049 MDXI1I, AGOSTO. 050 Di Marostega, di sier Zuan Vituri prove-dador di stratioti è letere, di 19. Come di Bas-san, adunato certo numero di cavalli lizieri era ritornato in quel loco con il Manfron e li stratioti ; el qual loco di Marostega si voleva teñir etc. Di Udene, vidi letere, di 18, dii locotenente. Come era zonto uno castelano, el qual ha conduto con seco 500 schiopetieri et200 cavali; se dize che aspetano Marco Can che conducha zente de Boemia; questo, se prosume siano venuti per cagion di l’andata di domino Baldisera Scipion con tutti li cavali lizieri a li confine di Tolmin e poi a la Schiusa, però che in quel canal de la Schiusa a Vilacho tutti sono scampati da gran paura per quelli monti, et la ma-gior parte di loro sono fugiti dentro de Vilacho, et forsi per questo effecto è sta fata tal adunanza di zente. Scrive, lui, subito inteso questo, mandoe quel nostro a Vilaco per meglio certificharsi ; a dì 23 si si saperi il lutto. E cussi per quello mandoe a Lubiana intenderà a dì 25, over 20, perchè ancora non è tornato, ma l'aspeta. 353 Veneno li do oratori dii Papa pro forma, dicendo esser venuti a visitar la Signoria, et nulla loro haveano di novo ; non erano zonte ancora le letere di Roma. Dimandò uno salvoconduto per Alexandro di Franza, el qual li fo promesso farlo per parte posta in Pregadi. . Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consu-tendimi. Di Padoa fo letere, di osi, di provedadori venerali. Come i ninnici erano levati quella matina per tempo di le Torete, e andati di fuora via, parte a Vizenza, zoé spagnoli, parte a Olmo e a le Tavar-nelle per andar in veronese etc. Item, che lui sier Andrea Griti, per la licentia l’ba e non esser più bisogno, vera a servir la Signoria nostra in questa terra, e non più là. Dii provedador di V armada sier Vizcnzo Capello, da Zara, di...., fo letere. De occur-rentiis, et aspeta ordine nostro etc. Di Alexandria, vene certo aviso, per via di Pula, in sier Ferigo Contarmi qu. sier Am-bruoso provedador, che par V liabi di liagusi. Che uno di Alexandria, li scrive di. . . Mazo, come in Alexandria da peste è morto tuti li catalani e il consolo excepto il capelan, e cussi il consolo e tutti merchadanti venitiani et li ragusei, ut in litteris. In questo zorno achadele, a hore zercha 22, ca-zete una caxa vechia in Rialto in rio di la Becharia, fo alias hostaria di la f, contigua a la Spada, la qual fo di sier Marin di Garzoni procurator, et vene zoso sul rio. Questa era afitada a molti le camere, tra li altri uno samiter che cade e morì, e una dona gra-veda fo trovata e altri in le ruine, e tutta via si trova. Fo caso compassionevole, perchè mori, e danno di la caxa. La terra è zorni tre non vi è andato alcun a La-zareto; sichè, grafia Dei, la sta bene. È pur in la terra molte caxe serate per quello è stalo per il passato. Noto. Intesi, si ha, per bona via, el viceré manda uno nontio in Spagna dal Re a scusarsi la causa di esser levali di Padoa senza far una experientia al-mancho ; la 2.“ volendo tornar solo Padoa, bisogna assa’ danari; la terza, anderano in brexana a stanziar; la 4.® si lievi le trate di Cicilia a la Signoria. A dì 23. Veni eri sera a cavalo, per la via di Margera, di Padoa, sier Andrea Griti procurator, era provedador zeneral in Padoa, qual havia la licentia in mano di poter venir via a repalriar subito parliti fosseno li inimici, et cussi è venuto, e intrò al loco suo savio dii Consejo, che li era sta risalvato, et fo visto dal Principe e altri molto aliegramente, per esser con effeto il primo homo di la patria nostra o più degno. Veneno li do oratori dii Papa, e il Bibiena co-municoe alcune letere di Poma, di suo fratello et thesorier, dì 18. Poi domino Pyndaro disse aver auto licentia dal Papa di repalriar, e però fin 4 zorni si partirà. Il Principe li usò bone parole, et come eramt» fìoli dii Pontifice. Di Padoa, di provedadori zenerali Confarmi e Loredan, di eri sera. Dii partir dii provedador Griti per qui; il campo inimico, haver tedeschi pasato Vizenza, et. spagnoli restali in Vizenza aziò non sia brusata, e todeschi esser alozati a 1’ Olmo con le artelarie, vano in veronese. Dii partir di sier Donado da Leze per Ruigo con altri rectori dii Polesene et dii padoan,e di zentilhomeni che vieneno de qui ; e altre particularità, ut in litteris. Fo leto le letere di Franza, di l’oralor nostro, trate di zilra, il sumario scriverò copiose qui di solo; le qual le ha portade uno Panfilo Bentivoy homo dii signor Bortolomio, qual andò in Franza, et è ritornato con diete letere. Veneno molti zentilhomeni di Padoa di quelli an-dono con 10 homeni per uno, che fonilo posti a le porte, sier Uironimo Capelo è ai 10 olicii, sier Bortolomio da Canal va podestà a la Badia qu. sier Zuanne, et altri di quelli andono a servir gratis, e chi per aver il beneficio di la parte etc. ; e cussi do-man tuli quasi sarano qui.