3-25 MDSIII, GIUGNO. ponte sopra la Trebia, ch’ù signal voleno andar via. Item, di l’inlrar in Comosguizari 500. e datoli ducali uno per uno erano tornati indrio. Item, di Bre-xa, come quelli dii castello voleano lenirsi et voleano ducati 3000. Di Vicenza, dii podestà et capitanio, di questa matina. Come in Verona erano ritornali li inimici et tulli stevano in quella cita in fastidio ; el che lì in Vicenza era intrato el conte Bernardin, qual era a Padoa ; sichè in Vicenza era sta ben provisto el non dubitavano etc., imo voleano ussir fuora Zuan Paulo Manfron e il resto di capi ; e altri avisi. A dì 4. La inatina vene in Colegio el conte di Chariati orator di Spagna, et disse come si oferiva in ogni cossa pur clic la Signoria volesse esser contenta di dir quello la voi, e si oferisse far il tutto; et che poiria seguir di le cosse eie. Il Principe li disse: « Nui non havemo mai voluto altro dia il nostro Slato ; ne lolesti Brexa e stentemo di averla. » Di campo, dii provedador Contarmi, da San Cassan, a dì primo, hore 6. Come la malina si levavano tutti per la Cava a far il ponte, et come manda letere di sier Andrea Grili e di Pranza. De’ spagnoli, hanno pur atendevano a far il ponte su la Trebia; e di francesi hanno voleano andar verso Como, dove se intendeva esser il Ducheto con 5000 sguizari. Di sier Andrea Oriti procurator, date a la Pieve dii Chayro, a dì 31, loco di qua di Alexandria di la Paia, prima più letere 27, 28, 29 et 30. Dii viazo di quel exercilo, et coloquii auti con monsignor di la Trimolia, el qual voleva il nostro campo pasasse di là di Ada, et che lui Grili li era stà al contrasto, mostrando raxon non doveva passar, e cussi fece missier Zuan Jacomo Triulzi. Et come aspetavano il ducha di Albania di dì in dì, qual veniva con le 4001anze erano in Lenguadocha. Item, lì presoni nostri ; erano rimasti in Aste solum con lui erano sier Sebastian Malipiero et sier Piero Contarmi qu. sier Zacaria el cavalier. Item, voleano andar a Como, dove intendevano esser il ducha Maximian, per veder di averlo in le man ; et altre parti-cularità, ut in litteris. Di Franza, di sier Marco Dandolo dotor, cavalier, orator nostro, date a Paris, più letere, le ultime de 26. Avisi di le cosse de Ingallera, e come il Re vien potente su la Franza con 30 milia combaienti, et che la Christianissima Maestà havia 2000 lonze con lui e andava in persona contra; et verso Navara havia 700 lanze, et avia 10 milia sguizari zà zonti ; sichè aria in tutto da 20 milia fanti. Scrive come havia ricevuto nostre letere con lo aviso di voler dar socorso a la rocha di Cremona, e poi à inteso esser slà dato socorso, di che il Re à auto grandissimo apiacer, dicendo voi sempre esser in lianza con la Signoria noslra, et non è altra fede al mondo; poi parlato dii re di Spagna, scrivo zà quelli signori comenzano cigliar voler andar in reame e cazar de Italia il re di Spagna ; e sopra questo felino diversi coloquii, ut in litteris. Di Brexa, dii capitanio di le fantarie, de primo. Come era lì in Brexa et voleva baler il ca-stelo. Havia mandato dal capitanio zeneral in campo a tuor il resto di la sua compagnia di homcni d’arme, et voleva 1500 fanti e qualche pezo di artelaria ; li havia risposto li mandava solimi 500 fanti, liem, tratava col castello s’il poteva rendersi etc. Di Vicenza, di sier Nicolò Pasqualigo podestà et capitanio, di eri sera. Come à di Verona esser partide tre bandiere di fanti con pezi 4 di ar-telarie e andate verso Trento, sichè non dubitiamo più : et per esser assa’zelile, el Manfron voleva ussir in campagna con li honieni d’arme è li, fantarie usate e altre comandate. Da Buigo, di sier Donà da Leze podestà et capitanio, di eri. Come à aviso il marchese di Mantoa preparava uno ponte sora Po per passar ale-mani, quali andavano a conzorzersi con il campo di Spagna, el preparava vituarie assai ; e si dice verà il ducha di Urbin con le zenle dii Papa in favor di spagnoli, et anderano a Parma e Piascnza. Noto. In le letere dii campo di sier Domenego Contarini provedador zeneral è uno aviso, come l'ha-via designato provedador a Brexa sier Zuan Antonio Dandolo, fo a le raxon nuove, qu. sier Francesco, ch’è qui ; ma non parse al Colegio. Noto. In le letere di Vicenza, è questa parlicula-rilà : à aviso cerio in Verona non vi esser solum 300 cavali et 500 fanti, voi dir 5000, et che stavano in gran paura di nostri, vedendo il prosperar facevano in Lombardia. Da poi disnar, fo Pregadi per lezer letere, scriver in campo, e far uno castelan in la rocha di Peschiera. Fo parlato di far uno provedador a Brexa per Pregadi ; ma fo trovato parte in Gran Consejo, che le terre grosse se dia far per Gran Consejo. Di Hongaria fo leto letere di sier Antonio Surian el dotor, orator nostro, le ultime di 13. Come quel regno è in fuga, dubitano molto de’ lur-chi, perchè hanno corso e fato danni, ut in litteris. E il Conte Palatino, qual era ban di la Corvatia, à mandato dal Re a refudar il banadego, dicendo è