381 mdxiii, dicembre. 382 Fo diio in questa matina che le nostre do galie veniva da Baruto, capitano sier Marco Antonio da Canal, erano sta prese da certe barze spagnole verso le acque.....e questa nova portava uno frate venuto daRoma; ma quando si andò investigando, non era vera, ma zanza levala. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulen-dum, el nevegoe. Di Padoa, fo letere. Di l’aviso auto di la per-deda di Maran, et che nostri non voi li cavali lizieri escano, et si ha preso la.....di le zente é in Este inimiche, el loro non servano il levar di le ofexe; e altre particolarità. Et scrive questo il capitanio ze-neral, et poi li rectori e savii in consonantia. In questa matina, l’orator dii Papa fo in Colegio; al qual la Signoria si dolse inimici non observavano la trieva come nui el ne ha tolto Maran; el qual disse scriveria in bona forma al Papa. In questa sera, accadete che sier Piero da Mosto di sier Francesco, Cao di seslier, volendo far il suo oficio et menar certe meretrice in prexon, fo assaltalo da alcuni, si dize è nobeli, a San Felixe, et ferito, sichè, cusì va questa terra. A dì 15, la matina, fo letere di Padoa. Justa il solito, se mandi danari per pagar le zente aliter seguirà qualche inconveniente. Hanno i nimici averauto il formento dii Polesene e vino per il taion dalo, zoò di tre bote una, di Ire porchi uno etc. E si fortificavano in Este, Montagnana e Cologna, dubitando di nostri che poi il perder di Maran non escano a farli danno etc. Item, par abino auto ducali 12 mi-lia da Mantoa per dar a’ li spagnoli. Di Treviso, dii podestà e provedador Contarmi, di eri. Dii zonzer a dì 13 da sera domino Baldissera di Scipion. Cenoe con esso provedador, et a ore 5 parli per la Patria per dar ordine a la recu-peration di Maran; et ordinalo se li mandi driedo 70 homeiii d’arme di la compagnia dii Bajon, perchè li altri non ha voluto cavalcar per non esser stà pagali, maxime el cavalier di la Volpe. Vi anderà etiam cavali lizieri etc. Solicitano si mandi danari per dar a le zente etc. Di Udene, di sier Jacomo Badoer luogotenente, di 13. Dii modo si perse Maran, qual t'o a dì 12 la matina per tempo, per certo trattato con un prete qual mandò alcuni cari, prese la porta e intrò li fanti dentro cridando : « Imperio ! » 11 podestà, sier Alexandro Marzelo, era in leto, vene a la finestra, e li abitanti che pochi vi era, erano in chie-sia, e cussi i nimici ebeno quel loco; et il conle Cristoforo Frangipani è andato ozi lì con alcuni cavalli ut in litteri», et vi è uno capitanio di Carintia e dentro da 300 cavalli et 300 fanti. Scrive, seguito questo, chiamoeli castelani quali monslrono volersi difender. Item,haveano i nimici mandalo aStrasoldo a dimandar quel loco, e quelli castelani mandòla lettera a lui, qual è sottoscrita di molli titoli di quel capitanio cesareo, che li minaza a darsi a la Cesarea Maestà ali-ter sarano puniti a ferro e luogo ; et cussi essi castelani di Strasoldo li dimandono quello si avesse a far. A li qual rispose, posendosi lenir, si lenisse perchè la Signoria manderia zente da mar e da terra, c reaquisteria Maran sicome si rende certo la farà. Item, quelli cittadini mostrano bon voler. Da poi disnar fo Pregadi. Et leto letere di Ro- 225* ma etc. Fu publicato li infrascripti che vieneno in Pregadi che sono debitori di mezi fitti e non hanno portalo i boletini, de i qual i 4 signati fono mandali zoso justa la forma di la parte, il resto non erano in Pregadi, el sier Luca Zen procurator è più di un anno, per esser debitor, non vien in Pregadi, et Sier Luca Zen procurator, è assà mexi non vien. Sier Nicolo Michiel dottor, cavalier, procurator. Sier Polo Capelo el cavalier, amalalo, non vien. — Sier Moixè Venier, è di Pregadi, qu. sier Moixè. — Sier Marco Paradiso, è di Pregadi, qu. sier Juslo. — Sier Sebastian Malipiero, el XL, qu. sier Matio. — Sier Nicolò Grimani, provedador sora le pompe, qu. sier Nicolò. Sier Zorzi Lion, è di Pregadi, qu. sier Zuanne. Sier Michiel Navaier, fo consier, qu. sier Luca. Sier Andrea Bragadin, è di Pregadi, qu. sier Hi* ronimo. Fu posto, per li consieri, levar la tansa di cava-laria di Citadela. Fo presa. Fu posto, per li savii d’acordo, una lettera da Roma a l’orator noslro, con avisarli la perdeda di Maran, e come li nostri nemici non atendeno a quelo ha ordinà Soa Beatitudine come avemo fatto nui; et altre parole sopra questa materia, pregando Soa Santità non stagi più a parole dii Curzense, ma voy dimostrarse padre di la nostra Republica et levar le sue zente dii campo loro, e quanto al far di le triegue, non ne par farle per le raxon ut in litteris, e altre volle dite, e nui non mancaremo dal canto nostro di far valide provision sì da mar come da terra, et speremo Idio ne aiuterà. Fu presa. Fu posto, per li savii tulli di Colegio, armar 40