483 MDXIVj GENNAIO. examinar questa cossa, e li Dandoli quelli non vol-seno deponer unde venuti in Golegio essi Dandoli fono rebufati dal Principe e sier Antonio Grimani, dicendo non esser soi. Unum est, non sono di la Signoria, pur fono tolti, et dito si vedarà de chi sarano; in questo mezo, è sta posti in zeca a farli belli, et si manderà ozi ducali 1000 a Padoa. Fo expedite dii tutto le 4 galie candide, zoè sier Lorenzo Pasqualigo, sier Francesco Zen, sier Piero Barozzi, e a sier Andrea Barozi fo dato la galia di sier Alvise da Riva, eh’ era in ordine, aziò vadino presto, e dite galie si rearmino etc. E li fo dato ducati .....per galia; le qual partano come fa tempo. Et parlino a dì... La quinta galia soracomito sier Polo Querini, qual andò a levar el Cardinal Slrigo-nia e poi dovea andar di longo in Candia, è za andata. Da poi disnar, fo Colcgio di savii ad consulen-dum. Di Padoa, fo lettere dii capitanti generai, di eri, ore 3 di note. Zerca il foco stato in Rialto; si duol assai; ma per questo non si perdi la Signoria, e si voy far gaiardamente, perchè cussi come il foco à brusalo, cussi ha estinto li cattivi mali etc. ut in litteris. Poi nara li avisi ha de i nimici e lelera scri-toli per nontio dii Papa. Di rectori e savii, di eri, Jiore 3 di note. Come a dì 14non scriveno. Ozi hanno, i nimici cerio tedeschi esser partiti e vanno a Verona per passar a Trento; spagnoli si dieno levar, et per quanto hanno, voleno andar alozar a pe’de monti, e il viceré in Vicenza con con 100 lanze et 1000 fanli, et aspetavano il marchese di Pescara che ritornava di Reame, qual di zorno in zorno dovea zonzer; e il resto di le zelile yspane alozerauo a Barbami e quella riviera. E perchè in questi zorni, per nostri cavali lizieri, è stà preso da Ili cavalli nimici et para 10 di bò parmesani, die erano dii viceré, e conduti in Padoa, el nontio dii Papa, che è in campo di spagnoli, ha mandato uno trombeta lì con lettere al capitanio e a loro savii dolendosi di questo, et che questo non era quello li è stà promesso di far, e promesso al Papa di abste-nersi a farli danni etc.; e si voy restituir, e scrive in conformità al Bibiena oralor dii Papa. Al qual li è stà risposto in bona forma per il capitaiiio zeneral et loro ut in litteris. Item, per altri venuti, hanno i nimici voleno venir a far una coraria a le basse, zoè Piove di Sacco e Bovolenta etc. E benché non credano, per non esser ternpji di farlo, pur il eapi-tanio zeneral ha mandato li cavali lizieri fuora a Conselve e lì intorno a star, acciò, volendo essi ni- * mici depredar, se li opponi conlra. Et benché non credano etiam che siano per levarsi, per esser in loco comodissimo dove i sono quanto dir si poi, pur quello hanno, avisano. Item, post scripta hanno, questa mane esser venuto uno grosso squadron de i nimici a Moncelese, e alcuni corsi fino a la Rivella: et hanno fato far proclame niun vengi a portar vi-tuarie a Padoa sotto gran pena etc. Item, scriveno si mandi danari, e altre particularità. Di Crema, questa matina fo letere di sier Bortolo Contarmi capitanio, di 8. Zerca danari. Et iusta le letere scritoli, avia fato dar pan e viti a le zen te è lì, et che meglio saria darli danari, qual de lì troveria, avendo poi la Signoria a darli de qui etc. Noto. In questo zorno fo porta, per la crida fata a Micio di l’Avogaria, assaissime robe robate a l’incendio, et erano poste in sala dove era la Libreria, con noia e chi le a presentavi}. E per avanti etiam fo porta molta roba, sichè li avogadori avevano da far assai; e questo è, perchè la crida finiva ozi il termine. Fo terminato scorer a la pena e tuor da chi portava farine. Etiam si portavano a le biave e li davano il quarto. Era il l'ontego a San Marco che su-pliva a vender, nè per questo la farina cresele alcuna cossa per il brusar dii Fonlego de Rialto; che fu bella cossa. Et li deputati sora Rialto, ogni zorno da malina el poi disnar si redusevano a far provision, e si alen-deva a lavorar dove dieno star li olici; la deputatio-ne de i qual noterò separatamente. Il dazio dii vili si reduse in una botega sopra la riva dove prima era. Meglio poleno li banchi dei Pisani et Vendramin o-ver Capelli; senlavano e leva partide, ancora non Risse conzo li banchi, che si lavorava. Ma li oticii a sco-der per San Marco non potevano sentar per non aver loco. Si alendeva a compir di ruinar il brusato, et far cader li muri zoso e a sunar le piere intriege, qual erano messe dove era Rialto novo, parie. E non voglio restar di scriver, che tal bolega che non era atità, si strapagava per averle, dico quelle scapolate de l’incendio; sichè le maistrauze di la terra, e murari e marangoni erano operati a conzar. La brigà si reduceva pur la matina lì a Rialto verso la chiesia di San Jacomo e per mezzo di Camerlengo ma non molti, solum chi hanno facende da far, benché pochissime si levano, sì per l’incendio come per gran fredi, giaze e neve sora la terra. Et è da saper, sier Antonio Grimani procurator, mosso a compassimi che sier Hironimo Tiepolo Cao di X li era brusato la sua casa, libere li dete la sua procurata, dove lui doveva venir a star ma non si vuol partir di caxa