181 MDXIir, AI'RII.E. 182 conclusive, una savia lclora notala per Alberto Teal-dini, et fu presa. Fu posto, per sier Francesco Contarmi, sier Se-bastian Morexini, sier Lorenzo Bragadin provedadori di coraun, una parie, che atento le galie di Fiandra non vadino e la terra patisse per le lane clic non vien e non li è in la terra 60 baioni di lane, adeo li panni è crcssuli pizoli 2 il brazo, che da mò sia preso che tutti quelli condurano in questa cita lane di Fiandra *sì per terra come per mar possino con ogni navilio e al modo i vorano, pagando i dacii, et non pagino decime nè inezi noli ; con altre clausule, ut in parte. Ave 2 di no. Et nota, è ofieio di savii di Colegio, et zà dii 150-3 Io solo misi una simel parte zercha lane, come in li libri di la canzelaria apar. Et compilo dite parte, vene zoso Pregadi a ho-re 23. Noto. Per la venula di Damian di Tarsia conle-stabilo nostro, qual vien de Ilistria, come l’Impera-dor avia maridato una sua favorita, sorela dii Cardinal Curzense, nel conte Chrisloforo di Frangipani, e datoli per dota il conta di Pexin et Gorizia. Ancora farò nota, è sta dito sier Zuan Navaier synico in mar, qual, partito di Cypro per venir in Candia con una galia candiota, in Golfo di Salalia aversi annegato; sichè di ditta galia non si sa nova. Quello sarà, noterò poi. Vene quesla malina in Colegio sier Lorenzo Co-rer venuto eonte di Zara, et referì jusla il solilo. In questi zorni, sier Francesco Donado di sier Nicolò qu. sier Luca, zovene di anni . . , et bel zove-ne, converlido, si partì di questa terra, andò con do frati di San Francesco di la Vigna a Padoa c de lì a Verona, dove si à vestilo frate con gran dolor dii padre e fradeli. 94 * A dì 24, domenega. Vene in Colegio sier Antonio Sanudo e sier Ilironimo Trivixan stati provedadori in trivixana per la Piave, et referiteno quanto hanno facto in questi zorni. Fonno fuora per exequir una sententia che altre volte feno, essendo mandati per Colegio provedadori sopra questa cossa zà anni 4. Io era in Colegio. Vene 1’ orator dii Papa et non à letere di Iloma dii Papa, ma di domino Bernardo Bibiena thesorier e prothonotario suo fratello, el qual à ’uto una abalia in Spagna, li vai ducati 1500 d’intrada, et li scrive zercha questo acordo di Franza eie. Item, monslroe letere di X di la Balia e dii magnifico Juliano, di 17, da Fiorenza, li scriveno zercha questo acordo di Franza, che Dio voglii che sia bono, concludendo lalor una cossa che par male poi reense bona a la fine. El li mandono una letera aula di Franza da la corle, di 6, di loro oratore....., acciò li avisa la trieva fala con Spagna e Franza per uno anno, et il partir, a di 5, de lì dii signor Bortolo d’ Alviano per Venelia. Vene 1’ orator yspano solicilando si perlongino le trieve, e non crede lo acordo e liga sia talmente conclusa con Franza che ancora, avendo mior partito di qua, questa Signoria non si ataclli, e che la guardi ben il ben suo, perchè francesi sono mancadori di fede; e tal parole, e voi farne aver il nostroSlado. 11 Principe li disse pur di la trieva fala tra il suo He e Franza, e lui disse : « No ’1 credo, Serenissimo Principe » e diloli vien di ltoma, disse : « Manco lo credo; lulo vien per una via ». Da poi disnar, il Principe, per esser la vezilia di San Marco, con manto di veluto cremexin andò a vesporo in chiexia con le cerimonie ducal. Erano li oratori, Papa, Spagna, Hongaria e il primocerio di San Marco. Portò la spada sier Marco Cabrici, va podestà di Chioza; compagno sier Ilironimo da Mo- lili qu. sier Antonio, con altri patricii invilati al pasto vestili parte di seda, tra i qual sier Antonio Grimani procurator vidi vestito di veludo cremexin, et sier Domenego Trivixan cavalier procurator, vestito di veludo paonazo. El compito vesporo, li savii si redu-seno con la Signoria in Colegio a lezer letere venute ozi di campo et dal Guidolo e altrove. Fo terminato in Colegio, aldito quelli sopra la sanità, che le 3 galie di Alexandria, capitanio sier Andrea di Prioli, eh’ è a Ruigno, atento è più di zorni 40 non li è morto alcun e sono sane, che possino venir di longo; et cussi li fo scrito, avendo tempo, fazi la parenzana. Di Bergamo, di sier Bortolo da Mosto prò- vedador, di.....Dii zonzer lì dii conte Trusardo di Calepio et domino Galeazo Colombo citadini bergamaschi stati in Franza come obslasi, et ora liberati, dicono.............. In questa matina, seguile che Marin Querini avocalo vene, pieno Collegio, a dolersi come la note era seguito a San Leonardo, in una caxa dove stava una donna di parlido da conto, veneno tre da parie di Cai di X, e fato aprir la porta, minazando butarla zoso, la feno montar in barca con dir menarla in prexon, c tenzono far aventario di la roba, et poi menata via, uno usò con lei e li tolse do anelli di dedo; li altri do veneno a tuorli la roba di caxa etc. TJnde, per il Principe fo comesso a li Cai di X e avogadori tal cossa, el ordinalo a tulli li capotami la relcii-