583 MDXI1I, AGOSTO. 58Ì In questa sera gionse uno corier di Roma con teiere di 30, di l’orator nostro, qual fo lete da li savii, et erano cative letere, sicome il sumario poi dirò di soto. 312* A dì 4. La matina tutta la terra fo piena esser letere di Pranza, di Roma, venute eri sera, di ultimo; di Constantinopoli, di 30 Zugno, dii laylo ; di Crema, di 30 ; il sumario di le qual letere noterò di solo. Di Padoa, di provedadori zenerali, di eri sera. Come i nimici erano al loco solito. Si diceva fevano certe cave per meler 1’ artelarie; si vogliono venir a campar verso la Saonaruola al bastion fato di novo. Dicono aspetar le zente pontificie, et omnino voler venir soto la (erra. Nostri li aspetano con gran vigoria et di bon cuor. Scrivono di danari auti; e come l’orator pontificio, eli’ è lì, se li mostrerà le zente in ordinanza et partirà doman per Venetia ctc. Item, di una crida à fato far ¡1 capitanio zeneral, che tutta la terra dagi pan o vino a le zente alozate in caxa loro; la qual cossa è sta di gran discontento a quelli habilanli, e scriveno sopra questo materia; e li rectori etiam scriveno in conformità a li Cai di X è cossa molto pericolosa, et è siati in consulti per farneprovisione con ditto capitanio zeneral, qual non li par mover altro. Item, li provedadori e lui capitanio scrive di uno messo venuto di Pranza, qual à parlato al Re; et altre particularilà etc. Di Antonio da Fan vidi una letera, di 3, liore 24, scrita in Padoa, drizata a sier Antonio Dandolo qu. sier Andrea. Scrive come, poi andò lì, sempre è stato con il clarissimo Griti, el qual continue dorme soto la porta di Santa fai’ aiere; etiam lui li ha dormilo a li piedi. E di sier Lunardo Emo qual etiam lui dorme, cussi eri l’ave un poco di febre; non la stima. Tutla stanote pasata sono stati vigilanti, perchè eri sera, a una hora, parse venisse una voce, che li inimici piantavano l’artelaria fra Santa f et la Sarasinescha; subito il Griti andò su li repari ascoltando e sentì certi strepiti, e tutti judicava cussi dovesseno fare, considerato che non potevano esser batudi per fianco, salvo da la Sarasi -nesca. Subito il Griti ritornò a la porta di Santa f et il reparo, eh’ è davanti la porta di l’aqua, quale era debole, e lo muro di la porta più alto dii reparo, unde questa matina, do bore avanti zorno, fo co-menzato a ingrosarlo dito reparo fino al muro et sbasar ¡1 muro, è al reparo, in modo che a bore 24 fo compito ; tamen i nimici non hanno piantado l’ar-tellarie ; ben hanno piantado certi sacri al Basando che non poi arivar a la terra. Scrive, voria veniseno i nimici a dar balaia ; vede la terra benissimo reparala e una fantaria perfedissima, e sopratullo voìun-terosa di combater. Zente d’arme benissimo a cavalo et numero assai. Et venendo loro a impiantar arlellarie, awiserano roti, aut lasserano l’artelaria, ma fien non venirano sotto. De lì nostri n’ è pur di gran poltroni. Conclude, non è alcun dubio di Padoa si non li è tradimento, e tanto è posibde perderla quanto che ’1 mare sia secato. 11 provedador Griti à fortissima natura ; mai non manza salvo a slraore ; dorme sopra una cariega a l’aiere; mai non reposa de zorno. Ogni zorno si ha searamuzato, li nostri sempre hanno auto vitoria. Eri et ozi i nimici mes-seno falconefi per li fossi, et messeno bandiere tre a la giesia, eh’ è al Basanello, per tirare li nostri fuora a la scaramuza e amazarli. 11 Griti lo intese per certa spia e non volse lassar andar più fuora a la scaramuza; tamen li fanti consignorono uno ti'avo sopra l’aqua et ne andò 100 a la scaramuza ; et vedendo tutto li nostri amazorno tre de i nimici e li fugo-rono. De li nostri furono feriti tre d’artelaria, et uno de’ ditti è morto, perchè fu passato nel pedo; sichè queste cose usano spagnoli, tamen nostri non voi restar per questo. Ozi domino Daniel Dandolo à fato dar corda a molti fanti di Veniexia, quali posti a le guarde e non stanno, c vanno a putane etc. È da saper, vidi, per altre letere, come ozi, a dì 3, uno capo di squadra spagnol vene verso la Sarasi • nescha a dimandar chi voleva ussir a combater con lui a homo per homo, e cussi uno schiavon volse esser quello, qual ussite e dete do ferite al spagnol, havendo prima fato palo non fusse trato artellarie, et combateseno da valenti homeni ; de che il spagnol,vistosi feritoci rese, et partiti uno di l’altro,uno todesco (rete un schiopelo e amazò il schiavon, eh’ è slà grandissima compassion, e li provedadori 1’ ha ’uto molto a mal. Item, come, per la venuta lì di l’orator pontificio, ozi, a dì 4, el capitanio zeneral voi far la monstra di tutte le zente è in Padoa. Noto. In questi zorni è stà mandato a Padoa, tra le altre cosse di l’arsenal, do verigole fate far nova-mente per ordine dii capitanio zeneral nostro, acciò, venendo i nimici con cave subterranee, come dicono voler far, se li possi a l’incontro far busi e disfar li soi disegni. Et è da saper, eh’ è tante artellarie e mu-nition lì eli’ è cossa stupenda, et ogni zorno se ne mandano e polvere. Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte letere fino 313 * bore 23, et questo è il sumario di quelle non ho scripto di sopra.