147 MDXIII, OTTOBRE. 148 E compito di lezer dilte leltcre, il Pregadi siete suso ad aspetar senza far alcuna cossa. E li consieri volseno meter uno salvo conduto per G mesi a sier Zuan Saba e sier Bernardin Contarmi qu. sier Nicolò. E sier Hironimo Duodo Cao di X, cb’è creditor, andò a la Signoria, dicendo è contra la leze, e non si poi meter, e cussi non fo messo la dita parte ; ta-men in altri è sta facto. Et a ore 23 in 24, tutto il palazo fo pien di persone aspetando di saper qualcossa di campi. Et ta-mcn non era letere, che pareva di novo a tutti, e il Pregadi stava aperto, andava su e zoso chi voleva. E se intese come ozi a ore 22 in zerca fin 23 è sta sen-lido assi colpi di artelarie, non si sa dove. Et io parlai con sier Marco Antonio Sanudo qu. sier Bendo e sier Zuan Antonio Dandolo stati verso Liza Fusina, quali hanno aldito dite artelarie ; ogniun di-cea la sua, chi dicea erano in campo, chi dicea a Padoa in segno di alegreza per la vitoria. Et è da saper,poi doman è San Marco; si suol la terza vizilia sonar campanon ; et acciò non si credesse si sonasse per la vittoria, fo terminato per la Signoria non fa sonar campanon ozi, ni doman fino non si vedi la fin di questo conflito et vitoria si aspeta. Et a ore do di note, il Principe andò a casa, restò la Signoria e molti di Pregadi, e parte andono a casa maxime li vechi, e parte steteno fin hore 4 e savii e altri. Et a ore 4 zonse uno cavalaro di Padoa, vien da la Mira, perchè è sta messe le poste, e portò lettere di campo come il sumario è questo, qual fo lete in Pregadi, e poi portate in camera dii Principe a lezer. Di campo, da Creazo apresso Vicenza, di sier Andrea Loredan provedador generai, di 6 ore 23. Come avendosi il signor capitanio informato di passi, era andato con li cavali lizicri e parte di omeni d’arme electi fin apresso dove è alozati li inimici a sopraveder il sito dove erano posti, per andarli a trovar. Qual tornato in campo a questa ora, dize il sito di diti inimici, dove i sono, esser fortissimo e voi aspetarli qui. E scrivendo, per nostri cavali lizieri ne vien dito e per altri, i nimici in ordinanza vengono contra de nui, sichè il signor capitanio ha lato meter tutte le zente in ordinanza a le so poste, e l’artelarie, e mandato a dir al govprnador, eli’ è propinquo a Vicenza con il retroguarda, venendo i nimici contra di lui, investi gaiardamente, perchè * vera con il suo squadron ad aiutarlo, e fazi il dover prima con l’artelarie. Sichè spera indubitata vitoria, e dii seguito volantissime aviserà, e dice i nimici sono zonli zà a le Madalene verso de nui. E venula ditta lelera e letta, quelli di Pregadi steteno di bona voia, perchè il provedador dicea nostri erano molto gaiardi, e teniva dovesse venir fin una ora altre letere dii conflito, e cussi alcuni steteno fino hore 5, e vedendo non zonzer letere, li savii e tutti restati si partino. Pur restono molti in palazo e in corte aspetar letere, qual vene : Io etiam steti fino ore 5, come ho dito con altri aspetando. Non voglio restar, essendo Pregadi suso a ore 4 Va fo mandato per la Signoria e il Colegio per domino Nicolao Chieregalo e altri vicentini, per informarsi quanto è lontan le Maddalene da Creazo. Disseno un mio e mezo, et disegnono il sito. Adeo i nimici volendo andar a Verona, sono forzati apizarsi con li nostri. Non è modo più fuzer, perchè per Val di Dressano non pono andar ; per Vaiarsa è Zuan Paulo Manfron con 6000 villani a li passi, e quelli laiali; tornar per passar iterum la Brenta e andare verso Bassan per il Covolo in Val.... è impossibile perchè è cativa via, e poi nostri fuzendo li sariano driedo. Sichè sono roti certissimo, e a dimandar a boca, non si potria dir meglio di l’avantazo a nostri dii combater. Di Crema, fo letere di primo inzifra, e non fo lete perchè non si atende a questo, ma a saper la fin di questa zornata. A dì 7, venere. Per tempo avanti terza, quasi tutto il Colegio si redusse in palazo dii Principe, et Io era etiam andato al far dii zorno, licei poco avesse dormito, per saper di letere. E non essendo venuto alcuna cossa fin hore 13, parse di novo a tutti Le bombarde fo sentite certo a ore 23. Etiam si dice per pescadori aver sentito questa note di Padoa non era alcun aviso. Tutti mormoravano quello voleva dir questa indusia; chi dicea una cossa, chi l’altra. Et a ore 13 gionse il cavalaro con letere di campo, qual reduti tutti in la camera dii Principe fo aldite lezer, et etiam Io vi era ad udirle, e lette dite lettere una volta, fo relecte etiam l’altra per molti di Pregadi venuti e li oratori vicentini, che fo mandato per loro etc. Di campo, di Creazo adunca letere dii Loredan provedador generai, di 6, ore una di note. Come a ore 22 scrisse poi i nimici apropiuquati al nostro exercito, qual era in ordinanza, uno grosso squadron di fanti e homeni d’arme si diresero a la volta dii rediguarda, dove era lo illustrissimo go-vernador più verso Vicenza, avendo però prima nostri scaramuzato molto con loro. Et il signor gover-nador li desseno una frota di artelarie, adeo dicti inimici si ritrazeno. Et poi uno altro squadron di