217 MDXilI, MAGGIO. 218 Principe. Li scrive novo di Roma in conformila di quanto scrive l’orator, e più dii zonzer lì uno Biro- 111 nimo Corona per nome dii ducila de Milan a exortar il Papa voji darli ajulo contra francesi, quali vieneno a tuorli il Stado d’acordo con la Signoria nostra; et che il Papa per fin qui voi star neutral ; et come l’orator yspano, è qui a Venecia, sa il tutto et avisa a l’orator è de lì; e altri avisi, ut in litteris. Da poi udito messa in chiexia di San Marco, ch’e za molte desene di anni non è sta dito messa gratula in tal zorno, ni manco se diceva picele per il perdon solito che Papa Alexandro 3° concesse, tamen ozi fo dita, fo aperto la palla, ma non posto le zoie. 11 Principe ste’ con la Signoria in pergolo e nui altri in coro, et compito la messa si ritornò, pur per la porta soto il portego, ma si andò perla scala di pie-ra, perchè il tempo di pioza era aquietado, et vene a disnar, etiam menato dal Principe a casa, il conte Hugo di Pepoli, qual è di primi col governador nostro Zuan PmuIo Baion. È venuto qui a nome dii g<3-vernador per dimandar la terza paga per la sua compagnia, qual è sopra il Polesene, et non voi levarsi si non ha la terza paga, come à ’uto il capcla-nio di le fantarie. Et cussi si andò al pranso. E compito, Jo vidi, vene la marinareza di Yenicxia bon numero, i qual tutti haveano disnato qui in palazo, a lo-cliar la man al Principe; et compitoci vene il capelan dii Principe, zoè vicario di San Marco, a benedir et ringratiar ; e tutti levati, a basso di la prima scala il Principe lochò la man a tutti ringratiandoli, et se reduse Colegio per lezcr alcune letere venute di campo. Di campo acluncha fo letere, da San Bonifazio, dii provedador Contarmi, di 4. Come haveano terminato parte alozar lì le zente d’arme e parte lì apresso, et come il vescovo di Trento havia scritoli una letcra dolendosi di la captura di quelli prese sier Zuan Viluri ; e come l’havea auto una le-tera che non dovesse far alcuna molestia a’ nostri, perchè etiam nostri non li faria a li soi ; di che è sta sopra questa fede, e però è sta mal averli presi, pregando li vogli render. Item scrive, quel spa-gnol l’à tolto in caxa, perchè sa bisognerà lassarlo; e altre particularità, ut in litteris. Lista di quelli 10 fono presi per li stratioti con sier Zuan Vituri provedador. Borttìlamio di Alexandro Benedelo, da Verona. Raphael da Vicenza, da Lussana. Camillo da Faenza. Bortholamio Forza, da Trevixo. Batista fiol naturai di Antonio da Tiene. Francesco di Manerbi, vicentino. Silvestro Lutio di Lutii, da Verona. Anzolo conte fiol naturai fo di Prosdozimo cavalicr, padoano. Francesco da Martignago, da Treviso. Alvise da Bassano, da Como; questo è nepote di Bonturclla da Bassan, che fu apichalo a Padoa. Da poi parliti li consieri, il Colegio di savii si 111* reduseno jusla il solilo a consultar et expedir qual-cossa a loro commessa. Noto. In questa malina, fo dito il signor Bortolo-mio d’ Alviano era zonlo a Borgo San Sepulcro ; tamen non era vero. La caxa, fo dii ducila di Ferara, tutavia si preparava per dito signor Bortolamio e l’orator di Franza; et etiam sierllomobon Oriti patron a l’ar-senal preparava la caxa, perchè poi dito signor Bortolamio alozava da lui per esser suo amicissimo, et Raphael Oriti starli in caxa ; al qual Raphael dito signor Bortolamio li à scrito una lelera di sua mano da Ors, di 20, come el sarà presto qui, et stagi di bona voia, et fazi aver do bote di vin dii suo da Pordenon, perchè è fama a Venecia non esserli boni vini. È da saper, ozi intisi a dì 1G Aprii al Zante esser stà grandissimo leramoto, dove è provedador sier Hironimo Bernardo, el à minato caxe asai et parte di la forteza, come di soto scriverò più copioso. A dì 6 vene in Colegio V orator dii Papa, con letere di Fiorenza di la Signoria et di la Balia. Avisa che lo hanno electo per loro oratore apresso questa Signoria e datoli letere di credenza ; qual lede,disse alcune cosse zercha fiorentini, el come sarano amici di questo Stado. Vene l’orator yspano zercha li presoni fati per li stratioti, eh’ è stalo mal continziar a questi tempi, et li fo dito di alcuni presi nostri che venivano di Crema, et si l'aria conlracambio. Di Bergamo, di sier Bortolamio da Mosto provedador, di 2, venute eri sera. Come, per uno vien di Zenoa, parli a dì 28, ha il signor Bortolamio Liviano, vien di Franza, era zonto a Saona mia 30 di Zenoa, eie., ut in litteris; qual era venuto lì per mar. Fo dito questa matina, che domino Raphael Baxa-luy yspano avea aviso di la morte certa dii re di Spagna ; tamen non fu vero. Fo incantà prima le do galie di Alexandria ; le