215 MLtXIli, OTTOBRE. nir. Concludendo che spagnoli verano a Al bare, per avisi l’ha; passerano l’Adexe per andar su quel di Ferara, come è ditto. Di Treviso, fo lecto Ietere. Come, non essendo niun zenlilhomo lì, esso podestà ha convenuto la noie andar atorno la terra con denigration dii magistrato e rezimenlo che ’1 tien ; però si mandi almeno 1G nobeli. Item, scriveno dì pagar di Cantarle fanno; di domino Guagni Pincon e Antonio di Castello e altri, hanno da zercha fanti 1200, e scriveno non poleno aver quasi più ubidientia, perchè e la Patria e il trivisnn è tanto stufi e disperali, che voriano far ogni cossa per non aver più questi fastidii e star in li pericoli di esser depredati, come i sono. Dì Udene, di sier Jacomo Badoer luogotenente. Come quella Patria è in paura, non però i nimici hanno fato alcuna movesla. Scrive di domino Baldisera di Scipion, qual è venuto a parole con quelli caslelani; et si provedi di presidio. Fu posto, per li savii, mancavano 4 dii Consejo Moro, Trivisane Balbi, ch’è a Padoa,e il .Moliti non venuto, e sier Lorenzo Capelo savio a terraferma che dii primo zorno indrio non vien più in Colegio, sla in casa, si fa da amalato: che il Colegio abbi libertà di praticar con questi Frangipani e corvati cavali lizieri di venir a stipendio di la Signoria nostra con il meglio potrano far. E fu presa. Fu posto, per li diti, una lettera di sier Antonio Surian, dotor, orafor nostro in Hongaria. Vedi di aver quelli boemi che zà scrisse voleano venir a soldo nostro, e vedi si se ne poi aver et il numero e quello vorano, et avisi subito. Fu presa. Noto. Dita lettera non fu mandata, e fu più presto per dar fama, che per far lo efifeto. Pur si dovea mandarla. Fu posto, per li ditti, che il quarto tansa ultimo si abi ancora tempo a scuoder per tutto questo mese a li governadori; qual passato, non si possi più scuoder con il don, ut in parte. Ave 22 di no, 14Gdi la parie, e fu presa. Fu posto, per il Serenissimo e tutti di Colegio, mezi lìti a pagar a l’oficio di tre savii sora il regno di Cvpri, la mità per tutto il mese, e l’altra mità per l’altro, con don di 10 per 100 quelli pagerano in contadi, e sconterano con danari prestadi da esserli restituiti uno anno da poi compito la guerra in tanti tormenti a L. 5 il staro, ut in parte, la copia sarà qui avanti. Andò in renga sier Vetor Moresini, è sora le pompe, e contradise dicendo questo non è el nostro bisogno, non è eguaianza, e multi poveri pagerà. Non li fo risposto. 78 di no, 111 di la parte, e fu presa. Fo fato Pregadi ozi da basso. Die 18 Octubris 1513, in Rogatis. 128 Non è alcuno di questo Consejo che molto ben non intenda l’urgentissimo bisogno del danaro che ha el Stato nostro, a la recuperation del qual se die procurar con diverse vie et modi, non perdonando ad alcuna provisione in questi importantissimi tempi; e però l’anderà parte : che tutti, sì terieri come forestieri abitanti in questa nostra cità e Muran quali stanno in casa propria o de altri, over casa e botega che sia de affilo da ducati otto in suso, siano tenuti pagar a la Signoria nostra la mità del fitto de uno anno olirà quello del patron suo, la mità per lutto el presente mese, e l’altra mità per lutto 15 de No-vembrio proximo, con don di 10 per 100 a quelli li pagerano de contadi ne li termeni limitati, dechia-rando,che se alcuno averà casa in uno loco e botega in uno altro, tutto se intenda in sua abilalione, exce-pluando de la presente contributione li ambasadori, li todeschi stanno in Fontego, e lutti quelli forestieri che se avesseno reduti ad habitar in questa nostra citta per fuzer li tumulti di la guerra. Posase pagar dita mità con el credito de li danari prestadi, con li modi e condition in quelle deli-beralion contenute, con (ulti li altri modi et condition comprese in l’allra parte di mezi fìti a questa non repugnanti. Quelli veramente che pagerano dita mità siano lati creditori a l’ofizio di le biave, et aver debano la sua restituzion uno anno dopo finita la guerra, di tanti formenli a L. 5 el staro. Verum la execution di la presente parte sia comessa a li (re proveditori sopra il regno di Cipro. De no 78, de sì 115, et fo presa. E fu posla per il Serenissimo, consieri, Cai di XL, savii dii Consejo e terra ferma. E licentiato il Pregadi, restò Consejo di X con la 129!) zonta, et steleno fino oro 4 di note sopra certa materia. È da saper, che li omeni electi a mandar a Padoa e a Treviso facti per le contrade, fono scripti ma non mandali; li zenlilomeni vanno per li oficii con ducali 8 e 10 si meleno in camino con gran mormo-ration di la lerra, che il Colegio non dovevano mandar omeni di tal sorte, ma quelli de li oficii andasse per zorni 15. (1) La carta 128* è bianoa.