119 MUX11I, OTTOBRE. 120 Et recluto Gran Consejo, non era il canzelier granilo, fu mandato fuora lutti quelli non metevano ballotta, et serate le porte, il Principe si levò suso, dicendo in substantia cussi : « Non è niun che non sa-pla la causa di quanto voleva dir in tanto pericolo, quanto mostrava esser venute le cosse nostre, le qual se avea mantenute e difese contra tutto il mondo conjurato contra la republica nostra e questo Sta-do, e tamen fin qui si avemo prevalesto con l’aiuto di missier Domenedio, e di la soa gloriosa Madre, e di missier San Marco protetor nostro, perchè Dio ne à aiuta, e avemo cazà francesi de Italia, et si aiuteremo di questa furia di esser venuti nostri nemici todeschi e spagnoli a brasarne Liza Fuzina et Mar-gera, e mò brasano Mestre, minazando far de nui gran cosse, sichè si loro potesse saressimo tutti malmenati, perchè semo solo 2500 mosche, e non ge valersi poi niuna provislon. Questo voi dir perchè ozi col nome de Dio el nostro campo è ussilo di Padoa e con gran vigoria, e non ne manca altro che danari c la terra non ha, ha tante spexe zoè il publico; però cxorta tutti prima a voler pagar quanto è debilori di la Signoria, né non esser depenti sopra i libri a palazo, e andar a pagar adesso le decime poste, e si meterà un quarto di tansa per aiutarse. E disse se non era qualchedun ch’é a la banca, voi dir sier Za-caria Gabriel consier, e li banchi che ne ha servito di assà danari, si aria fato mal, e si doveria far come fu fato al tempo di le fazion, che missier Antonio Contarini feva di fazion per ducati CO milia, eh’ era ducati 600 per fazion, e si feze notar per ducati 80 milia, e missier Ferigo Corner da la Piscopia, vedendo il bisogno di la terra portò 15 peze di arzento in zecca a servir la terra, e a questo modo di pescaori che i eramo, per volersi aidar nui medemi eramo venuti in tanta grandeza di Stado e di superbia, che Dio ne ha voluto bassar, ma spiera non ne abando-nerà. E per tanto confortava a tutti dovesse venir a servir di danari, chi puoco e chi assai. Poi disse etiain vi esorlemo andar a Padoa o a Treviso per conser-valion di quelle città, dove è andati missier Cristofal Moro a Padoa e missier Andrea Grifi a Treviso, e tutti chi voi venir si vengì a dar in nota ; e disse : interloquendum : « Signori, si voi aidar la terra e strenzer le spexe, che l’è tal ch’è debitor di S. Marco e marida fie e fa di le altre spexe che non è licito a 73 averle, e doveriano aiutarsi loro medemi contra i nostri nemici, o con danari o con le persone, o mandar zente, perchè poi li soi danari non li valerà, nè le zoie, ni veste, ni roba di caxa : e però confortò lutti a far questo effecto, e venirsi a dar in nota, e sarano publicati acciò si cognossa il suo bon voler. » E tamen Soa Serenità non oferse ni mandar soi fioli, come si aspetava dovesse far, ni prestar qualche summa di danari, che a tutto el Consejo parse di novo; dicendo soto voce : exemplum enim dedi vobis quemadmodum ego feci, ita et vos faciatis. E cussi li altri primari che hanno li onori, et galdeno il Stado. Io vulsi, zuro a Dio, andar in renga e dirlo, e darli qualche aricordo, che si troveria zentilhomeni che anderiano, come feci l’altra volta quando parlai in Gran Consejo ; ma vedendo non si metterà parte alcuna, non mi parse parlar, perchè con efecto non poteva parlar. Or noterò cossa che mi dispiace assai a farne memoria, che compido di parlar il Principe, fo dito per Gasparo di la Vedoa, feva 1’ oficio di canzelier grando, che tutti quelli voleano veuir a darsi in nota o andar a Padoa o a Trevixo, overo prestar danari, venisseno, e tamen niun si mosse; cosa di grandissima importantia e mal augurio a le cosse nostre ; i nimici brasa Mestre e niun si move. E poi visto cussi, fo balotato le vose dii Consejo di la zonta. Di Padoa, avanti il serar dii Gran Consejo, fo letere di sier Andrea Loredan, di ozi, ore 13. Di l’ussir di tutto il campo in ordinanza, e mandano la ordinanza in scriptura. E poi balotato le vose, fo licentiato Gran Consejo, e restò li quelli di Pregadi, e fo lecto le letere, e queste altre : Di Treviso, di sier Sebastian Moro podestà e capitanio, di ozi. Come il signor governador e gli altri è in ordine a ussir e aspectano solum l’ora dal capitanio zeneral. Item, manda una relation di uno spagnol preso da uno stratioto, qual dice come il campo è venuto eri a Mestre a mezzodi, zoè a di primo, e vanno brasando, e si leverano per Noal e Citadela, come si dice e Bassan, brasando e minando il paese : sono lanze. . . . , fanti spagnoli. . . . , todeschi. . ., italiani. .., cavali lizieri . ., e sono a la liziera e pieni di botini etc. Di JJdenc, di sier Jacopo Badoer luogotenente di la Patria di Friul. Nulla da conto, solum zerca danari di pagar quelle zente. Di la Mota, di sier Zuan Vituri. Dii suo 73 * zonzer li e va adunando persone, et anderà a Sazil, e verà zoso con bon numero di zente, e spera presto far bona adunation di zente. Di Limena, di sier Andrea Loredan prove-dador zeneral, di ozi, hore 17. Come col nome di Cristo tutto il campo nostro é alozato lì, et sono di bon e perfeto animo, et volenterosi di trovar i