnia; li andò conira,a caso, la fameia dii Papa e di cardinali e prelati, perchè questi erano andati contra il duca di Urbin; el qual Duella vene la note a hore do. Etiam vi fu contra el Ducha predilo, el cardinal Final e il signor Fa-bricio Colona e altri signori ; sichè dito Ducha fece la intrata di noie insieme con il lesorier fo di papa Julio. Scrive di gran preparamenti si fa in Roma di archi triumfali e altro per il zorno di la incoronation dii Papa a San Janni, clic sera luni, a dì 11, et vien posti assa’ panni d’ oro. Tutta Roma è piena di forestieri, et è bon mercato di viver. Si aspeta vengi il magnifico Juliano di Medici fradello dii Papa, qual vien pomposamente da Fiorenza con 400 cavali. Il ducha di Urbin vene vestilo di negro lui e la sua fa-meglia, da cavali 300. per la morte di suo barba Papa Julio. Item, che questa noie, a ore do, è stà visto a Monte Zordan, loco di Orsini, pien di fuogi e falò grandi, trazendo artelarie, si dice, per la liberalion dii signor Bortolo d’ Alviano, eh’ era prexon in Pranza. Item, scrive esser lelere di Ingallera, di 20 Marzo, certo l’armata di quel Re, il numero come scrisse, esser partita de l’isola per andar a’ danni di Pranza, sopra la qual è da fanti 12 milia; e si dice il Re etiam passerà in persona. Item, è lelere di Franza, da Bles, di 25, come se diceva l’acordo con la Signoria e il Roy era falo, o per seguir di brieve, e la liberalion dii dito signor Borlolo; et come esso orator nostro, ricevute lelere di la Signoria nostra zerca si farà oratori al Papa, andò da Sua Beatitudine e li disse ; qual ave piacer, dicendo li aspelava con desiderio per lo amor portava a questa Excel-lentissima República. Poi introno su le cosse di Franza, dicendo: « Non credemo quella Signoria abbi fato ancora l’acordo ; è bon non si bula a l’aqua » con altre parole, ut patet. Etiam manda lelere in zi fra esso oralor drizate al Consejo di X. Item, el signor Alberto da Carpi era stalo assa’ in coloquio col Papa; e altri avisi, ut patet in litterìs. Per altre lelere,