107 MDX1II, Iti Franga, ozi fo do man di letere, di 3 et 6, di sier Andrea Grifi procurator, date a lìlas ; il sumario è questo. Et vene una man a ora di nona nel levar dii Colegio, et una la sera in cifra. Come a di primo zonse li el signor Bortolo d’Alviano e andò da la Maestà dii He insieme con esso Griti, el qual ha una optima ciera. Disse al Re non si doleva esser prexon di un tanto Re come è stalo, el però non si è immagrito, con altre parole ; e il Re li feze careze e I’abrazò e disse come l’è degno capetanio di guerra, e quando fu preso nel con-llito li parve aver preso un gran capitanio, come è stalo, e più non temete di aver viloria. Poi disse voleva consultar insieme di la impresa de Italia, perché l’aveva fato liga con la Illustrissima Signoria, e hora tulio era una potentia, dicendo aver deputa lanze 1200 el fanti 12 milia e li capitani etc. Il signor Bortolo disse non sapeva ben come slava Italia, quantunque, licci fusse stà prexon, avea aulo piacer saper di novo di le cosse de Italia, e cussi il Re disse : « Un’ altra volta manderò per vui et parleremo de l’impresa. » Item, poi, a di 3, iterum andono dal Ree * scrive coloquii aulì zercha l’impresa, dicendo che Soa Maiestà dovesse far presto per non aspelar sguizari e li altri ; il Papa non è con imi ; il ducha di Milan é pur in Stato, spagnoli con loro, e però si presto e magnanimamente si farà, si arà viteria. Il Re laudò e disse manderia lanze 1350 solo capelani, qual li nominò tutti, e fanti 14 milia et bona banda di ar-telarie, dicendo : « Vui andere’ a Ors da missier Zuan Jacomo Triulzi con missier Todaro Triulzi e lì consulterò de l’impresa, et inderete quello bordine vorete. Poi anderé di longo da la Signoria con missier Theodoro e vardate di andar securi. » 11 signor Bortolo disse Soa Maestà li donasse uno cavalo sul qual voleva operarsi, autoio. Soa Maestà fu contentissimo, e ('eli mostrar G corsieri, dicendo : « 0 tuli, o qual vole’ tolé. » E cussi ue tolse uno, et in l’armadura dii Re etiam li fo dato una armadura a suo dosso; siché vien mollo acarezato dii Re. Item, poi, a di 4, andò dal Re per tuor licentia, e cussi il Re volse facesse certa scritura di prometerli, in caso non venisse la ratification di la Signoria, non esser contra la soa corona e ritornar prexon, e cussi fece e juroe. Poi dito signor Bortolo disse : « Sire, voria saper si son lassato prexon per la segurtà fece il signor Zuan Zordan Orsini e li altri, o perchè ? » 11 Re disse : « Sete stà liberato per amor di la Illustrissima Signoria vi à rechiesto. » Rispose : « Ringratio quella Illustrissima Signoria di la qual son stà fedelissimo etc. » Poi il Re lo mandò da la Reina a to- AI'itlLE. 10 oliarli la man, la qual era in leto. Li usò poche parole, solum dicendo la Signoria è fata una cossa instessa col Re, e li perdonasse si non levava a farli careze, per resenlirsi. El qual signor Bortolo, a di 5 parli con diio domino Todaro Triulzi ; starà a Ors et poi, per la più secura, verano a Venecia. Scrive coloquii auli con esso sier Andrea, eh’ el signor Bortolo dice voi servir la Signoria con che grado la voi etc., et si fazi presto, metendo a ordine le zente, artelarie e lutto, e porla con sì li nomi di capitani e zente. Item, li capitoli di la trieva fata tra il Chrislianissimo re e il re di Spagna, qual il Re ge l’à dati a esso sier Andrea, per uno anno per le cosse di là, e promete, in termine do mexi, far che li confederali sotoscriverà. • À dalo Spagna, Plmperator, il re d’ingallera; e il re di Pranza à dalo il re di Scozia e altri. Item, scrive pacti stati con monsignor di Angulème e feste insieme col signor Bortolo ; el qual monsignor etiam andava a pe’de’ monti a consultar l’impresa con missier Zuan Jacomo. Scrive, il Iioy li à dito voi esso sier Andrea eiflri in tutti i consulti, et che l’à ancora 1200 lanze et fanti assa’ numero, quali tegnirà in la Pranza per le cosse de Ingaltera, che pur l’intende 88 quel Re voi far movesta, benché il re di Spagna li ha promesso non farà nulla. Scrive coloquii auli col Re, e altre particularità, ut in litteris ; et nomina Alvise di Piero secretarlo, qual è con lui. A dì 18. La matina fo alquanto di pioza, eli’è zà molti zorni non à piovesto : è slà a proposito, ma durò pocho. Vene l’orator yspano, qual siegue il venir in Colegio, ut ante, con letere aule dii viceré zercha li danni fali a Crema, si scusa. Vene il Gol dii governador nostro Baion nominalo Malatesta, di anni..., quale disse suo padre saria subito in campo. Vene uno secretario dii Cardinal di Ferara nominalo ......Calchagnin, con letere di credenza dii Cardinal, qual è zonto a Ferara a dì 0 de l’instante, venuto di Hongaria per la via di Alemagna e Trento, e poi pasato a Mantoa ; demum ito a Ferara. Da poi disnar, fo Pregadi, et leto con la solita credenza le lelcre di Pranza, et il sumario ho notato di sopra. Di campo, da San Bonifazio, dii proveda-dor Contarmi. Come à aviso, andando a Verona un burchio di formenti, quelli t'i Lignago ne hanno tolti stara G00 fuora e posti in la . oca, dicendo al patron, è merchadante di formenti, a Verona sareti satisfali ; siché fortificano dita rocha e li meteno viluarie, cli’é stà mal li nostri formenti vadino cussi. Item, di sier