581 MDX1V, FEBBRAIO. 582 341 Adì 26 Fevrer, Domenega di carìevar. Nula fo di novo, solum una letera di Frinì di domino Hironimo Savorgnan, di 23. Come era li a Oxopo con volontà di lenirsi, insieme con domino Todaro dal Borgo capo di cavali lizieri. El i nimici dele batiiia quel zorno avendo batulo a terra le mure tutte, e loro difesosi virilmente con occision de molti, ut in litteris, e si mantenirà. Di Padoa, letere al solito.Si mandi danari, et come in campo de i nimici publice si dize la trieva è fata per uno anno. Di Féltre, di sier Hironimo JBarbarigo podestà e capitanio, di 24. Come atendeva e far li schiopetieri, et ha aviso Andrea Letistener feva zente per venir sul feltrili. Da poi disnar, fo ordinato far Pregadi et chiamar Consejo di X con la zonta, per una opinion di sier Zacaria Dolfin savio dii Consejo per certa parte di ogii per trovar danari.Tamenc\ non vene,perchè mio fradello et suo cugnado sier Alvixe Sanudo stava malissimo da petecchie amalato sohm zà 4 zorni, et ozi e stà scoperte. Fu posto, per li savii, tutti quelli hanno merca-dantie in doana venute con queste galie di Baruto e altre,debino trazerle in termine di zorni 8, soto pena di esser vendute a so’ danno ut in parte. Fo presa e publicà a Rialto. Et sier Zorzi Emo, fo savio dii Consejo, andò in renga e cargo il Colegio non si feva provision, .non si armava nè si trovava danari, et non era da perder tempo; poi sier Alvise da Molin savio dii Consejo, andò in renga e scusò il Colegio, dicendo i fevano quello i poteva; non potevano trovar danari et questo era non si feva, con altre parole ; et venuto zoso, andò la parte et fu presa. Fu posto, per sier Francesco Foscari el cavalier savio dii Consejo, et sier Zuan Trivixan savio a tera ferma, una lelera in corte in risposta di sue di 19. Et il resto di savii messe de indusiar, fino veniva la risposta di quanto fo scrito a Roma. Parloe ditto sier Francesco Foscari el cavalier ; li rispose sier Francesco Bragadin savio dii Consejo. 341 * Vene letere di Roma essendo Pregadi suso e tratandosi di scriver a Roma, di 23, qual fo lete, et una leda in cheba con la Signoria e Cai dii Consejo di X. 11 sumario di queste letere è : di coloquii à auti l’orator nostro con el Cardinal Bibiena zerca questa trieva si à a far, et la dureza de i nimici; el qual disse el Papa fa tutto quello el poi, ma questi sono induriti, poi hanno preso il Friul; per tanto il Papa voi far 20 milia fanti, et ha fato le ordinanze e al presente voi far 10 milia et zà ha electi li conte-stabeli, et questo Marzo voi dar il baston di confalo-nier di la Chiexia al magnifico e si dia partir per Bologna per meter in ordine le zente d’arme. Etiam fiorentini vogliono farlo lui per suo capitanio,e non voi tuor uno li volea dar li spagnoli. Item, l’orator parloe, Soa Santità doveria moversi vedendo la dureza de i nimici e far intelligentia con la Signoria. Ditto Cardinal disse : « Come non è ella facta ?» e altre parole ut in litteris. Item, coloquii fati col Papa zerca queste materie ; et come il Papa voria far una liga tra lui, la Signoria, Milan e Fiorenza; con molte parole hinc inde diete. Concluse, i nimici voleno far trieva chi à si legna. Et l’orator yspano ha dillo al Papa aver aviso di la Valona di le preparation fa il Turco per Italia. Item, il duca di Urbiti è stà citalo a raxon a Napoli per il ducato di Sora; con altri avisi ut in litteris, qual fo comandate credenza. Et fo, leto queste letere, chiamà Consejo di X con la zonta dentro, e steteno poco, et fo rimesso a domali per non esser il Dolfin ivi, a requisition dii qual fu chiamato ; et vene zoso Pregadi ore 24. A dì 27. La matina vene uno messo di Franza 342 con lettere di l’orator nostro di ... Il sumario scriverò poi. Di Friul, letere al solito, di 25. Come Osopo si manteniva virilmente, e si dicea i nimici erano per levarsi e venir verso Friul, zoè Sazil ; de che nostri era in pratica di retrarsi ; e altre particularità ut in litteris. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. Fo mandà eri sera a Padoa ducati 1250, per pagar le zente. A dì 28, Marti di carlevar. È da saper, il cavalier di la Volpe condutier nostro, venuto di Tre-vixo, vestito d’oro, eri fo in Colegio et dimandò alcune cosse. Fo coniesso ai savii da terra ferma. Di Friul, fo letere di. . . Come domino Hironimo Savorgnan, avendosi difeso virilmente di la balaia auta da i nimici, avia, con tempo fato di vento grandissimo, la note fato venir zoso domino Todaro dal Borgo con alcuni, e ne la villa dove erano alozali i nimici havia fato meter fuogo, et quella per il vento si brusoe polvere e vituarie de i nimici; sichè è stata optima cossa. Copia litterarum agistri Mordinis 3430 Sancti JoannisRodiani ad Principes Cristianos Ad vui signori principi et conti et altri fideli in Cristo salutem, per nui Maestro de l’Ordine de San (1) La pag. 342* è bianca.