221 smxm, maggio. 222 Dii dito, di 6. Come ha, spagnoli non erano mossi alcun de li alozamenti erano in parmesana e piasentino, el che il marchexe di Manloa avea mandato fanti in Axola et fortificava Hosti'a, et meteva a ordine le sue zente d’arme. Itern, che uno contesta- bele francese, è in Ferara, nominato......., qual fu al tempo dii fato d’arme di Ravena, li à mandato a dir che, inteso la Signoria nostra esser d’acordo con il re di Franza, li piace et si oferisse venir nel nostro campo con 250 fanti. F,t come, per uno suo noviter di Franza venuto, à ch’el trovò missier Zuan Jacomo Triulzi e il duca di Barbon a pe’ di monti a Ors, qual metevano a ordine l’exercito, et venuto a Tu-rin, ivi trovò el signor Bortolamio Liviano et domino Theodoro Triulzi, che venivano per venir a Venecia ; et che a Susa trovò monsignor di Obignì, qual è capitanio di l’anliguarda di l’exercito ; con altre par-ticularità, ut in litteris. A dì 8. Domenega, zorno dedicato andar la Signoria con le cerimonie nel Bucintoro a sposar il mar per non aver potuto andarvi zuoba per la pioza grande, et cussi tutti quelli sono al pasto invidati, tra i qual Io ne fui et zerca G altri reduti, et era zerca 10 veste de seda, il resto scarlato, il Principe con li oratori sopranominati, Papa, Spagna et Hon-garia, e ’1 primocierio di San Marco. Portò la spada chi portò il dì de la Sensa, sier Domenego da Mosto va podestà et capitanio a Cividal di Belimi; compagno sier Francesco Barbarigo qu. sier Nicolò. F.ravi etiam Zuan Paulo Manfron et Francesco Sbroiavaca alias condutieri nostri, et uno maistro Mathio di Gaiardi medico venuto di ver Bossina, dove è stato a medicar. Et questo, l’altro zorno, venuto in Cole-gio, apresentò al Principe uno botazo di bulgaro, nel qual metendo il vin si beve, è optimo a la sanità e fresco. Et montati in Bucintoro con bellissimo tempo, si andò a li do Castelli verso il primo faro, justa il solito, a sposar il mar, et vene il patriarcha ne la sua piata ; qual mandò, zonto el fu, a presentar in Bucintoro, e questo è il consueto. Et sposato il mare, si vene a San Nicolò de Lio a messa ; et nel desmon-tar, era il patriarca aparato con la milria in testa, e recevè il Principe ; e intrati in chiexia, il Principe sento con li oratori da basso, et il patriarca di sopra in coro di frati in pontificai e in cariega. Ditta la messa per uno frate di San Nicolò, era don Zuan di Prioli, sta a San Zorzi Mazor, e compita, il Principe andò con li oratori a l’archa di San Nicolò e di do altri corpi santi, vidélicet San Nicolò nepole et San Teodoro, et ivi fato oratione, si ritornò in Bucintoro, e smontati a San Marco, acompa* guato il Principe in palazo de more, ivi si tolse li-centia, et tulli andono a caxa ; et fo terminato ozi, justa il solilo, non far Gran Consejo, ni etiam Pre-gadi. Da poi disnar adunca, fo Colegio di savii ad consulendum. Vene il canzelier dii signor Bortolo Liviano nominato Martin da Rosano, el qual è venuto di Franza insieme col signor Bortolo predito el domino Theodoro Triulzi, el qual è venuto avanti. Parti da . ... a dì G, dove ha lassalo li ditti; i quali fin questo zorno sono a Ferara zonli. Nara il modo come sono venuti di Franza e il camino fato, et sarano subito qui. El inteso questa venuta, il Colegio e tutta la tcra ave grandissimo piacer, et tutti comenzono a jubi-lar. La caxa, fo dii ducila di Ferara, era sta preparata per il loro alozamenlo e posto arme, a li candelieri, di Franza e dii signor Bortolo e dii Doxe ; e inteso si abbi el sia zonto a Cliioza, si ordenerà l’onor se li abbi a far in questa sua venuta. In questa malina, fono conduli in questa terra presoni rebelli di quelli fonno presi per li slratioli, come ho scrito di sopra. Nolo. Fo mandato eri in campo ducati 5000 da pagar li fanti, che continue zonzeno, fati in Romagna et altrove, qual è stà conduti con uno ducalo ; e zonti in campo e fato la monslra, ne tocherano do altri per uno, ch’è la prima paga ; il numero sarano, scriverò di soto. A dì 9. La matina nulla fu da conto, solimi 113* ¡etere di Trevixo, di sier Hironimo da cita’ da Pexaro podestà et capitanio, di eri. Dii zonzer lì uno orator dii re di Poiana con 60 cavali, qual vien prima a la Signoria nostra, poi va a Roma a impetrar socorso dal Papa conira tartari. Et fo terminato farli onor, alozarlo a San Zorzi, et mandarli ozi 20 zentilhorneni conira fino a Marge-ra a levarlo. Vene, piceno Collegio, il canzelier dii signor Bortolo d’Alviano con Raphael Griti in Colegio, et referì quel disse eri di la venula dii signor Bortolo Liviano e domino Theodoro Triulzi orator dii re di Franza, quali hanno 60 persone ; et tien questa sera serano a Chioza. Fo parlato in Colegio di l’onor si habi a far. Sier Antonio Grimani procuralor savio dii Consejo, voleva darli il Bucintoro per onorar il signor Bortolamio e l’orator di Franza, e li fo dito raxon che non si doveva far per alcun muodo, ma ■solum mandarli li piati contro; e cussi si tolse zoso, e fo terminato chiamar ozi GO zentilhorneni, di