455 JIDXIV, UtNNAIO. 456 a la Signoria, e vien mena (ino a tempo nuovo ; ctiam il Papa vien menò con bone parole, e li foraussiti di Padoa, Treviso e Vicenza, che è qui, dicono a tempo nuovo intrerano in le so terre a galdcr el suo. Di Franza si dize il He à il suo campo in Borgogna contra sguizari, di lanze 1200 e fanti lanzinech 14 milia, e che il re d’ingaltera ha dimandato tre miliona d’oro al re di Franza s’il voi la pace con lui. Si tien il Boy ara sguizari con lui, i quali do-veano far la dieta questa Santa Luzia, e l’hano prolungata a la Epifania, che è a dì 6 Zener. Si dize spagnoli anderano a campo a Ferara per tuorla per il magnifico, e il duca di Ferara fa 200 homeni d’arme et 4000 fanti per difendersi; ma il Papa e fiorentini ctiam vi manderà le so’ zente contra esso Duca. Lo-renzin di Medici fo fiol di Pietro nepote dii Papa, partito di Fiorenza è venuto qui a Boma a stafeta, starà poco, si dize torà per moglie una Ila dii signor Zuan Zordan Orsini qual è in Franza. Item, il Papa, fato la Epifania, si partirà di Homa e anderà verso Viterbo e starà fuora zorni 20. Scrive sabado da sera, fo a dì 31, il Cardinal Curzense, l’orator di Franza e il signor Alberto da Carpi steno fin 3 bore di note col Papa; tratano una liga insieme, et tramano di far gran cosse, et par che si trata uno per di noze . di la fiola di la duchessa di Bari nel Lorenzino; ma madama Alfonsina di caxa Orsina sua madre non li piace tal matrimonio. Ozi a dì 2, il Curzense ha disnato col Papa; si pratica cosse grande, et investe il magnifico, per nome di l’lmperator, di Siena, Luca et Modena. Item, il Papa si partirà a dì 10 e starà tutto il mexe fuora ; non se incura, lassa ruinar il mondo; et il magnifico farà 250 homeni d’arme, e tutti li dona cavalli ogni zorno. Item, scrive l’orator nostro dovea spazar zà 4 dì, e il Papa non ha voluto spazi avanti ozi; sichè dà parole per scorzerne fino a tempo novo, e di acordo non si parla. Caluro di Cao d’Istria, che vene qui col Curzense, è stato queste feste di Nadal a Ostia a veder alcune galie dii Papa, e si dize sarà suo capitanio ; sichè conclude bisogna far ogni provision perchè semo menati a spasso. I Item, scrive ch’el Schanavin episcopo di Pulignan non è morto come fo ditto, e il Papa ge dava a suo fiol di esso sier Vetor li beneficii l’avea in Bergamasca; sichè ha perso questo ventura. E da saper, in campo di spagnoli si canta una canzon : Dage la baia, Dage la berta, Dage la baia Fino a l’averta, Di Udene, come di sopra ho scripto, fo lettere di 5 ore 8. Come a dì 4 hore 6 ritornò Antonio Dagostan da Privan soto Strasoldo mandato in Gradisca per esplorator per il magnifico locotenente a esplorar li andamenti de i ninnici, il quale referisse come martì, fo a dì 3, a ore 22 in zerca introe in Gradisca tutte le zente erano a Monfalcon, era il conte Cristofolo Frangipani, Nicolò Savorgnan, Pre’ Bor-. tolo che fo causa de la perdeda di Maran, il fiol dii sig. Odorigo di Caslelo, Jacomo di Pulcinigo e suo fradelo, Piero di Strasoldo e molti altri che non potè conoscer, con cavali corvati 250, cavali todeschi armati più di 50, e altri cavali de diverse sorte più di 400, in tutto più di G00, li quali 100 andono a Gorizia; c che la note passata ussì fuora di Gradisca cavali 50, e fina la soa partida non erano tornati nè sapeva dove fusseno andati; i fanti boemi erano più di 200 con 14......grandi e tutto lo resto schio- petieri, e al suo parer erano più di 4000 cernide dìi paese de diversi lochi maxime schiavi in bon numero, e che molti contadini se partivano; e che al suo partir lassò in Gradisca dito conte e li nominati. Interogato come havia fato non fosse tolto sospetto, rispose : « lo andai a trovar ditto Jacomo di Pulzi-zigo per esser suo domestico, per veder di recuperar un par di bò e veder si per suo mezo poteva ricuperarli », il qual li promise di farli aver, ma che quando i menò i bò a Gorizia, si partì: dize ancora come i portavano a Gorizia li botini, zoè animali di ogni sorte, caldiere, letti, ninzuoli e li presoni, e la presa fata a Monfalcon e stà de animali. Dimandato se l’intese quello voleva far dito conte, rispose non aver sentito dir parola alcuna. Interrogato si l’ha inteso siano zonte zente a Gorizia, rispose di no. Dii dito locotenente, di 6, ore 8: Dii partir di 266' Baldissera Signoreli capo, et nepote, di la compagnia dii Baion, di homeni d’arme 60, con tutta la sua compagnia per andar a li alozamenti in trivixana, nè li à valso persuasion li sia stà fatta per esso locotenente ch’el resti, benché molti di soi homeni d’arme sare-i bero restati, tra li qual Donado milanese suo capo di squadra; ma non ha voluto, et cussi in questa mati-na per tempo erano passati. Item, manda una relation zercha i nimici, qual è questa. Memoria di quello dine Zuan Maria vicentino mandato nel campo de i nimici a Monfalcon per saper li andamenti loro, qual tornato referisse : Che, abuta la rocca di Monfalcon per forza; taiono a pezi quelli erano in la roca, poi la tera si rese con taìa ducati 1000, e lui con loro nimici vene a Gradisca con tutte Farlelarie, et mastro Domene-