273 MDXIII, NOVEMBRE. 274 Noto. In questa matina lo in chiesia con il Principe questi oratori : Papa, Franza, Hongaria et il secretano dii duca di Fcrara, domino Bernardin di Prosperi, ch’è ancora qui. Di Padoa, letere di ozi, ore 17. Come i ni-mici con la preda venuti fino a le Brenlele, erano ritornati verso Vicenza, e alozali questa note a le Torete. Si dice tutto il campo è fanti 7000 in lutto, cavalli lizieri 500, homeni d’arme lanze 700, et hanno 3 pezi di artelarie, et hanno mandato li cariazi e li amalati e putane dii campo tutte a Verona, e restati più lizieri i poleno, e stanno per levarsi : dove siano per andar non si sa. Li spagnoli hanno corso in qua, e li todeschi è andati verso Citadela. E1 podestà di Citadela sicr Zacaria Contarmi è per quelle ville vicine a Citadela dubitando star dentro, e va provedendo a quello bisogna. Itcm, a Padoa il capitarne zeneral ha fato far non crida : li patroni dove è alozati debano dar le legno, et soldati non vadino a tuor loro più legne. A dì do, il zorno di morti. Si parli la matina quel nontio di l’orator dii Papa con lettere al viceré a Vicenza insieme con uno trombeta, et zonse la sera lì. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. Di Padoa fo lettere, di eri ore 4. Come i rumici erano lutti tornati in Vicenza, dove, per bisogno di legne, hanno brusato le porte di la chiesia cate-dral. Item, si lavora con gran pressa il bastion de la Savonaruola qui in Padoa, al qual il capitanio zeneral vi pone ogni cura e solecita molto. Item, per letere di ore 18, si ha, che si dice le zente dii Papa si leva di Vicenza per andar su el Po-lesene per passar a Bologna, et anderano alozar prima a Montagnana. E le ispane anderanno a Albarò, e si dize passeranno l’Adese, e le todesche a Verona; sichè Vicenza resterà vuoda. Tamen non fu vero. A dì 3. Qui a Padoa se intese certissimo il viceré con il campo esser levato questa mattina per tempo di Vicenza, e va a la volta de Barbaran. E questo aviso riporla il nontio di l’orator dii Papa e il trombeta tornati da Vicenza con letere dii viceré al Bibiena in risposta di sue, in consonantia di le altre, che aspeterà il breve dii Papa, etc. E cussi fo espedito ditte lettere col nontio a Venezia. Da Milan, fo lettere e avisi a missier Tho-daro Triulzi. Di Io acordo certo di castelli con il Duca. E che li oratori di sguizari si aspetavano a Milan, e zà erano zonti do oratori di do cantoni venuti per aver il castello di Milan, justa lo acordo fato I Viarii di M. Sanuto. — Toni. XVII. con Franza ; el verano il resto da n. 20 oratori. Tamen francesi, è in castello, non voi rendersi a’ sguizari. E da saper, come eri, venute queste dii Bibiena va al viceré et il breve dii Papa, la Signoria scrisse a li sa vii e provedadori dovesseno comunicar questa cossa col capilauio zeneral et con il signor Theodoro Triulzi; e cussi feno. E ditto missier Teodoro, inteso questo, si resentí alquanto, dicendo : « Si avertisca quello si fa, che il Papa non é molto nostro amico, e fa ogni cossa di segregar la Signoria dal re di Franza per darvi la bastonata -, e si l’è vero quello dicete, che sempre eh’ el re di Franza venisse gaiar-do in Italia la Signoria voi star a una fortuna, né per questo si rompe 1’alianza avete fato insième. » Poi disse : « Questo non basta, perché il Re vederà vui romperli la fede al Papa e a li altri,dubiterà che venendovi la occasione non ge la rompiate etiam a lui, perchè vui che seti soliti a non romper la fede, arete principialo a romperla al Papa, » con altre parole, linde, sier Domenego Trivisan cavalier, procuralor, savio dii Consejo, li rispose sapientissimamente, adeo si aquietò e per esser un degno omo e saputo. El capitanio zeneral scrisse a la Signoria in questa materia questo ¡stesso, e che l’opinion sua saria per questa invernala si lenisse 3000 fanti fra Padoa e Treviso, e non si fazi gente d’arme soto capi che fuzeno e soto qualche parente o fiol de li capi è morti ne la zornata, perchè non li meritano, et è qualche uno restato vivo che vai poco. Pur li fanti voria tenir per bon rispelo, aziò, si Franza venisse di qua da’ monti, la Signoria non si trova nuda di gente, over s’il fusse fata qualche garbinela di altri, si sia proveduti in parte a la difesa; e altre particu-larità, come in dite letere si contici). Da poi disnar fo Pregadi, e poi leto le lettere, Fu posto, per li consieri, saivoconduto per uno anno a sier Zuan Saba e sier Bernardin Coniarmi qu. sier Nicolò, in le persone solamente, di debili privati. Ave 37 di no, 135 di si ; fu presa. Fu posto, per li ditti, avendo il magnifico domino Petro Bibiena oralor pontificio exortalo la Signoria fazi saivoconduto a sier Agustín di Garzoni fo dal Banco, in la persona, tantum per uno anno da li soi creditori privati, che per autorità de questo Consejo cusSì li sia concesso. Ave 61 di no, 106 di si ; fu presa. Fu posto, per li diti, che sier Lunardo Bembo electo baylo a Constanlinopoli, acciò, avendo acetado, sii informato di le cosse dii Sialo, ch’el possi venir 18