135 siDxni, modità di poterò farlo. Di poi, questa malina, andando alla camera del Chrislianissimo, trovai il Consiglio che di già era stato con Sua Maestà, et mi commisseno, per parte sua, che spacciassi il coriere indrielo alle Signorie Vostro, et in prima le ringra-tiassi della diligentia et mi congratulassi etc., come di sopra; et che quanto occoreva alle occorentie presenti, io ricordassi a quello le passate et presenti confederationi che sono sute fra cotesta citi el Sua Maestà;et che sendosela trovata buona et constante la amicitia vostra per ogni tempo, confidava che adesso che le Signorie Vostre hanno più facile com-modilà di fare qualche buono effeclo, non sieno per deviare dalle opere passate; et però le pregava ad volere consigliare et indirizare la mente della San-ctità del Papa in tale modo, che egli adparisca che cotesta cita desidera quiete et riposo, non solo di Sua Maestà, ma ancora di lutti li christiani ; sub-iungendo che le Signorie Vostre sono di tale pru-dentia et consiglio, de sapere condure ogni grande et buono effeclo. Quando alla buona inclina-tione di Sua Santità naturale si adjunga l’opera et inzegno vostro, non si può sperare se non bene et quiete universale; el che quanto adparliene alla buona niente et intentione di Sua Maestà, Sua Beatitudine se li prometta bene disposta quanto lei medesima saprà desiderare; et dove sia la conservatone in lo honore et dignità sua, non sarà mai per deviare de quello ricerca 1’ honesta et la rcvcrentia della sania Sede Apostolica. Intorno al quale parlare, havendo io risposto essere ad proposito, me ne andai alla Maestà del Ile et con essa di novo bobbi il medesimo ragionamento, et mi impose spaciassi il coriere con (ale tenore quanto prima potessi. Sichè le Signorie Vostre possono seeuramente examinare tutte quelle vie judicharano convenienti ad fare qualche bona opera, perchè questa Maestà cognosca quelle essere inclinate, come lei tiene opinione, alla prosperità et conservatone sua, come sono sule per il tempo passato. El havendo opinione che Sua Santità sia per prestare fede alli ricòrdi et consigli vostri, non si può fare.se non aquisto in ajutare la pace et quiete, el guadagnare per tutto reputatone et grado. 69 Nè io voglio mancare di ricordar con reverenda alle Signorie Vostre che quelle sono necessitate, bora che è venuto il tempo comodo, ad melerò tale contrapeso in Italia, che uno 6000 fanti hispagnoli et 800 lanze non possino dare le leggi et subfocare qualunque Stato senza soccorso ; di che, attesa la natura loro ingorda et infidele. ne poteva dubitare facilmente cotesta cità quanto nessuna altra, quando Dio non APRILE, i3t> avesse mandato questo soccorso. Et quando Sua Santità considererà che il Calholico non lascia di sè lio-rede; et quanto sia lontano allo stato vostro, sarà facile persuadersi ad non fare con lui tutto il fondamento; et si dispona di tenere gli altri in modo contenti et bene disposti che non si perda quello che in tanti anni s’è penalo ad aquistare. Altro non ho degno della notilia delle Vostre Signorie etc. Data Bles, die 26 Martii 1512. Tenuta a dì 17, fino che non comparisse novo adviso della creatone dii Papa per altri, non mi è parso spacciare il coriere; chè.sendodi già duo giorni passati clic il nostro adrivò, fa stare, da me in fuora, ogniuno sospeso; et adrivato di poi questa sera Se-raphino agente de la Signoria di Veneta, et costoro secretamente si sono ristreti con missier Andrea Gritli, et havendo visto che quella Signoria non vuole condescendere allo accordo se non con la reintegratone di Geradada et Cremona, questa Maestà è tuta contenta de relaxarli la Geradada solamente et servare per sè Cremona, et con questa resolutione si è mandato indrielo dicto Seraphino; et quando Veni-tiani voglino consentire a tale capitolatone, al ritorno suo ne sequirà la conclusione. Hesta ora se Veniliani venirano con arti in queste parti et con animo di condure et migliorare le pratiche loro, di che è necessario atenderne lo evento ; et quando pure dita confederatone avesse luogo, la opinione di molti è che subito se fariano passare le genti; niente di meno 10 mi resto in dubio, perchè io non so se senza sgui-zari o qualche tregua di Ilispania i sieno por fare la impresa. Havendo ricercho meglio quello di sopra, ho trovato lo liuomo de la Signoria di Venecia non essere ancora partito, et clic costoro non sono ancora rcsoluti di quello voglino rispondere, perchè quella Signoria sta ancora in sulla domanda vechia et costoro non se risolvono; ma monsignor de Utrcch scrive, di Gienna, come in su la pratica della tregua 11 Calholico dava speranza farla per uno anno, et che già avea fatto dimandare salvocondutto per potere 69* mandare sui ambasciatori per praticare; di che non era fatto ancora deliberatone. De’svizari, è data continua speranza che quando bene con li capi de le lige non si possa fare acordo, che li popoli che desiderano locare danari sono male contenti de’ grandi, et che si mostrano deliberali venire alla sfilata ad prendere danari da la Maestà Chrislianissima per servirlo conira quoscumque; tamen per essere romori po-pulari, non mi pare de farvi fondamento. Molti gen-lilhuotnini di Lombardia continuamente solicilano questa Maestà passare in Italia, offerendosi ad sco-