27 MDXIII, MATIZO. 28 saria papa cl Cardinal Grimani, et però dete ducati 50 a darli 100 quando el Grimani saria pnpa, et havia dato fin bora certi danari ducali 250, nè tro-vava più chi dar ; tamen non fu vero, e fu zanza levata. Di lluigo, vidi 1etere particular di sicr Donò da Leze podestà et capitanio. Avisa aver che il Cardinal di Ferara era zonto a Roma, qual era in IJongaria, et è passato a Segua ; et come il governa-dor di Modena, ch’è per nome di l’Imperador, che la teniva al Papa ; si ch’el Ducha stenterà di averla. In Quarantia, in questa matina fo preso che sier Fantin Querini, fo retenulo per li oficiali per debito, qual si teniva a le cantinelle di la chiexia di San Bendo, fosse relaxato di Caxon senza alcuna spexa, atento era tenuto al loco sacro ; e fo per l’avogador posto eli’ el sia relaxato, et ita captimi di tulio il Consejo di criminal. Da poi disnar, fo Colegio di le àque chiamalo a instantia de far do in loco di sier Antonio Condol-mer e sier Lorenzo Capello che compivano, et sier Alvixe Mozenigo cl cavalier, fo savio a terra ferma. Fo gran pralicha, tamen rimase questi: sier Alvise Malipiero, è di la zonla, qu. sier Stefano procurator, ch’è dii Colegio di le acque, et sier Francesco Capelo el cavalier; solo sier Michiel Salamoi], fo provedador al sai. Erano 38 che ballotava. Noto. È sta conduto qui alcuni navilii trovati in Golfo con azalli de., presi da li brigantini nostri di Muia eie. Hem, in questa matina vidi gran cossa nova, far uno exequie annual in tal zorno dii qu. domino Zuan Barbo protonotario, mori dii li.., qual è sepulto a San Zorzi. Lassò il suo a la lubrica di S. Marco, con questo ogni anno in tal zorno si facesse l’annual suo; et cussi ogni anno vien fato. E da saper, el signor Frachasso di San Severino ancora non è partito, stava pur qui. Li fo dato li ducali 150, et tandem partì questa sera per Urbin. Di Zuan Piero Stella secretano nostro a-presso sguizari, fo letere date a Lucerna, a dì 29. Come sguizari erano acordali col Slato di Milan 11 Cantoni, et che missier Zuan Jacomo Triulzi, qual venuto a Lucerna quelli capi li disseno che era venuto troppo avanti el dovesse non si partir ; e lui instando la intelligentia con loro, li fo ditto la causa ch’el re di Pranza non a via falò l’acordo con veni-liani. Item, come fevano sguizari una Dieta, a dì 12 marzo, pur a Lucerna, et si risolveriano. Item, voltano meter a saco la caxa di domino Jacomo Stafer, fo capitanio loro in Italia, e questo perchè havea aulo molti danari e non parlicipato con li altri capitani. Item, manda letere, esso nostro secrelario, li scrivo li oratori gallici, che desiderano e sperano seguirà l’acordo con il ltoy e la Signoria nostra, e che non si doveria star per Cremona etc. A dì 12. La matina nulla fu da conto, et Cole- 11 ' gio vene zoso per tempo. Et fu fato uno par di noze, la Da di sicr Zuan Venier Cao di X, neza dii Serenissimo Principe, in sier Ferigo Foseari qu. sier Nicolò. Fo dito che uno, qual à un spirito in una ingislera, havia dito il Cardinal Slrigonia era stà fato Papa ; tamen di Roma nulla si havea, nè di l’inlrar in conclavi, ni di altro da 2 dii mexe, che fo l’ultime si à ’uto di Roma. Gionse sier Valerio Marzello, era podestà et ca-pitanio a Ruigo, stato prexon a Ferara, qual il Ducha l’à lassalo per il levar di ofese è stà fato, et verà da malina a la Signoria. Da poi disnar, fo Colegio di savii, e fo fato uno altro par di noze : mia neza, lìa di sier Zacaria Dol-fin savio dii Consejo, in sier Hironimo Malipiero qu. sier Perazo ; et pur nulla vene di Roma. Da Fiorenza, eri vene aviso in Piero di Dii/iena. Come, di quelli 12 retenuti, quali voleano far novità dii Stato, a do erano slà taià il capo, videli-cet Agostino Capponi et Pietro Paulo Boscoli, et Ni-colao Valori confinato per do anni in la rocha di Volterà ; nè altri erano slà ancora expedili. In questa sera, a horc una di note, gionse uno corier, vien di Bavena, nostro, dove è lì posto le poste, con letere di sier Francesco Foseari el cavalier orator nostro, di tre righe, date a dì 11, venere, ore 14. Come in quella bora era stà electo poutifice il reverendissimo Medici; la qual» lettera fo lela in camera dii Principe con sicr Zacaria Do!fin savio dii Consejo, el qual a caso era andato lì con sua fiola a tocar la man al Principe per le noze ozi fate. Et intesa lai nova, il Principe la mandoe a dir subito a Pietro di Bibiena fiorentino, lutto de’ Medici, et altri di Colegio, e la terra fo piena, e a tulli parse di novo questo, perchè non si nominava al ponlificado Medici, per esser giovane di anni 36. Ha intrada ducali 10 milia e non più ; di la qual Monle Cassino, che li dà ducali 4000, à cedesto a li frati di San Benelo poi la sua morie. Non è slà fato per symonia, perchè lui non ha danari, ni beneficii da dar via, ma ita volente Deo miraculose è slà electo, che, de 25 cardinali che erano in conclavi, 22 erano più vecliii cha lui, e tamen l’hanno facto. È liuomo mollo degno, dodo et di vita exemplar ; è slà il primo pontiSce de’ fiorentini. FU ani fo letere