137 UDXUI, OTTOBRE. 138 portar questa nova ; e nostri andava seguitandoli sperando certissimo di romperli tutti. Tutta Padoa jubilano per tanta vittoria. Non xè però letere dii provedador Loredan, et questa lelera portata per Felice fio di Piero di Chiario corier, venuto in hore 2 e meza di Padoa, qual venendo disse i nimici è roti. 10 era in campaniel di San Marco andato con alcuni zentilhomeni per sentir trar artellarie, e nel venir zoso intisi tal nova. Tutti coreva in palazo, tutti iu-bilava, et la corte era piena. E leta la letera in Pre-gadi, per quelli di Pregadi fo certificato cussi esser. Adeo si cridava : « Marco, Marco », et la voce andò per tutta la terra il campo inimico esser sta roto; et tanta era la zente in palazo e in corte che non si po- * tea passar. Et chi diceva : « Femo sonar campanon »; chi si basava l’un con l’altro, e tutti jubilava da li rebelli in fuora, eli’ è in questa terra, che rimaseno morti. Ilor quelli di Pregadi stavano aliegri, dicendo: « Di ora in ora aremo letere dii provedador, come sarà seguito la cossa ». Et io vidi la lelera dii capilanio di Padoa e sier Zuan Emo suo fiol con questo aviso, brieve come ho notato di sopra, etc. Ma poco da poi sopravene uno altro, vien di campo verso Vicenza, questa matina partì a hore 15. Tutti li corse driedo, ma lete le letere in Pregadi, la brigà rimaseno sopra di sè, dicendo non poi esser vera la nova di Padoa. Dii provedador Loredan, adunca, fo letere di ozi, ore 16, date a Lisaro, mia 3 apresso Vicenza. Scrive come i nimici, essendo passali, prese el signor capitanio seguitarli, e cossi li ordinò stesse con la bataia saldo lì. Et lui capilanio andava con il suo colonello avanti per prender certo passo dii Bacatoti, dove dixe si troverà con li inimici, quali sono in grandissima fuga, et spera romperli. Ha mandato 11 Manfron verso Marostega, etc. È da saper, in la letera dii dito provedador, di ozi hore 13 è questo aviso, per relatione di quelli presoni. Come spagnoli et todeschi erano tra loro in gran divisione, etc. Et lete queste letere in Pregadi, tuli rimaseno di mala voia, dicendo: « La nova di Padoa non è vera; è stà, che ’1 vete quelli homeni d’arme prese Zuan di Naldo » ut supra. Dillo sier Lorenzo Loredan, qual è stà capitanio in Alexandria, fo assa’ biasimato. Et cussi la terra comenzono a star suspesi tutti, che ’1 primo aviso non fusse vero, e per le hore non poi esser stà. Et per la Signoria fo chiamali tutti do questi cavalari suso in Pregadi et examinati ; quel vien di Padoa dice aver aldito con le sue orecbie sier Lorenzo Loredan portar questa nova; e lui eli’ era venulo la matina di campo, dove portoe letere dueal, è stà con questa vittoria rimandato qui. Et si stele aspetar Pregadi suso senza far nulla che venisse uno altro cavalaro di lo poste fino meza ora di note; e veneno zoso non ben contenti, che non seguiva la vittoria. Et restò Consejo di X con la zonta suso un poco, e molti di Pregadi in sala con porle aperte, aspelandosi venisse qualche letera, et veneno zoso hore una e meza. Et venuto zoso, vene una altra posta con letere di Padoa, dii provedador Moro, e una a suo fiol, di ozi, hore 21. Replica la nova dila per sier Lorenzo Loredan de visu, dicendo hanno convenuto lassar le fantarie, per varentar li cavali ; et mandar letere di Ruigo, drizate a la Signoria nostra. E dite 84 letere fo lete in carnara dii Principe con alcuni di Colegio e molli di Pregadi che veneno per udir, et il palazo era pien per saper si era venuta la conlìrma-tion, e tamen non era nulla di più. Fo leta questa letera particular, et di Ruigo nulla fu da conto. Non voglio restar da scriver, come, vedendo tutti non seguitava la nova di la vittoria, restono molto dubiosi et mal contenti, et fino hore 5 di note stete brigata in piaza di San Marco aspetar qualche posta di letere. In questo zorno, fo principiato a li Frari Menori a leser l’lnstituta per uno dotor in lexe nominato .............; et lesse in capitolo, et cusì lezerà ogni zorno. Item, fo assaissima brigata a veder le ruinc e incendii di Margera e Mestre, fono più di 3000 persone ; et si vede cossa che par un inferno, tutto brasato, come ho scripto di sopra, fuogi ancora per le case, omeni morti in terra, e si vede do apicadi a li restelli di Mestre verso Treviso, quali i nimici feno apicar, chi dice erano spioni nostri, chi dice erano di soi venturieri. Item, a Margera fu eri trovato sul ponte uno corpo di uno griego, qual era con gli inimici a robar, e scontrato da sier Almorò Pisani qu. sier Ilironimo sul ponte di Margera, e conosuto,lo amazoe, e il corpo è rimasto lì ancora. Noto. Questa matina l’orator dii Papa fo in Colegio con uno breve dii Papa a la Signoria, zerca la resti lulione di certe robe fono prese in veronese per li nostri slratioti di madama Atorante moglie dii marchese Leonardo Malaspina, andavano a Mantoa ; qual fu sorela di la madre dii Papa. Et il Principe li disse, non è tempo di parlar di ste cose fin qualche dì. È da saper, l’altro zorno, essendo il campo ini-