227 MDXIII, MAGGIO. 228 renlie notissime a questo Consejo è necessario re-novarla, però : L’anderà parte, che dieta deliberatione sia pro-rogada per altri mexi G proximi principiando dal finir de la sopradita parte, con tutti i modi e condi-115* lion in essa contenute, et la presente delibcralion non liabi vigor se la non seri posta et presa nel nostro Mazor Consejo, 120, 11 di no. Stimano di letere, di Roma, di sier Vetor Li-pomario, date a dì 27 Aprii 1513, ricevute qui a dì 4 di l' instante, qual però osi solo Io le vidi. Come eri il Papa, poi pranso, andò a San Janni, et questa matina, a dì 27, è intrato nel Concilio ; poi venirà indrio a cena a la vigna di domino Aguslin Gixi, qual spendarà ducati 500 per farli honor. Dize, zerclia la guera, il Papa non se impazerà e starà a veder, e questo è zerto. Dii dito, a dì 28. Come in questa malina è stà Concilio. E1 Cardinal Volterà disse la messa e uno vescovo fece l’oration ; li cardinali erano aparali e detono l’ubidienlia al Papa : fo bel veder. Li episcopi li basò il zenocliio, e dito lo letame, el Cardinal di Siena disse lo evanzelio. Il Papa poi disse una oration, e li oratori fiorentini fo’ lezer, per Pliedra, il mandato loro. Fo poi mandati tutti fuora, restono solo quelli dano lì voli ; e in questo Concilio il Papa confirinò tutto quello havia fatto Papa Julio suo pre-decessor nel Concilio, e fé’ tutti abeli a intrar exce-pto li scismatici, et rimesse l’altra session a dì 23 Mazo, dicendo manderà a dirlo a caxa di tutti quelli intra nel Concilio quello Sua Santità vorà proponer, acciò tutti si pensi e posino lenir l’opinion loro. Et compito, poi pranzo, il Papa tornò in San Piero con 22 cardinali ; mancò el Cardinal San Piero in vin-cula solo, eli’ è amalato con la febre continua e za-varia. Scrive, il magnifico Juliano mercore sarà lì. Item, è pioza granda ; e dita lelera temila fin 29. 116 Adì 10 Maso. Fo gran pioza. Si ave letere di sier Marco Cabrici podestà di Chiosa. Dii zonzer lì questa note, a ore 4, el signor Bortolamio d’Alvìano con domino Tlieodoro Triulzi oralor di Pranza, venuti di Ferara con persone GO, et li hanno alozati in palazo, e da matina, per tempo, si parti-rano. Sarano a ore 14 a San Spirito ; unde fo subito falò a saper a li zenlilhomeni ordinati, erano in chie-xia, dovesseno andar verso San Spirito, dove ande- rano li piati, e zonto i fosseno, levarli e condurli a caxa dii inarchexe olim, mine dii Papa, dove li è stà preparato honorifi.ee. Et cussi andono, et la pioza cesò, et zonseno .... a ore avanti disnar li zenti-lomeni, e disnono da li frali. Vene l’orator dii Papa, et fe’ lezer letere aule di Roma di suo fratello il Ihesorier, domino Petro di Bibiena prolonolario, qual li scrive di ordine dii Papa molle cosse, e di la bona volunlà dii Papa, et nove aute de Ingallera, e altre particularilà, qual co-municoe con la Signoria nostra. Vene l’oralor yspano et monstre letere aule del viceré e di Roma con nove de Ingaltera, di 14; et poi disse zercha quelli è stà presi per li stratioti, che sono stati sora la fede li dele il Principe non rotn-perano prima. Il Principe rispose dolendosi a dì 26 Aprii fo retenuto li nostri fanti per Salò e toltoli le arme. Vene sier Andrea di Prioli di sier Alvise venuto capitanio di le galie di Alexandria, vestilo di veludo paonazo a manege dogai di varo, e referì justa il solito di capitoli. Laudò i patroni e oficiali ; disse il cargo di le galie, et non esser slà cargà in lochi de-vedadi per esser le galie vuode eie. Fo laudato de more dal Principe. Vene sier Toma Contarmi veiiulo consolo di Alexandria ; qual, compito di riferire il capitolo predilo, referì lui poco, e di afanni patiti in el suo consolado, e come è sialo preson al Cairo eie. 11 Principe laudoe. Vencno li do oratori di Poiana, videlicet domino Joannes de Lascho archiepiscopus Gnesnensis et primas regni, et Stanislaus Ostroroch casfellanus Collisiensis, acompagnali da 5 zentilhomeni soli, sier Marco Antonio Venier dolor, sier Domenego da Mosto, sier Ilironimo Barbarigo qu. sier Antonio, sier Piero Morexini et sier Ilironiino Barbarigo qu. sier Andrea e non altri, che fo mal facto ; et avanti loro aveano zercha 30 soi servitori vestiti di rosso. Questi oratori è venuti con cavalli 5 et una carela; vano al Papa. Et intrati in Colegio, il Principe si levò e carezoli, et sentati, el leto la letera di credenza dii suo Re data a Posnania a dì 29 Marzo, el vescovo disse alcune parole Ialine salutando il Principe et la Signoria, et come il suo Re era nostro bon amigo, et che erano mandali al Pontifice, et in itinere do-veano venir in questa terra a far reverenlia a questa Illustrissima Signoria et oferir il suo Re. Il Principe li carezoe, dicendoli fosseno i ben venuti eie. Vene domino Antonio di Pii condutier nostro, el qual è venuto in questa terra e l’altro zorno ebbe audienlia ; fo comesso a li savii el consultato rispon*