323 MDXIII, GIUGNO. 324 lendum, cl vene le solo scriplc leterc ; il sumario è questo : Da Brexa, di Piero da Longena condutier nostro, di ultimo. Avisa esser intrato in Brexa a nome di la Signoria nostra per la intelligentia havia con quelli citadini erano dentro ; et che li todeschi e spagnoli, erano in la terra, si haveano retirati in castello, et che sperava di aver il castello con darli qualche denaro a’ ditti fanti sono dentro. Era venuto etiam a dito aquisto il capetanio di le fantarie concerto numero di zcnle, ut in litteris. Di campo, diiprovedador Contarmi, da San lìassan, di ultimo, ore 2 di note. Come domino Theodoro Triulzi e il governator nostro, che, come scrisse, erano andati a Milan di ordine dii capitanio zeneral c per il consulto fato per aver la terra, scrive erano tornali ; questo perchè milanesi haveano levato le insegne di Pranza. Et aveano aviso come missier Zuan Jacomo Triulzi era zonto a Vastalla, e fato far uno ponte per passar Po e andar a Vege-venc, dove par fusse reduto el Ducheto con 4000 sguizari, li qual se loveria e lorneria in li loro paesi. Scrive come alcuni francesi erano iritrati in Milano insieme con Sagramoro Visconte, et havia dato una volta per Milano, e poi erano andati verso Como a quelli passi per obviar a’ sguizari, che dubitava non venisseno ; et che missier Zuan Jacomo, con l’exer-cito, se ritrovava mia 15 lontan di Vegevene, et che il capitanio zeneral nostro havia mandato uno di Meli ciladin cremonese per far il ponte sopra Po a la Cava, vicino a Cremona. Scrive l’aviso à auto di l’intrar li nostri in Brexa marti, a di 31, et speravano aver il castello con darli ducati mille, ut in litteris etc. Scrive dii mandar di cavali lizieri verso Verona a corer fin su le porte, aziò non vengino fuo-ra, el havia inteso il danno haveano fato a Cologna, et il prender di nostri, et promele castigarli come i meritano; et presto vera con l’esercito per recuperar Verona. Da Vicenza, di sier Nicolò Pasqualigo podestà et capitanio, di questa niatina. Come era aviso i nirnici si andavano ingrosando et erano a San Martin et zignavano voler andar a Montagnana, atento le provision fate in Vicenza; et la comunità havia dà li danari per far li 500 fanti, et lauda Balista Doto eie., «ti in litteris. Noto. Fo uno aviso in le letere di campo, che nostri haveano preso letere di sguizari drizate al du-cha di Milan, che li scriveva erano contenti ajutarlo et vcriano grossi ; ma non poteva avanti il mexe di Luio proximo. Adì 3 Zugno. Essendo eri sera ritornato dii 168 solazo andai in trivisana ; seguirò, justa il solito, il mio scriver. Vene l’orator dii Papa et di fiorentini et alegra-tosi di lo aquisto di Milan e di Brexa ; e come havia di Roma, di 29, il Papa staria neutral e slava fin qui. Poi disse esser venuto uno coricr di Fiorenza con letere di la comunità, di 28, et di Matheo Cini, di 29 et fele lezer. Avisano come il doxe di Zenoa, domino Janus di Campo Fregoso, tengono certo sia stà cazialo, et esser inlrali li Adorni con il favore di Franza, et che le armale di Franza e quella di Zenoa erano state a le mano. El hanno questa zerteza, perchè a Luca erano capitati zenoesi fuzili, et cussi per mar venuti con lauti a Livorno. Item, per l’altra letera, avisa Matheo Cini come, è di 28, da il suo orator è in campo di spagnoli a Piasenza, che il viceré si (fovea levar con il campo e tornar in reame, e lien fariano la volta di Romagna, e questa le vaia era proceduta, perchè havia auto letere di Roma, eh’ el Papa non li voleva dar alcun aiuto. Dizc poi esso Matheo, la Illustrissima Signoria recupererà il suo Stato, et cussi il re di Franza, e questo sarà senza dubio ; ma Dio voglia la (in sia buona ! La copia di le qual letere scriverò più avanti. Vene l’orator di Hongaria e mostrò letere dii suo Re, de . . , da Buda. Li scrive esser rimasto de li con l’orator nostro, che se in termine di do mexi la Signoria non si risolva e fazi con effeto la satisfa-lione di quanto el dia aver, ch’el debbi vegnir a re-patriar. 11 Principe li usoc bone parole, dicendo cranio in excessiva spexa etc. Di Zuan Piero Stella secretano nostro a-presso sguizari, date a dì 26 a Zurich. Come quelli signori li haveano dato liccntia, et nonio haveano lassato partir perchè l’era debito ducali 500, ma stava in caxa; voleva ch’el scrivesse latine, e non in zifra, letere a la Signoria per lezerle, et etiam voleva loro veder le leterc ducal li scriveva la Signoria nostra; sichè quelle cosse è in disturbo non poco; tamen essi sguizari mostrano ben voler verso la Signoria nostra. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulen- 168* dum. Di campo vene letere, di primo, ore é di note, di sier Domenego Contarmi provedador zeneral, da San Bassan. Come il capitanio zeneral vole levarsi col campo de li e andar a la Cava sora Po vicino a Cremona, dove havia mandato a far far uno ponte per meter leror a’ spagnoli, acciò si lievi-no più presto. Ano aviso dili spagnoli faceva far uno