515 MDXIV, Sier Polo Valaresso, è di Pregadi, qu. sior Gabriel........62. 78 Sier Alvixe Zen, è di Pregadi, qu. sier Francesco........57. 80 Sier Piero Oriti, è di Pregadi, qu. sier Lorenzo.........48. 93 f Sier Zuan Venier, fo Cao dii Consejo di X, qu. sier Francesco.....92. 42 Sier Antonio Bon, fo podestà a Chioza, qu. sier Nicolò.......70. 71 Sier Zacaria di Prioli, è di Pregadi, qu. sier Marco, qu. sier Zuan procurator 56. 82 f Sier Antonio da Canal, fo provcdador a le Biave, qu. sier Nicolò ... 76. 63 Sier Matio Donado, fo governador de l’Intrade, qu. sier Francesco... 44. 86 In questa matina, in Colegio, perscurtinio fo ele-cto provedador sier Sebastiuu da cà Taiapiera, el Cao di XL, qu. sier Nicolò, e acetò e andò. * Copia di una letera di Roma venuta a Vorator pontificio, data a dì 25 Zener 1513. Avrete veduto la figura del inonstro di Bologna con due taze e tre ochii, el sopra el capo una vulva di dona aperta; al quale porlento, con l’incendio se-quito a Venecia, si poiria dare mirabile el profunda interpretatione, de la quale lasserò due parte quia non omnia sunt litteris commìttenda. L quella di la picola chiesa nel mezo di tanto incendio illesa, secondo la sua antiqua fondatione e stato primitivo; la seconda parie tacio, ma credo aplicare bene quello bifronte con tre ochii, perchè due ne sono chiusi interamente, et dii terzo, che è in mezo, non si discerne, benché sia aperto, quanta nè quale sia la vista. La terza figura de la vulva voglio exprimere con le lacrime a li ochii, videìicet Italia è diventata questo monstro con li ochii serrati et con due facie che guardano in due diverse parte per la sua divisione, riguardando una parte secondo la afectione et propri commodi a ponente, et l’altra secondo le passioni a tramontana, e cussi divisa et excecata heu misera ! è diventata un mostro. La vulva aperta in capite è quella patria et provintia la quale sì longa-mente ha conservato el defeso la beleza, la virginità e pudicizia di la calamitosa Italia; da poi così prostrata et con la vulva aperta, sono venuti a luxuriar et debacar tanti externi che abbiamo visti in facia; insino a questa bora, ancora invita de li altri più estranei. Et notate bene, che questo monslro nato GENNAIO. 516 nel bolognese da due facie, et per le due boche, come scrive el governatore de quella città, piglia el lacte et nutrimento, el qual descende per uno loco medesimo ne lo stomaco, perchè li due visi rispon-deno a uno collo solo, et il resto del corpo è facto di femmina ad instar di la povera Italia, de la quale ogni homo fa suo disegno come di femmina e meretrice. Di bono core prego lo onnipotente Dio, et invito tutte le persone religiose et veri cristiani di la Italia a pregar che converta li occhi de la sua misericordia a noi, quod solus habet spirìtuset mmi-stros et ignem urentem; ipse enim est Bominus exercituum, qui facit mirabilia magna solus; et non respiciat pecata nostra sed fidem et mi-sterium Ecclesia sua. Sono certo che questi sa vieti moderni con loro astuzie e traforelarie che consigliano i principi non timentes Deum sed in sua versutia confisi, si riderebbeno di questo mio discorso. Et io mi rido di loro, sapiando lo comunico et scrivo a homo catolico el bene educato, grave, exercitato, vecchio et prudente, et sequestrato da ogni passione et avari tia, come mi trovo essere io per divina gratia. Roma, 25 Januari 1514. A tergo : Domino Petro Bibiena oratori pontificio. Exemplum litterarum religionum Rhodia urbis ad Leonem decimum pontificem maximum. Beatissime pater etc. Superioribus diebus, habita commoditate passa-gii, Vestra Beatitudini de novis orienlalibus scripsi-mus, quod nunc breviter ilerabimus, ut si forte alise litterse non pervenerint, hiscertioreflìciatur.Per nun-cios nostro ex minori Asia huc ad nos reversos, et ex litteris Dainasci datis, intelleximus Sophim debellasse dominum biratorum viridum (sic enim eum vo-cant), provincias mari Caspio adiacentes obtinentem, et totani Persiani dominio suo subiecisse, ejusque nalain (ilio Aehamati turcarum tiranni fratris, eestate nuper preterita in acie misere interempti, matrimonio copulasse, nec non ipso genero exercitum po- tentissimum dedisse, quo jam Eufratein......li- mites turcarum ingressus sub nonnulhs proeliis fe-liciter gestis, et ut feruut locatam urbem adeplus, super quo rumor maximus in provinciis nobis cir-cumvicinis est; tamen ha:c non tanti facimus quanti feruutur. Quandoquidem Turchus.....exercitus I non miltit ut in tanta revolutione miltere debuisset,