549 MDXIII, secretario Agustín Bcvazan per esser lui orator indisposto; el qual secretario fo dal Papa. E scrive co- 291 * loquii in risposta di le lctere dii Senato zercha l’a- cordo al presente, perchè Maximian voi tenir Verona, saria bon far una trieva per mexi 1G, e altri co-loquii ; e come bavia scrito a li soi oratori di questo. Item, il Papa convien far cavalcar le so’ zente omnino, capo Marco Antonio Colona e Troilo Sa-velo. Dize non sarà 240 lanze, e andava temporizando a mandarle. Item, manda letere di l’orator nostro in Spagna etc. Di Napoli, di Lunardo Anseimo consolo, di 10. Come de lì è abondanlia di fermenti : voi tari 8 la salma. Di Sicilia, da Palermo, di Ulixes Salvador, di 3 Litio. Come il viceré di Sicilia, don......, era ritornato di Tripoli, bavia forlifiehato la rocha et castello, perchè la terra era ruinata, e postovi 400 provisionati dentro ; et da poi par che mori per terra e per mar con galie e feste di turchi, da numero vele 32 in tutto, siano atorno dito castello, e voi haverlo omnino. Item, come de li in Sicilia è abondanlia di fermenti più che fosse mai, et. zà 100 anni, non è sta sì bona ricolta, et non adimanda; è slà carge G nave per qui eie. Di Spagna, di sier Zuan Badoer dotor, ca-valier,orator nostro, di 3 Luio le ultime, daVa-iadolid. Prima de . . . Zugno, scrive come il Ile da poi la rota de’ francesi da’ sguizari bavia levato di Pranza el suo secretario andato per tratar pace, et era restato uno capelan. Item, che ’1 Re Catholico bavia scripto letere a tutti li grandi di Casliglia di la rota predita, ampliandola molto ; et avisa coloquii abuti con sua alteza e l’orator nostro, che la Signoria doveria far acordo con 1’ Imperador, et non restar per Verona, et lui à bona mente verso la Signoria, ma non poi far di mancho di ajutar 1’ Imperador. 292 * Di Padoa, di sier Zuan Contarmi qu. sier Alvise vidi letere, di 25, hore una di note. Come per spie hanno i nimici si doveano aprcsenlar la note soto la terra, ma lui non lo crede. Eri sier Dome-nego Contarmi provedador li disse esser in Padoa fanti 9000 pagati, homeni d’arme 1000 e assa’ cavalli lizieri. 1 nimici sono pur al locho solito. È sta dito il marehexe di Mantoa era morto, e non fu vero. Il capitanio di le fantarie à dato una speluzata a’ spagnoli verso Bergamo. Eri zonse lì in la terra stera 2000 farine, eli’ è sta a proposito, e altpc mo-nitione. Dii dito, di 26. I nimici al solito alozamento luglio. 550 hanno fato, si dice, uno bastion a Mezavia per me-lersi in ferleza ; è signal hanno paura. Ogni dì il ea-petanio zencral manda al viceré meloni e malvasia. Eri il conte di Chariati, eh’ è in campo, per il messo tornò si mandò a ricomandar a domino Andrea Grifi. Dii dito, di 27, hore 15. Come i nimici erano levati dii suo alozamento e aviati verso Padoa, ezonti a l’Albara, e zà comenzano a corer i cavalli lizieri. Sono mia do di la terra e vegnirano di longo, e sono aspetati con bon animo; tamen non tien si apre-senterano di qua di le spianate. Tenuta fin hore 20, dize i nimici col campo è a le Toresele. Copia di letere di Fiorenza a domino Petro Pi- 293 biena orator pontificio in Venecia, mandate, date a dì 23 Luio 1513. Magnifice Comes etc. Non prima che hieri arrivorono le letere vostro de’l 5, le quali Imbiamo viste et lede con piacere benché ne portasino qualche aviso di qualità da piacere poco ; ma le cose vostre ne sono, come saranno sempre, gratissime, maxime quando vegiamo che continuamente procediate nello scrivere a lungo et con diligentia ogni cosa senza fraudarci de pensieri et judicii vostri, come non ci haverè fraudato fino qui, senza havere respedo a quello vi havesse scripto o sier Nicolò Michiel ozi nostro secretano o altri sia qual si voglia, perchè ne parrebbe una offensione et mancamento ad noi più che ad altri. De le cosse de la guerra non ardiremo, nè sapremo dire cosa alcuna per non fare prejuditio o ad noi o ad altri, solo pregiamo Dio che indirizi questi tanti scompigli et mine a quel fine che debe desiderare qualunche bon christiano, intra quali crediamo essere noi, et Dio sa qual sieno state le opere et conati nostri perchè si desista et in Italia et fuori da tante guere et spese el da tanta effusione del sangue cristiano. Non è piaciuto per ancora a la sua bontà justitia che le prece et opere nostre habbino havuto ìoco, forse li darerà presto, nè è officio d’alcuno christiano jadicare di quello che fa o permette Dio altrimenti che voglia lui, anzi reputare ogni cosa in bene et dare causa quanto è in lui, et mitigare quella ira et farsela benefica come siamo certi che ha facto et fa quella Illustrissima Signoria, verso la quale siamo, quando il tempo lo rizerchi, per monstrare con le opere quello che più volle inviamo decto in parole. Li avisi che ne date nc sono, come sono stali