321 MDXIIf, GIUGNO. zer suo lì con l’exercito francese, et fra tre zorni si leverano per Alexandria et anderiano a trovar li inimici, perchè intendevano dicti inimici, zoè el Duche-to e parte di spagnoli con alcuni sguizari, venivano verso loro ; e altre particularilà. Di campo, dii capitanio zeneral nostro et diiprovedador Contarmi zeneral, di 30, da San Bassan. Dii suo venir lì su le rive di Ada con l’e-xercito nostro propinqui a Cassati, et come l’liavea manda el capitanio di le fantarie signor Renzo da Zere a tuor Brexa, et con lui Piero da Longena. Et come havea manda el governador Zuan Paulo Baion et domino Thodaro Triulzi a tuor Milari con alcuni cavali ; et come intendevano che spagnoli se andavano via a la volta di reame ; et scrive, subito che intendesse francesi acostarsi verso Brexa, esso capitanio zeneral veria a Verona. Havia inteso il disordine de Cologna et li puniria quelli sono in Verona, e come el mandava 300 cavali lizieri a corer fin su le porfe di Verona. Di Vicenza. Zercha i nimici ussiti di Verona, come avevano corso alquanto propinquo a Vicenza e poi erano ritornati in Verona ; sichè non sarà altro, per le provision fate. Di Roma, di Vorator nostro, di 29. Come il Papa monstrava voler esser neutral, tamen de lì era nova, per teiere di 16, di Augusta, che a dì 15 era slà publicà una liga fata tra l’imperador, re di Spagna et re de Ingaltera con nomination dii Papa, ut in litteris, contra Franza ; et ch’el Papa l’havea auto molto molesto esser nominalo, dicendo che nulla sapeva di tal liga. Item, era nova l’armà di Franza esser lontana di Zenoa mia 10, e veniva a quella volta ; et manda alcuni sumarii di nove di Franza, qual è questi. Item, il Papa lexe sumarii di Ragusi, di 14, zercha cosse di turchi. Stimano di nove di Franza. La parlila del Re da Bles a li 16 dii presente per Paris, et andava con grandissimo animo. Li inglesi con el suo Re dovia trovarsi a Cales a li 27 dii presente, con 30 milia pedoni et 1300 lio-meni d’arme et grosissimo numero de cavali d’altra sorta. El Re gallo li mandava 2500 homeni d’arme et 25 milia pedoni. S’avia dito questa matina aver 10 milia sguizari, tamen non se li prestava molta fede ; pur diceva anderia in Sampagna apresso Nuens, prima che volesseno dinari, et Soa Maestà faceva gran ciera, tamen gali non andava mollo volunlie-ra contra angli. J Diarii di M. Sanoto. — Tom. XVI. El prefitto Re Christianissimo havcva licentiato con furia lo oratore de madama Malgarita; la causa, perchè havia lassato far gente assai in suo paese da’ angli. Li oratori de’ fiorentini e lucliesi in Bles havia auto letere de Londra, come angli havia prestato cos-sa incredibile de dinari al loro Re per questa impresa, zoè tre milioni, e lo avian mostralo al Re, zioè le letere, al Christianissimo, et ofcriano più, volendo far bona guera. In Ispania s’havia mandato monsignor da Lotrecli in posta per Iractare et concludere la paco et matrimonio, et si credeva reusiria. Se à auto lo apontamento fato per Alviano et Triulzio con lo dux di Genoa. Sopragionse uno de li Adorni con una letera del castelano de la Lanterna, qual letera significava lui contra tutti exerciti dii inondo se teniria per 4 mexi ; et così el Re deliberò de non far acordi con Capelazi, zoè quelle parte. Poi el signor conte de Tenda praticava et oferiva che, con la mità di quello domandava Fregosi, volendo el Re dar una parte a li Adorni et al marchexe de Final, zioè pensione, averia onore de questa impresa de Genova ; pur el Re non voleva, et disse : « Vederò si saperò vincere senza loro, » et par habia genoesi sopra li ochii. El Re havia aviso che Aste era sua, videlìcet che le gente pasava a furia. Nove di Zenoa. Per letere di 24, da Genoa, è stato morto el conte de Flisco ; el morto, li fratelli se sono tirati inviolate, cridando Franza et Adorni. La terra non s’ è mossa, sive dimostralione fato, et così dicti Fieschi se sono retirati ad Monlogio loro castello. Et Doxe par habia mandato al viceré con grandissime proferte ; questo per letere dii viceré, di 24, da Piasenza. Nove di Roma. Panone, credo si chiami, è stato qui in Roma drizato a Laschari, et non ha parlato con altri che con esso Lascari et al Papa. De ritornare in Corte, dize non venirà per posta, sed che scriverà. Se pra-tichava che Paris veniria a dare obedientia et saria cardinale. Item, che se estimava Lascari resteria a far le fazende in corte. Da poi disnar, fo Colegio de li savii ad consti* 21