425 siuxiii, alozali, el hanno mandalo uno trombeta a Peschiera da parie di l’Imperador a dimandarli il loco;e quel provedador, sier Lodovico Coniarmi, li à risposo volersi difender e lenir quel loco a nome di la Signoria nostra. Item, scriveno haver ricevuto li danari eie. Di Peschiera, di sier Lodovico Contarini provedador, di 28, drizate al provedador in campo. Come era venuto li uno trombeta dii viceré a dimandarli il loco a nome di la Cesarea Maestà ; li à risposo volersi tenir per la Illustrissima Signoria nostra etc. Nota. Quivi è tre contestabili : Vigo da Porosa, Scipion di Ugoni et Antonio da la Barba, con le loro compagnie di fanti zercha 500. Di Lignago, di sier Zuan Boldù provedador 5 letere, di eri le ultime. Avisa..... 223 Di Bologna, di sier Andrea Grifi procura-tor, di eri, fo 28. Dii suo zonzer 11 partito da Lucha; et come in Cologna quello>zenle per nome dii Papa si metevano a bordine per cavalchar. Si dico verano a far fazende, et sono di Marco Antonio Cotona e altri capi lanze........, et feva fanti. ., e dava danari. Scrive si partirà por qui, tamen Marco Antonio Cotona non era lì, e queste voce si dava senza veder effecti. Di Bagusi, di sier Antonio Justinian dotor, va orator al Turco,di 18 di questo, date in galia apresso Bagusi. Scrive il suo navegar lì l’olavo zorno, poi partì di questa terra, dove è stato ben visto et honorato da quelli zenlilhomeni ragusei ; et in quella note, jusla il consueto, spazeria per terra le-tcre a la Porta dii suo zonzer li, et che soliziterà il suo camino. Dize il suo navegar è stato sempre con bonaza, etiam a le fiate con vento contrario, adeo, con li remi è venuti via. Lauda il sopracomito sier Hironimo Capello qu. sier Andrea, qual è benissimo in bordine; et zonto a Corfù torà un’altra galia, crede sarà sier Francesco Contarini. Scrive poi, a dì 18, a hore 12, zonse con la galia lì a Ragusi, et avisa aver nove di 20 Mazo, da Constanlinopoli e Ander-nopoli, e si tien sia zonto e havea licentiato tutto il suo esercito, e non pareva che per adesso havesse fantasia ad alcuna impresa, e l’havea licentiato 1’ o-rator hungaro, nè havia voluto confirmar la pace, e la colpa è stata di l’hongaro, el qual voleva che ’1 Turco li restituisse zerta terra, di’ è zà molti anni turchi la tien, che alias fo di l’hongaro, per il che el Signor si mosse a sdegno e lo licenlioe. Scrive come alloro 19 crede quel zorno partirsi e andar al suo viazo. giugno. 426 Da poi disnar, fo ordinalo Colegio et fo grandissima pioza ; pur poi vesporo si reduse e li consieri, e sopravenc letere Di Boma, di Vorator nostro, di 25. Come in quella matina fue dal Papa, qual li disse che, vedando la Signoria nostra eSser stà quella che ha fato ritornar francesi in Italia, et considerando che, essendo successo a papa Julio, qual in vita foce dignissime opere, cussi lui voleva imitarlo et esser in la liga con la Cesarea Maestà, Calholico Re etc. contra la Signoria nostra, et havia scripto a le sue zente, è a Bologna, e comandato cavalcasse in campo di spagnoli, dicendo non potemo far di inanello. Da poi roto 223 * il campo di Franza da’ sguizari, vi ha baslà l’animo andar atomo Verona per averla e darli il guasto; poi, con altre parole, concludendo torsi questo potrà produr qualche bon effeto, videlicet si farà l’acordo con l’Imperador. Et l’orator nostro li rispose alcuno parole, che Soa Santità cognosccva la sincerità de la Signoria nostra, et che non credeva facesse con elìclo; el qual Pontifice era alquanto in colora. In con-clusion, il Papa è scoperto conira di nui. Item, manda una letera auta da Milan di nove di sguizari. E, ledo questa letera, tutto il Colegio si meravigliò di quesla sì gran mutation in uno zorno dii Papa di non volerne esser conira, e poi monstrarsi a dì 25 contrariissimo ; et fo mandalo per il Bibiena suo ora-lor, qual era a caxa. Era zercha ore 17 el subito vene, et li fo leto la letera precisa di Roma di l’orator nostro, qual rimase molto sopra di sè e tutto commosso, e disse non havia letere lui, et che spazeria que-' sta sera a Roma letere lui al Papa. Et il Principe li disse : « Per questo non si volemo disperar ; ma quel Dio che ne à ajutato fin bora ne ajuterà per l’avenir, et non aspetavemo questo da Soa Santità, ne le promesse ge è stà fato, e aver creato 10 oratori ». Et cussi luto meninconicho dito orator pontificio •si partì di Colegio o subito spazò a Roma al Papa. Fo consultato tra li savii e la Signoria di quello si havesse a far ozi ; el perchè doman compiva 3 sa- vii dii Consejo e tre di terra ferma, fo prima mandato per li provedadori sopra la camera d’impre-slidi, el che sier Alesandro da Pexaro vadi a far portar tulle le biave dii Polesene in questa terra; el qual si partirà damatina. Fo scrilo in campo, et che sicr Daniel Dandolo, era provedador a Salò et è lì in campo venuto, vengi in Padoa, et lì resti a far provision di quello acade; e altre occorentie. Fo scrilo a Padoa solicilando il fortifiebar e con-dur le biave dentro, foni, paio eie.